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                      ProLab: la nuova era di Salvi Vivai tra innovazione genetica e agricoltura 4.0

                      Dall’esperienza e dal know how di oltre 50 anni della Salvi Vivai nasce ProLab, il nuovo ramo aziendale dedicato alla micropropagazione. Nel laboratorio di ultima generazione a Lagosanto (Fe), guidato da un team di esperti, vengono prodotte a pieno regime 5 milioni di piante all’anno, capaci di garantire elevate performance in termini di resa, resistenza alle malattie e adattabilità ambientale. Nelle serre adiacenti, irrigate sfruttando anche il fenomeno della nebbia, tipica di queste campagne, vengono sviluppati principalmente innovativi portinnesti per il kiwi e le ciliegie, ma si sta lavorando molto anche sui piccoli frutti

                      di Carlotta Benini

                      ProLab Salvi Vivai

                      Silvia Salvi (al centro) insieme a Nicola Zagari e Francesca Balducci, responsabili di ProLab Salvi Vivai

                      Cambiamento climatico ed emergenze ambientali, contesti economici sempre più complessi, tensioni geopolitiche a livello internazionale: di fronte alle continue sfide che ogni giorno si pongono di fronte al settore, oggi l’agricoltura – quella innovativa, resiliente, capace di guardare al futuro con una visione strategica – “si fa anche con il camice bianco”. Questa la fotografia emersa a margine del convegno di presentazione del nuovo laboratorio di micropropagazione di Salvi Vivai, che ha visto il suo taglio del nastro ufficiale venerdì 22 marzo, alla presenza di oltre 200 invitati fra produttori, tecnici e operatori del settore, autorità e istituzioni.

                      ProLab – questo il nome della nuova struttura – è una realtà pionieristica che sorge a Lagosanto, nel cuore del cosiddetto Basso ferrarese, terra fertile e dal grande potenziale agricolo. Qui la famiglia Salvi da oltre 50 anni ha creato un’azienda vivaistica che oggi dà lavoro a 700 persone, affermata sia in Italia che a livello internazionale per l’alta qualità dei prodotti offerti e per l’innovazione costante grazie alla continua ricerca varietale. Oggi, con l’avvio di questa nuova scommessa, si apre un nuovo capitolo nella storia di Salvi Vivai. “Quello di oggi è il culmine di un sogno, frutto di un incessante impegno nella ricerca e nello sviluppo – esordisce all’evento di presentazione Silvia Salvi, titolare di Salvi Vivai e anima del progetto, dando il benvenuto agli ospiti -. Dopo oltre cinquant’anni di esperienza nel settore del vivaismo sentivamo l’esigenza di un ampliamento. Dalla nostra abbiamo il know-how agronomico, tecnico e logistico e una conoscenza approfondita delle esigenze del mercato: combinando queste competenze con l’attitudine all’innovazione questo nuovo progetto ci è sembrato la naturale conseguenza del percorso di sviluppo della Salvi Vivai”. Sul palco insieme a lei, a dare il benvenuto agli ospiti, i fratelli Marco e Giuseppe Salvi, che hanno entrambi voluto sottolineare l’enorme crescita dell’azienda vivaistica di famiglia da quando la sorella ne ha preso le redini, proiettandola verso il futuro grazie a una visione innovativa, lungimirante e anche coraggiosa.

                      Portinnesti Bounty copyright Fm

                      Portinnesti Bounty nelle serre di Salvi Vivai (copyright: Fm)

                      5 milioni di piantine all’anno. Obiettivo: “Qualità”

                      Sviluppato in una struttura di 400 mq, oltre ad una serra di radicazione di 12 mila mq, ProLab Salvi Vivai si dedica allo sviluppo di tecniche avanzate per la coltivazione e la produzione vivaistica, con l’obiettivo di migliorare le performance delle piante in termini di resa, resistenza alle malattie, e adattabilità ambientale. L’attività di laboratorio è partita due anni fa, ma la struttura ha visto la sua conclusione solo pochi mesi fa. Guidata da un team di esperti di alto livello – “giovani motivati che sono stati la svolta per la realizzazione di questo sogno”, rivela Silvia Salvi -, la struttura è partita con la produzione di piante di kiwi e portinnesti di ciliegio, ma si sta lavorando molto anche sui piccoli frutti. La capacità produttiva del laboratorio, a pieno regime, è di 5 milioni di piantine all’anno.

                      “L’obiettivo è quello di produrre qualità”, sottolinea Luca Pigaiani, direttore operativo di Salvi Vivai, che dopo una carriera nel settore edile si è fatto convincere dalla “dottoressa Silvia” – come la chiamano i membri del team, con quel mix di rispetto e anche di affetto, di chi si sente parte di una grande famiglia – a prendere parte a questa nuova scommessa. “ProLab è una realtà all’avanguardia – dice Pigaiani -, progettata in modo efficiente dal punto di vista energetico e idrico e con tecnologie a bassissimo impatto ambientale”, che permette di sfruttare al meglio tutte le risorse naturali disponibili nel territorio. Perfino la nebbia, fenomeno meteorologico tipico del Basso Ferrarese, che viene condensata a fini irrigui. “Attraverso degli invasi, viene convogliata all’interno di un bacino di raccolta a circa un chilometro dalla struttura – continua Pigaiani -: da qui poi, con tecnologie per il controllo da remoto, viene utilizzata per irrigare le piante nelle serre”.

