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                      Uk, governo annuncia stretta sulle promozioni di prodotti “non salutari”

                      Nel Regno Unito il governo di Sua Maestà annuncia che le promozioni di cibi e bevande con un alto tasso di grassi, sale o zucchero (i cosiddetti HFSS), spesso rivolte ai più piccoli, verranno limitate a partire da aprile 2022 in supermercati e negozi di media e grande superficie. Il divieto riguarderà prodotti e snack confezionati, che non potranno quindi essere oggetto di promozioni “due al prezzo di uno” o “tre per due”, né potranno essere promossi in zone strategiche del punto vendita, come le casse o gli scaffali a fine corsia. Ecco come, in un Paese con un alto tasso di obesità e un sistema sanitario pubblico indebolito dai tagli e alle prese con il Covid-19, il governo pensa di correre ai ripari. E il Made in Italy? 

                      di Massimiliano Lollis

                      UK

                      Nel Regno Unito ci si prepara a una stretta epocale sul cibo “non salutare”, ovvero quello con alti tassi di grassi, sale o zucchero (i cosiddetti HFSS, high in fat, sugar and salt) nella grande distribuzione: come ha confermato lo scorso 28 dicembre un comunicato del Ministero della Salute britannico, a partire da aprile 2022 ci saranno limitazioni sulle offerte “due al prezzo di uno” o “tre per due” di cibi “non salutari” in tutte le catene di supermercati e negozi di alimentari di media e grande superficie, così come divieti di refill gratuito di bevande zuccherate nella ristorazione.

                      Non solo: i supermercati non potranno più promuovere prodotti HFSS in zone ritenute fondamentali all’interno del punto vendita, come negli espositori vicini alle casse, ma anche all’entrata del punto vendita e negli scaffali in fondo alle corsie, dove generalmente la categoria dei soft drink vede incrementi nelle vendite del 50%. Ma il divieto non varrà solo per i negozi fisici: lo stesso sarà imposto anche sulle piattaforme di grocery online. Verranno risparmiati solo i negozi più piccoli (sotto i 185 metri quadrati di superficie) e gli specializzati, per esempio i negozi che vendono esclusivamente cioccolato. Stop quindi ai prodotti HFSS nelle promozioni. Ma come si potrà stabilire se un prodotto è sano o meno? Per farlo – spiega il governo – si dovrà utilizzare il Nutrient Profiling Model sviluppato dalla Food Standards Agency (FSA) britannica tra il 2004 e il 2005.

                      E il Made in Italy? È ancora presto per capire se i prodotti alimentari italiani verranno penalizzati da queste politiche, sulla scia delle etichette Nutriscore e a semaforo adottate in Francia e in altri Paesi UE (oltre che nello stesso Uk), ma le informazioni diffuse dal governo sembrano escludere per ora che i divieti di promozione riguardino l’agroalimentare italiano. “La policy – si legge nel comunicato – ha come oggetto i prodotti che possono contribuire in modo significativo all’assunzione di zucchero e calorie nei bambini, e che sono fortemente promossi a livello commerciale”. Nello specifico, la lista del governo riguarda le seguenti categorie di prodotti confezionati: bibite analcoliche, torte, dolciumi al cioccolato e a base di zucchero, gelati, prodotti di pasticceria, budini, biscotti, cereali per la prima colazione, yogurt, bevande a base di latte con aggiunta di zucchero, bevande a base di frutta con aggiunta di zucchero, pizza, piatti pronti, merendine e prodotti da forno impanati e pastellati, patatine fritte, snack salati e a base di patate.

                      Nelle intenzioni del governo guidato da Boris Johnson, le nuove regole che scoraggiano le promozioni sul cibo calorico e zuccherato dovrebbero aiutare i cittadini britannici a fare scelte più sane in materia alimentare. In effetti – osserva il comunicato – se è vero che le promozioni sono spesso percepite come strumenti di risparmio per il consumatore, i dati a disposizione dimostrano che dal punto di vista della catena, la promozione è un ottimo modo per incentivare la vendita di un prodotto, con aumenti vicini al 20%. Le promozioni – questo è il ragionamento alla base del provvedimento – spingono i consumatori ad acquistare più del necessario: se il prodotto non è salutare, il risultato è quello di riempire i carrelli e le dispense di prodotti ricchi di zuccheri, sale e grassi. Di qui la decisione del ministero per incentivare un’alimentazione migliore e più salutare per tutti.

                      Uk

                      Jo Churchill, ministra della salute (foto: Jo Churchill, sito ufficiale)

                      “Sappiamo che le famiglie vorrebbero ricevere più promozioni su prodotti sani, ed è per questo – afferma la ministra della salute Jo Churchill – che stiamo introducendo una serie di misure per fare in modo che quella per un prodotto sano sia la scelta più facile. Creare un ambiente che permetta a chiunque di mangiare sano in modo più regolare è fondamentale per migliorare la salute della nostra nazione”.

                      Nel 2021 la strategia governativa sarà sostenuta da Better Health Campaign, una campagna di comunicazione ad hoc voluta dal ministero, che vedrà una serie di nuovi spot in tv e online per incentivare uno stile di vita sano nella popolazione. Una popolazione, quella del Regno Unito, già duramente colpita dall’obesità: solo in Inghilterra circa due terzi (63%) degli adulti sono sovrappeso o obesi, mentre un bambino su tre è obeso o sovrappeso al termine della scuola primaria. Nel complesso, le malattie correlate all’obesità costano all’NHS (il servizio sanitario pubblico) 6 miliardi di sterline ogni anno: non stupisce quindi che il governo stia pensando di correre ai ripari per salvare la sanità pubblica, già provata a causa dei tagli imposti dalle misure di austerity degli ultimi anni e, più recentemente, dall’epidemia del Covid-19.

                      La stretta sulle promozioni di cibo “non salutare” segue a distanza di circa un mese e mezzo l’avvio delle consultazioni in merito a una legge che, se approvata, potrà proibire ogni tipo di pubblicità di “cibo spazzatura” su Instagram, Twitter e Facebook, così come le ricerche sponsorizzate di questi prodotti su Google. Come riporta la BBC, la consultazione del governo con i rappresentanti dell’industria alimentare dovrebbe concludersi in questi giorni, al termine di sei settimane di confronto. Il governo stima che nel 2019 sono stati circa 15 miliardi i contenuti pubblicitari di fast food e “cibo spazzatura” che hanno raggiunto utenti minori di 16 anni, rispetto a soli 700 milioni due anni prima.     

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