Dalla Redazione
“La campagna di Solinda è alle porte – spiega Andrea Peviani, direttore commerciale di Peviani Spa – tra il 20 e il 25 giugno iniziamo la raccolta e la distribuzione ai nostri clienti, in linea con la campagna 2020. È stata una primavera con un clima bizzarro, che siamo riusciti a gestire a livello agronomico, così da poter ottenere un prodotto di elevata qualità. Poco prima della metà di giugno è esplosa l’estate, con temperature sopra i 30 gradi, e questo non potrà che favorire i consumi delle angurie. Le caratteristiche che distinguono Solinda vengono ormai riconosciute dal consumatore finale che premia la qualità ed è disposto a pagare un piccolo premio. Infatti la croccantezza di Solinda, l’assenza di semi, la sua dolcezza e la buccia sottile, ci hanno consentito di posizionarci al top del segmento mini di cui ormai siamo il riferimento da diversi anni”.
“Coltiviamo Solinda lungo l’arco ionico di Puglia e Basilicata. Questa scelta – precisa Andrea Peviani – è stata fatta dopo aver condotto molteplici test in diversi areali d’Italia. Solinda non è semplicemente un marchio commerciale ma rappresenta una sola e unica varietà di mini anguria di cui deteniamo l’esclusiva che ha trovato in questo areale straordinario il suo luogo d’elezione. La campagna commerciale di Solinda terminerà intorno alla metà di settembre: nell’arco dei mesi estivi ci spostiamo dalle zone marine più precoci alle zone più fresche e collinari per produrre nel periodo tardivo. In sostanza, Solinda è sinonimo d’estate”.
“Commercializziamo il prodotto con il brand Solinda – continua il direttore commerciale di Peviani Spa – ma anche tramite le marche private premium dei nostri clienti che orgogliosamente affianchiamo con passione e competenza. Per Solinda il mercato italiano è strategico, i consumatori italiani sanno apprezzare e valorizzare i prodotti di qualità, importanti sono anche il mercato svizzero e inglese che riconoscono in Solinda oltre alle caratteristiche organolettiche uniche anche la strategicità di essere una varietà che produce solamente frutti dal peso compreso tra 1,3 e 2,9 chili, insomma è una vera anguria mini”.
“Sul tema della sostenibilità, in realtà, siamo sempre stati sensibili al tema della salvaguardia delle api – sottolinea Andrea Peviani – d’altronde sono più di vent’anni che produciamo angurie senza semi, con un’impollinazione che avviene prevalentemente per via entomofila. È proprio per questo che abbiamo messo a punto un protocollo che prevede un disciplinare di difesa molto più stringente con l’abolizione di molecole che, anche se registrate sulla coltura dell’anguria, sono tossiche per le api e tutti gli insetti pronubi, cioè quegli insetti che trasportano il polline da un fiore all’altro, permettendo l’impollinazione e la conseguente formazione del frutto”.
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