È morto all’età di 75 anni Mario Illuminati, imprenditore di spicco della frutta in Toscana e artefice della crescita della Illuminati Frutta di Pieve al Toppo (AR), in particolare negli anni Novanta, quando apportò diversi elementi di ammodernamento in tutte le fasi, dalla produzione alla commercializzazione. È stato anche un grande sostenitore del kilometro zero. Oggi Illuminati Frutta conta 170 addetti che diventano 300 nei periodi di raccolta. I prodotti principali coltivati sono mele, pere, pesche e susine

Dalla Redazione

Mario Illuminati

Si è spento all’età di 75 anni Mario Illuminati, imprenditore della frutta e presidente onorario della Illuminati Frutta di Pieve al Toppo (AR). A portarlo via una malattia pregressa. Nato a Foiano della Chiana, prende in mano l’azienda di famiglia, fondata dal padre, il commendatore Duilio Illuminati negli anni ‘60. Negli anni ‘90 viene insignito del titolo di cavaliere ufficiale e apporta alla sua attività, collocata nel cuore della Valdichiana, varie elementi di ammodernamento nelle diverse fasi del lavoro aziendale: dalla produzione, alla raccolta, fino alla conservazione e soprattutto alla commercializzazione della frutta, dando così notevole impulso all’azienda. La produzione di frutta avviene in una zona particolarmente vocata grazie alle terre fertili e alle forti escursioni termiche nei periodi primaverili ed estivi.

Mario Illuminati lascia il figlio Francesco, presidente e amministratore dell’azienda, la figlia Marianna, la moglie Patrizia e la madre Wanda. La camera ardente è stata allestita nella cappella dell’ospedale San Donato di Arezzo e le esequie si sono tenute venerdì 29 marzo alle ore 16 nel convento dei Frati Cappuccini di Arezzo. Come ha raccontato a La Nazione il figlio Francesco, “Mario Illuminati è stato un precursore del kilometro zero, credendoci per primo in Italia, a metà degli anni ‘90, in controtendenza rispetto al trend dell’economia mondiale che si avviava verso la globalizzazione. Grazie alla sua lungimiranza e attenzione verso il territorio – prosegue il figlio – mio padre aveva collaborato anche con gli atenei toscani, sia con l’Università degli studi di Firenze che con quella di Pisa, per portare avanti progetti di ricerca”.

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