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                      UK: a rischio il 22% dei prodotti alimentari importati a causa dei cambiamenti climatici

                      I cambiamenti climatici mettono a rischio il 22% circa della frutta, verdura, legumi e prodotti a base di carne provenienti da Paesi vulnerabili alla crisi climatica e ampiamente presenti sulle tavole delle famiglie del Regno Unito. Lo rivela una recente ricerca di Christian Aid, secondo la quale tra i prodotti più a rischio sono le banane, uva, avocado, caffè e tè
                      Dalla Redazione

                      Quasi un quarto dei prodotti alimentari che arrivano nel Regno Unito potrebbe scomparire dagli scaffali dei supermercati UK nei prossimi anni a causa del cambiamento climatico. A sottolinearlo una nuova ricerca dell’organizzazione benefica Christian Aid, secondo la quale ben il 22% di frutta, verdura, legumi e prodotti a base di carne che arrivano sulle tavole dei britannici proviene da Paesi che sono molto vulnerabili a causa dei cambiamenti climatici come Brasile, Sudafrica, India, Vietnam, Perù, Colombia, Costa d’Avorio e Kenya.

                      L’aumento delle temperature e i numerosi eventi estremi causati dai cambiamenti climatici porteranno sempre di più ad avere raccolti distrutti e quindi meno cibo a prezzi più alti, soprattutto per le banane, l’uva, l’avocado, il caffè e il tè.

                      La notizia arriva poco dopo che il mese scorso, l’Unione Nazionale degli Agricoltori (NFU) aveva esortato il governo a prendere sul serio la produzione alimentare nazionale per garantire che il cibo sulle tavole dei britannici riceva la stessa attenzione e prirità politica che sta assumendo l’ambiente, visto quanto sono estremamente legato l’uno all’altro.

                      La presidente dell’NFU, Minette Batters, ha dichiarato: “Non ho mai conosciuto una tale volatilità nel sistema alimentare globale. Il cambiamento climatico sta distruggendo la produzione alimentare in tutto il mondo: gli agricoltori dell’Europa meridionale stanno letteralmente lottando contro gli incendi, mentre i contadini di qui si disperano perché devono spendere migliaia di sterline per essiccare il grano fradicio”.

                      Il direttore generale di Christian Aid, Patrick Watt, ha aggiunto: “Il Regno Unito sarà anche un’isola, ma in un mondo sempre più interconnesso non possiamo sfuggire ai danni causati dal cambiamento climatico. La crisi climatica sta sconvolgendo sempre più le catene di approvvigionamento alimentari presenti nei panieri della spesa britannica e rischia di aggravare la crisi del costo della vita. Il governo britannico deve collaborare con altri soggetti per fornire il sostegno finanziario necessario ad aiutare le comunità vulnerabili ad adattarsi a un clima in rapido cambiamento”.

                      A marzo, ad esempio, Waitrose aveva annunciato l’intenzione di investire 1 milione di sterline nei prossimi anni per aiutare i fornitori in Africa e Sud America colpiti dai cambiamenti climatici. La Fondazione Waitrose ha istituito un nuovo “Programma di resilienza climatica” che fornirà indicazioni e strumenti su come mitigare gli effetti del riscaldamento globale.

                      Anche esperti e associazioni, tra cui Green Alliance e Fairtrade Foundation, hanno avvertito che è necessario agire, e in fretta. Così Christian Aid chiede ai Paesi ricchi, Regno Unito compreso, di mantenere l’impegno di inviare 100 miliardi di dollari di finanziamenti per il clima ai Paesi in via di sviluppo al fine di aiutare gli agricoltori dei paesi produttivi poveri e a rischio di adattarsi ai cambiamenti climatici.

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