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                      Terra Mia Italia: nella blockchain anche i pachino di Agricola San Lorenzo

                      terra mia italia

                      Prosegue il lavoro capillare di Terra Mia Italia nelle diverse regioni della Penisola finalizzato a coinvolgere nel suo progetto le OP capaci di fare realmente la differenza. Un impegno importante che giorno dopo giorno sta prendendo sempre più forma e trovando consensi. Nel caso specifico facciamo riferimento alla Sicilia e a Pachino, luogo simbolo quando ci si riferisce all’IGP e alla grande qualità.

                      La Cooperativa Agricola San Lorenzo rappresenta un’eccellenza di settore e quando si parla di pomodori è in grado di garantire una produzione assolutamente unica che prende forma in una terra vocata alla stessa, appunto quella di Pachino: “Siamo nati nel 2012 – spiega Giuseppe De Luca – ma proseguiamo una tradizione di famiglia che ha preso forma negli anni ’90 con il lavoro e la cura del dettaglio che ha sempre contraddistinto la filosofia operativa dei miei genitori. Con mia sorella Elisa e i nostri collaboratori cerchiamo costantemente di migliorarci per offrire al mercato un prodotto capace di distinguersi. Siamo su territori IGP e, come detto, il pomodoro è la nostra punta di diamante. Parliamo di tre tipologie principali ovvero quelle del ciliegino, del datterino e del costoluto. La differenza rispetto alla concorrenza la fa il gusto del nostro pomodoro”.

                      È ormai realtà la collaborazione con Terra Mia Italia e con il progetto del presidente Marco Bellucci, che sta portando in questi giorni in blockchain il prodotto principe della Cooperativa San Lorenzo. Quali le motivazioni alla base di questa collaborazione? “Siamo entrati a far parte di questo progetto attraverso il contratto di rete – prosegue Antonio De Luca – e riteniamo che la qualità e la tracciabilità del prodotto rappresentino garanzie assolute a tutela del consumatore e della GDO. Lavoriamo principalmente con il mercato italiano, quello tedesco e quello francese. È proprio quest’ultimo che ci ha dato negli anni le maggiori soddisfazioni in quanto a riconoscimento della qualità delle nostre principali referenze. L’italiano e il tedesco faticano ancora a riconoscere la nostra unicità. Crediamo che proprio grazie alle sinergie che stiamo mettendo in atto con Terra Mia Italia e al sistema Blockchain il nostro pomodoro possa trovare la valorizzazione che merita”.

                      La qualità dunque paga? “Assolutamente, bisogna continuare a perseguirla come modus operandi e credere nelle nuove metodologie che permettono di farla diventare realtà. Il momento è ovviamente difficile per noi produttori, che ci curiamo dell’intera catena, dal campo al confezionamento, ma solo investendo è possibile fare il salto di qualità. Non è facile perché vediamo quotidianamente l’incremento dei costi e le problematiche che gravitano nel nostro mondo ma bisogna continuare a crederci rivolgendoci ad una clientela qualificata che è in grado di apprezzare la differenza e lavorando con partner qualificati e dotati di una visione a medio e largo raggio”.

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