                      Le nuove varietà sviluppate da ProLab non sono solo più produttive e più resistenti – alla siccità, al cambiamento climatico e all’attacco di patogeni (pensiamo ad esempio alla moria del kiwi) -, hanno anche una shelf life più lunga, permettendo quindi a Salvi Vivai di raggiungere nuovi mercati lontani come il Sudamerica e il Far East. Aspetto non di secondaria importanza, quello della shelf life, specie se consideriamo anche il contesto geopolitico attuale, come fa notare il direttore commerciale di Salvi Vivai Andrea Bagnolini, riferendosi ad esempio ai problemi alla logistica marittima causati dalla crisi del Mar Rosso.

                      ProLab Salvi Vivai

                      La micropropagazione

                      Ogni pianta, dalle radici alle foglie, è il risultato di un attento processo di selezione genetica e coltivazione, garantendo ai clienti non solo un prodotto di eccellenza ma anche la sicurezza di investire in varietà resistenti e produttive. Ma in cosa consiste esattamente la cosiddetta micropropagazione? “È una tecnica che permette di moltiplicare un numero di piante partendo da una fonte certa, ad esempio un rametto di kiwi che conosciamo bene e che sappiamo essere forte e sano – spiega Nicola Zagari, responsabile, insieme a Francesca Balducci, di ProLab -. Da questa pianta madre si fanno delle talee, dei ‘mini alberelli’ alti un centimetro che vengono messi dentro un gel che è una miscela di sostanze nutritive, sali minerali e ormoni per una crescita ottimale della pianta. Quando queste talee superano una certa altezza vengono tagliate e divise nuovamente mettendole in altri terreni di coltura gelatinosi, e questo permette di moltiplicare ogni mese il numero di piante. Da una fonte certa, si arriva quindi in un anno ad avere centinaia di migliaia di piante, cosa che, con la pratica tradizionale, con ceppaia, talee e innesti, richiederebbe decine di anni”.

                      Quando le piantine hanno finito la loro vita in laboratorio, entrano quindi nelle serre di ambientamento, di cui è responsabile Chiara Convertino. Oltre un milione di piante oggi sono portinnesti Bounty, utilizzati per il kiwi giallo di Zepri, ma anche per la nuova varietà di rosso che Salvi sta mettendo a punto e per il verde NM-61, di pezzatura media, molto precoce e resistente alla batteriosi. Un’altra parte importante del lavoro è dedicata a Gisela 5 e Gisela 6, innovativi portinnesti di ciliegie che danno elevata produttività e una maggiore resistenza agli eventi meteo avversi. “Poi stiamo iniziando a lavorare anche nocciolo, mirtillo, melo e pistacchio”, aggiunge Zagari.

                      Salvi Vivai 4.0

                      Salvi Vivai ha investito in modo importante negli ultimi anni in un’agricoltura di ultima generazione. “Un processo iniziato nel 2020 con l’adozione dei primi mezzi agricoli dotati di guida satellitare e culminata oggi nella mappatura centimetrica di tutta l’azienda – ci racconta Manuele Cavalieri, responsabile agricoltura di precisione di Salvi Vivai -. Ciò ci consente di conoscere la composizione chimico-fisica del terreno centimetro per centimetro e di fare interventi mirati razionalizzando al massimo tutti gli input, dal carburante ai trattamenti chimici”.

                      ProLab Salvi Vivai inaugurazione

                      I relatori dell’evento di inaugurazione di ProLab (copyright: Fm)

                      I protagonisti dell’evento di inaugurazione di ProLab

                      Dopo i saluti del sindaco di Lagosanto Cristian Bertarelli e della rettrice dell’Università di Ferrara Laura Ramaciotti, che hanno sottolineato la positiva ricaduta sociale e formativa di questo nuovo laboratorio sul territorio, l’evento di presentazione di ProLab si è aperto con un intervento di Nick Kirton, executive officer supply di Zespri, che ha fornito un significativo spunto sulle partnership vincenti ricordando come “una forte collaborazione permetta a tutti gli attori di crescere virtuosamente e molto più rapidamente”.

                      Ha preso poi la parola Marianna Palella, Ceo di Citrus l’Orto italiano, che ha approfondito il tema dell’innovazione in relazione all’importanza di un cambio generazionale come motore della crescita aziendale. Quindi l’eurodeputato Paolo De Castro ha evidenziato l’importanza del connubio tra giovani e innovazione, sottolineando quali siano le politiche che l’Europa promulga per sostenere i giovani agricoltori. La giornalista Cristina Lazzati, con delle interviste a tu per tu, ha offerto il palcoscenico ai protagonisti di ProLab sopra citati.
                      Saluti finali riservati a Paolo Calvano, assessore al Bilancio della Regione Emilia-Romagna, che ha sottolineato come oggi l’agricoltura sia il lavoro nelle campagne, ma anche la ricerca in laboratorio, l’innovazione e la sperimentazione. Quella che si fa, appunto, “con il camice bianco”. 

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