Dalla Redazione
È entrata in vigore in tutta l’Unione Europea la direttiva Sup (Single Use Plastic), che prevede il bando di prodotti di plastica monouso. Elaborata e approvata la proposta di legge nel 2018 a Strasburgo (leggi qui), nel giugno del 2019 è stata approvata dall’Ue e recepita dall’Italia con legge nazionale nell’aprile 2021. La Sup prevede una riduzione dell’impiego di plastica anche per i bicchieri (in plastica), equiparati alle tazze per bevande. Per i negozianti sarà possibile continuare a vendere i prodotti sino a esaurimento scorte e stock, dopodiché questi prodotti verranno proibiti del tutto.
Quali sono i prodotti vietati dal 3 luglio 2021? Di fatto sono tutti quegli oggetti in plastica monouso: piatti e posate (ma non i bicchieri), cannucce, cotton fioc, palette da cocktail e per le bevande come il caffé, bastoncini dei palloncini, contenitori in polistirolo per alimenti e bevande e quelli in polistirene espanso, molto usato nei fast food. Le norme previste dalla direttiva europea Sup per il momento non impattano sui prodotti usa e getta più diffusi ma più difficili da sostituire con alternative ecologiche, come ad esempio: bottiglie per acqua e bibite, flaconi di detergenti e detersivi, scatolette e buste per i cibi, ortofrutta compresa, che continueranno a restare in uso, a patto di un progressivo impegno lungo tutta la filiera per il riciclo e l’utilizzo di materiali sostenibili. Per i bicchieri di plastica c’è solo un invito a ridurre il consumo.
Verranno sostituiti dalle bioplastiche? Sulle bioplastiche e sulle alternative alla plastica monouso è nato un contenzioso fra l’Italia e la Commissione europea. La direttiva europea infatti non fa distinzione fra oggetti in plastica tradizionale (quella prodotta dal petrolio e non biodegradabile) e oggetti in plastiche “bio” prodotte da materie prime naturali come il mais, biodegradabili e compostabili. L’Italia invece le ha “riabilitate” escludendole dal divieto. Altro tema caldo, che potrebbe portare a una modifica del divieto di utilizzo della plastica monouso riguarda la carta plastificata, ovvero quella ricoperta da una sottile plastica (meno del 10% del peso totale) che solitamente si usa per piatti, bicchieri e altri imballaggi. Nella direttiva non se ne parla, ma le linee guida dell’Ue di maggio hanno esteso il divieto anche a questi prodotti. L’Italia, che è tra i maggiori produttori di entrambi questi tipo di plastica, chiede di rivedere le linee guida e dalla Commissione è arrivata un’apertura.
There is no planet B.
Let’s stop plastic pollution for our whale-being.As of today, 10 plastic products most often found on European beaches are no longer placed on the EU market.
— European Commission 🇪🇺 (@EU_Commission) July 3, 2021
La legge si inserisce anche in un percorso volto a tutelare gli ambienti marini, sempre più inquinati dalla plastica e dalle sostanze che rilascia. Secondo lo studio “The Mediterranean: Mare plasticum” dell’International Union for Conservation of Nature and Natural Resources messa in evidenza da Slow Fish a Genova, la plastica totale accumulata nel Mar Mediterraneo ammonta a circa a un milione e 178 mila tonnellate. Secondo il rapporto i primi tre Paesi che contribuiscono alla sua dispersione sono Egitto, Italia e Turchia.
Mentre l’Unione europea fa un primo passo per eliminare la plastica usa e getta, un gruppo di 14 scienziati di vari Paesi – sottolinea l’Ansa – ha pubblicato sulla rivista Science un appello per un accordo internazionale che vieti addirittura la plastica vergine dal 2040. Da quella data, secondo i ricercatori provenienti da Germania, Australia, Usa, Svizzera, Nuova Zelanda, Finlandia e Ruanda, il mondo dovrebbe smettere di produrre nuova plastica, ed utilizzare solo quella riciclata.
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