L’INFORMAZIONE INDIPENDENTE PER PROFESSIONISTI E APPASSIONATI DI ORTOFRUTTA
                      L'INFORMAZIONE PROFESSIONALE PER IL TRADE ORTOFRUTTICOLO
                      L’INFORMAZIONE INDIPENDENTE PER PROFESSIONISTI E APPASSIONATI DI ORTOFRUTTA

                      Sud Africa: chiuso il porto di Durban, si ferma l’export di agrumi

                      Si blocca l’export di agrumi sudafricani a causa dei violenti scontri scoppiati dai sostenitori dell’ex presidente Jacob Zuma, condannato a 15 mesi di carcere per frode. Gli scontri hanno causato non solo morti e feriti ma anche blocchi stradali e navali. Chiuso il passaggio tra le regioni di produzione e il porto di Durban, le esportazioni di agrumi sudafricani sono bloccate. Per il settore degli agrumi, la violenza e le interruzioni arrivano nel momento peggiore, in quanto la raccolta delle arance Valencia, che rappresentano una parte importante dell’export del Paese, è iniziata solo questo mese e i produttori sono ora nel periodo di picco della raccolta e del confezionamento

                      di Valentina Bonazza

                      agrumi sud africa

                      A sinistra proteste e saccheggi a Durban (Sud Africa), a destra azienda assediata dalle proteste (Twitter, radio East Coast)

                      Si blocca l’export di agrumi dal Sud Africa (ma anche di petrolio e altre merci) a causa delle violenze e disordini scoppiati il 10 luglio per sostenere Jacob Zuma, l’ex presidente condannato a 15 mesi di detenzione a partire dal 7 luglio, e che si sono poi trasformate domenica 11 luglio nei peggiori disordini degli ultimi 27 anni, dopo la fine dell’apartheid. Le città più colpite sono le aree più povere della provincia di Gauteng, dove si trova la città di Johannesburg, e della provincia di KwaZulu-Natal, da cui proviene l’ex presidente Zuma, che deve scontare la pena a seguito della mancata comparizione davanti ai giudici in un processo per 16 accuse di frode a febbraio del 2020.

                      Gli scontri hanno causato non solo morti e feriti, ma anche blocchi stradali e navali, che hanno compromesso l’export di agrumi del Sud Africa. Camion sono stati incendiati sulle principali arterie stradali, i negozi in questi giorni sono stati saccheggiati e incendiati, mentre per le strade aumentano i disordini: la polizia conta circa 70 vittime, dovute alle fughe precipitose di migliaia di persone che scappavano dopo aver rubato cibo, alcool, elettrodomestici e vestiti dai negozi. Il dispiegamento di 2.500 soldati per sostenere la polizia sudafricana finora non è però bastato a fermare i disordini diffusi, tanto che il 13 luglio una stazione radio è stata saccheggiata e costretta a bloccare le trasmissioni, mentre nella notte tra il 13 e il 14 luglio, le violenze si sono diffuse in altre due province, Mpumalanga, appena ad Est di Gauteng, e Northern Cape.

                       

                      Per il settore degli agrumi questo blocco avviene nel periodo peggiore, in quanto la raccolta delle arance Valencia, che rappresentano una parte importante dell’export del Paese, è iniziata solo questo mese e i coltivatori del nord del Paese sono appena entrati nel periodo di picco della raccolta e del confezionamento.

                      “Chiuse tutte le arterie principali che portano al porto di Durban gli agrumi non possono raggiungere il porto – fa sapere Justin Chadwick, amministratore delegato della Citrus Growers’ Association (CGA) -. Tuttavia, i coltivatori stanno ancora raccogliendo e confezionando i loro agrumi, che attualmente si stanno accumulando nei magazzini dell’entroterra. Una volta placata la protesta la frutta sarà trasportata via camion al porto di Durban: azione che provocherà probabilmente una congestione delle strade che portano al porto. La situazione di stop start non è l’ideale per i mercati, che danno il meglio quando sono riforniti in modo uniforme per tutta la stagione”. L’11 luglio, invece, Christo van der Rheede, amministratore delegato della federazione delle organizzazioni agricole, ha dichiarato al Sunday Times che agrumi, dal valore complessivo di 15 milioni di euro, in viaggio verso il porto di Durban, pronti per essere esportati, sono stati distrutti nelle proteste.

                      Notizie non confermate suggeriscono che gli esportatori di agrumi nel nord del Paese stanno ora dirottando la frutta verso i due porti del Capo Orientale e del Capo Occidentale per eliminare le scorte che si sono accumulate nei centri di confezionamento e nei magazzini frigoriferi. Questa è un’opzione logistica molto più lunga e costosa, ma i coltivatori affermano di non avere altra scelta per portare la frutta sul mercato il prima possibile. Durban è anche un porto vitale per i coltivatori dello Zimbabwe e dello Swaziland, e la chiusura avrà probabilmente un grande impatto sui coltivatori di questi Paesi. È anche uno dei porti d’importazione più trafficati del Sudafrica e la situazione attuale influenzerà le forniture al mercato locale.

                       

                      Finora, l’industria sudafricana degli agrumi ha spedito 55 milioni di cartoni sui 156 milioni di cartoni previsti per l’export. Circa 78 milioni cartoni sono già stati imballati e la grande sfida ora è quella di spostare il più presto possibile verso i porti la merce che si trova nell’entroterra. Dopo più di cinque giorni di rivolte, a Durban sembrano scarseggiare i generi di prima necessità e i pochi punti vendita che vendono al pubblico devono razionare i loro prodotti. Alcuni magazzini frigoriferi sono stati saccheggiati e alcuni produttori alimentari hanno già chiuso le loro unità di produzione per evitare di essere assaliti: azioni che si tradurranno, molto probabilmente, in grandi carenze nei prossimi mesi.

                      Copyright: Fruitbook Magazine