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                      Spinaci che inviano e-mail? Niente bufale, è la scoperta del MIT

                      Gli scienziati del Massachusetts Institute of Technology (MIT) hanno scoperto che gli spinaci, tramite le loro radici, sono in grado di rilevare la presenza nel suolo di materiali esplosivi. Utilizzando la nanobionica vegetale hanno quindi trasformato le loro foglie in veri e propri sensori che, quando ricevono input specifici dal terreno, emettono un segnale che viene letto da una telecamera a infrarossi, che a sua volta fa scattare l’invio di una mail. Potenzialmente questa tecnologia potrebbe essere applicata anche al controllo dell’inquinamento dei terreni e al monitoraggio dei cambiamenti climatici

                      Dalla Redazione

                      spinaci mail

                      Con la nanotecnologia gli spinaci diventano sensori in grado di rilevare componenti del terreno e inviare segnali via mail

                      Spinaci che inviano email? Se a primo acchito sembra una bufala di quelle colossali, che peraltro sta spopolando sui social con numerosi meme, in realtà la notizia è vera e ha anche una solida base scientifica. Si tratta infatti dell’eclatante scoperta fatta qualche anno fa da un gruppo di ingegneri del MIT, il Massachusetts Institute of Technology, guidati dal professor Michael Strano (un nome, un programma, verrebbe da dire!). Nel 2016 gli scienziati del MIT hanno condotto un esperimento di nanobionica vegetale, ovvero quell’ambito di ricerca che prevede l’aggiunta di componenti e sistemi elettronici nelle piante, e hanno scoperto che gli spinaci, in quanto dotati di un apparato radicale molto sviluppato e di grande sensibilità, sono in grado di rilevare nel suolo la presenza di composti nitroaromatici, spesso utilizzati nella fabbricazione di esplosivi.

                      Che i vegetali riescano a “sentire” gli eventi naturali prima che accadano è un fatto assodato: ad esempio prevedono la siccità. Inoltre è provato che riescano anche a percepire la presenza di certe componenti sotterranee.

                      Lo studio del professor Strano si concentrava sui materiali esplosivi sotterrati nel suolo: ad esempio, le mine antiuomo. Il suo team capì che gli spinaci potevano percepirne la presenza. Ma come potevano questi vegetali comunicarla all’essere umano? Grazie all’utilizzo della nanotecnologia, gli scienziati del MIT hanno quindi applicato dei nanotubi di carbonio alle piante, trasformando gli spinaci in dei veri e propri sensori che, quando recepiscono una certa componente chimica, emettono un segnale. Questo segnale viene quindi raccolto da sensori a infrarossi e trasformato in una mail, inviata automaticamente per trasmettere le informazioni agli operatori addetti al controllo.

                      “Le piante hanno un’ottima capacità di analisi chimica – spiega il prof. Michael Strano, come riporta Euronews https://it.euronews.com/2021/02/02/gli-spinaci-intelligenti-del-mit-rilevano-gli-esplosivi-e-prevedono-i-cambiamenti-climatic  – poiché hanno una vasta rete di radici nel suolo, campionano costantemente le acque sotterranee e hanno un modo per autoalimentare il trasporto di quell’acqua fino alle foglie. Sanno che ci sarà una siccità molto prima di noi. Possono rilevare piccoli cambiamenti nelle proprietà del suolo e del potenziale idrico. Se attingiamo a quei percorsi di segnalazione chimica, c’è una grande quantità di informazioni a cui accedere”.

                      Lo scopo iniziale dell’esperimento del MIT era quello di rilevare la presenza nel suolo di materiale esplosivo, ma la scoperta oggi potrebbe essere utilizzata anche per controllare l’inquinamento dei terreni e sorvegliare altre condizioni ambientali che condizionano l’agricoltura. Grazie alla grande quantità di dati che le piante assorbono dall’ambiente circostante, gli spinaci potrebbero anche essere in grado di prevedere i cambiamenti climatici.

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