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                      Rincari materie prime: in Belgio da Colruyt sparisce la Nutella da 400g

                      In Belgio, sugli scaffali della catena di supermercati Colruyt spariscono i vasetti di Nutella da 400g. Alla base sembra esserci l’aumento dei costi di materie prime, trasporti, energia e logistica, che ha portato Ferrero a dover alzare il prezzo della sua crema spalmabile, molto amata anche in Belgio. Dall’altra parte però c’è Colruyt, un big della GDO belga che ha sempre fatto del basso prezzo la sua mission. Le due aziende sono ancora in trattativa ed entrambe auspicano una soluzione in breve tempo, vantaggiosa per entrambe

                      di Valentina Bonazza

                      nutella

                      A sinistra un punto vendita Colruyt in Belgio (dal sito dell’insegna). A destra vasetti Nutella (copyright: Unsplash)

                      Aumentano i costi delle materie prime, dell’energia e della logistica: di conseguenza si alzano i prezzi di numerosi prodotti d’uso comune e trovare un accordo tra fornitore e rivenditore diventa ancora più difficile. Ne è un esempio il nuovo “Nutella Gate” scoppiato in Belgio tra Ferrero, produttrice della crema spalmabile alla nocciola più famosa e copiata al mondo, e Colruyt, catena belga di discount focalizzata sull’offrire i prezzi più bassi possibili ai suoi clienti, soprattutto famiglie.

                      Ora sugli scaffali del discount belga sono presenti i barattoli di Nutella da 900g, ma non sono più in vendita quelli da 400g, in quanto finora le due parti non sarebbero ancora riuscite a raggiungere un accordo per quanto riguarda il prezzo. Come riportano alcune testate belghe, le trattative tra Ferrero e Colruyt sarebbero tutt’ora in corso per trovare una soluzione in tempi brevi.

                      “I supermercati sono liberi di scegliere la gamma di prodotti da mettere in vendita. Nel frattempo noi continuiamo ad avere colloqui costruttivi e speriamo che i nostri clienti possano presto ritrovare sugli scaffali un loro prodotto di fiducia”, spiega al giornale belga De Tijd  il portavoce della Ferrero Jan De Grave. “Siamo consapevoli che non avere a scaffale questa referenza possa essere fastidioso per i nostri clienti e ci scusiamo per l’inconveniente. Siamo convinti che la cosa si risolverà rapidamente e che saremo di nuovo in grado di offrire i prodotti mancanti, ad un prezzo corretto per il consumatore”, risponde Patti Verdoodt della Colruyt. Il discount infatti ha poi fatto sapere con una dichiarazione alla VRT che ogni anno la catena conduce trattative con diversi fornitori e, nella maggior parte dei casi, un accordo si trova in tempi brevi. Altre volte, come in questo caso, la trattativa può invece richiedere più tempo.

                      Da sottolineare però come Nutella sia solo l’ultima di una lista di prodotti che mancano dagli scaffali Colruyt. Il discount ha infatti tolto anche alcuni prodotti di Unilever, Colgate-Palmolive e Mondelez. E non è la prima volta che Colruyt affronta diatribe simili sul prezzo: negli anni è toccato anche a Nestlé, Mars, PepsiCo e Coca-Cola. Nel 2020, come riporta The Brussels Times, il caffè della marca tedesca Douwe Egberts è scomparso dagli scaffali per settimane mentre Colruyt chiedeva all’azienda produttrice una riduzione dei prezzi.

                      Che questo fosse un autunno caldo per quanto riguarda l’aumento dei listini era prevedibile. La conseguenza diretta sono le trattative più pressanti tra fornitori e rivenditori: la maggior parte dei produttori hanno già annunciato aumenti di prezzo, ma la GDO, e non solo, teme di avere difficoltà a vendere ai propri clienti prodotti dal prezzo maggiorato. Problema che si fa ancor più pressante per una catena come Colruyt, che si propone di offrire sempre i prezzi più bassi, tralasciando l’estetica del punto vendita, tanto che all’interno dei suoi punti vendita non viene trasmessa nemmeno la radio.

                      D’altro canto dobbiamo presumere che Ferrero dovrà vendere la Nutella a un prezzo probabilmente più alto. Come riporta la recente analisi sulle commodity agricole 2022, si registrano rincari in tutte le 30 materie prime agrifood prese in esame. Rincari in parte dovuti a condizioni climatiche negative, in parte agli effetti negativi della pandemia su logistica e trasporti, in parte per motivi indiretti. Ad esempio, per quanto riguarda le nocciole, in Italia da un lato registrano un calo del 60% per le gelate di inizio anno e prezzi che fanno già segnare aumenti di prezzo superiori al 50% sul 2020. Il mercato mondiale dello zucchero grezzo vede aumenti di prezzo del 30% da inizio anno, mentre per la fava di cacao si registrano rialzi del 20% fra luglio ed inizio ottobre, dopo un anno di tranquillità dovuto alle abbondanti produzioni in Africa. Aumenti del 50% inoltre per i prezzi di tutto il comparto degli oli vegetali (palma, girasole, colza, cocco) nel periodo giugno-ottobre 2021. Senza dimenticare che anche gli imballaggi, dalla plastica al vetro fino alla carta, registrano rincari che vanno a incidere su diversi prodotti, Nutella compresa.

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