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                      Spagna: al via il piano da oltre 2 miliardi contro la siccità

                      Reduce da un 2022 molto caldo e siccitoso, la Spagna sta vivendo negli ultimi quattro mesi una siccità senza precedenti, causata dall’assenza di pioggia e da ondate di calore che minano le produzioni agricole. “Non piove quasi da gennaio: i terreni sono asciutti“, fa sapere Cristobal Cano, segretario generale dell’Unione dei piccoli agricoltori (Upa) dell’Andalusia. Dopo l’aprile meno piovoso degli ultimi 50 anni, l’Andalusia e la Catalogna sono praticamente a secco. Una crisi idrica che sta colpendo ora il 60% delle campagne della Spagna, causando gravi perdite. Per questo il governo spagnolo ha presentato un piano di emergenza da oltre due miliardi di euro per far fronte alla siccità e aiutare un settore agricolo in grande sofferenza. Aiuti tra l’altro che sembrano essenziali se si tiene conto del fatto che la Spagna è il principale esportatore europeo di frutta e verdura

                      Dalla Redazione

                      La Spagna sta attraversando una delle peggiori siccità della storia recente del Paese. Reduce da tre anni di precipitazioni molto scarse e temperature elevate che l’hanno portata ufficialmente in una situazione di siccità a lungo termine, ha visto nel 2022 il sesto anno più secco dello Stato e il più caldo dall’inizio delle registrazioni avviate nel 1961. L’aprile 2023 è stato più caldo rispetto alle medie stagionali e nella prima settimana di maggio il livello dei serbatoi idrici del paese – che immagazzinano l’acqua piovana per l’uso nei mesi più secchi – è sceso al 48,9% della loro capacità: si tratta del quinto calo settimanale consecutivo. Il livello è ancora molto più basso in Catalogna (nord-est) e Andalusia (sud), le due regioni più colpite, dove si aggira intorno al 25%. Siviglia potrebbe subire restrizioni sull’acqua potabile entro l’estate se non pioverà a sufficienza. Nel frattempo, gli agricoltori che da tempo sottolineano la gravità della situazione sono scesi in piazza a protestare chiedendo sostegno al governo in quanto la mancanza di acqua sta mettendo in serio pericolo diverse produzioni alimentari che rischiano di essere abbandonate.

                      Di conseguenza giovedì 11 maggio il governo spagnolo ha presentato un piano di emergenza da oltre due miliardi di euro per far fronte alla siccità e aiutare un settore agricolo in grande sofferenza. Aiuti tra l’altro che sembrano essenziali, soprattutto se si tiene conto del fatto che la Spagna è il principale esportatore europeo di frutta e verdura. Adottate in un Consiglio dei ministri straordinario, queste misure sono state prese proprio alla vigilia dell’apertura ufficiale della campagna elettorale per le elezioni comunali e regionali del 28 maggio, dove la questione dell’acqua si preannuncia centrale.

                      La situazione.

                      Il nuovo rapporto del principale sindacato agricolo del Paese, il Coordinamento delle organizzazioni degli agricoltori e degli allevatori (Coag), traccia un quadro drammatico della situazione del mondo agricolo, che non fa che peggiorare, poiché, si legge: “la siccità sta già asfissiando l’80% dei terreni agricoli spagnoli” e che “più di cinque milioni di ettari di cereali non irrigati” hanno subito “perdite irreversibili”. I dati del precedente rapporto Coag, pubblicato il 13 aprile, parlavano invece del 60% di terreni “asfittici” e di 3,5 milioni di ettari di cereali colpiti.

                      Sempre secondo la Coag, in Andalusia verrà abbandonata la coltivazione del riso, predominante di tradizione, mentre molti agricoltori saranno costretti a togliere gli alberi da frutto in Andalusia, Murcia, Valencia e Catalogna. L’associazione ha poi aggiunto che nella provincia meridionale di Jaen, dove si produce regolarmente oltre un quinto dell’olio d’oliva mondiale, si prospetta una produzione del 20% rispetto al normale raccolto.

                      Nel frattempo, nel sud della Spagna 26 persone sono state arrestate (e 44 sono sotto inchiesta) con l’accusa di aver sfruttato dei pozzi illegali per coltivare frutta tropicale per un danno stimato al demanio idrico pubblico di oltre 10 milioni di euro. Da sottolineare, infatti, come la Spagna sia il più grande produttore europeo di frutta tropicale, coltivazione che richiede grandi volumi d’acqua, tanto che ora a causa della siccità si stima una diminuzione del 25% della produzione di avocado. Nello specifico, durante un’indagine durata quattro anni, le autorità hanno scoperto più di 250 pozzi illegali, trivellazioni e stagni nella zona di Axarquia, in Andalusia, colpita dalla siccità già dal 2021.

                      Le misure.

                      Il ministero dell’Ambiente fornirà 1,4 miliardi di euro principalmente per aumentare la disponibilità di acqua e ridurre le tasse alle aziende agricole interessate. Per farlo si propongono di costruire nuove infrastrutture, a partire dagli impianti di desalinizzazione, al fine di provare a raddoppiare la percentuale di acqua riutilizzata nelle aree urbane dal 10% al 20% entro il 2027. “Questo richiede pianificazione, misure strutturali e anche, ovviamente, piani di aiuto a breve termine e immediati” spiega la minista Teresa Ribera, che poi sottolinea: “La Spagna è un Paese abituato ad affrontare periodi di siccità, ma a causa dei cambiamenti climatici abbiamo un’incidenza molto maggiore di episodi sempre più frequenti e intensi”.

                      Il ministero dell’Agricoltura invece fornirà 784 milioni destinati – fa sapere il ministro dell’Agricoltura Luis Planas, – agli aiuti diretti agli allevatori e ai coltivatori di cereali, che riceveranno anche agevolazioni fiscali. “L’obiettivo principale è garantire la continuità della produzione di cibo, un elemento fondamentale quando si tratta di provvedere ai nostri cittadini, ma che è anche molto importante quando si tratta di prezzi alimentari”, ha dichiarato Planas. Il pacchetto, scrive il Guardian, include anche il divieto di lavorare all’aperto in condizioni di caldo estremo tra metà giugno e metà settembre, ricordando la morte di uno spazzino e di un addetto alla consegna di volantini durante l’ondata di caldo dello scorso luglio nella regione di Madrid.

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