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                      Verona, rifiuti interrati illegalmente sotto i campi. Indagato Luciano Manfrini

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                      Dalla Redazione

                      Il 23 gennaio 2020 dai Palazzi Scaligeri della Provincia di Verona è partito l’appello alla cittadinanza per segnalare la presenza di rifiuti sotterrati illegalmente nelle campagne agricole. Ad unirsi all’appello anche la Polizia Provinciale, i Vigili del Fuoco, la Polizia Locale di Zevio e il sindaco di  Minerbe, Andrea Girardi. L’appello segue all’annuncio della scoperta di otto siti, su dieci fondi controllati, nei quali sono stati smaltiti irregolari scarti da lavori agricoli ed edili. Le verifiche sono avvenute tra l’ottobre e la fine di novembre del 2018. L’indagine ha riguadato sei mila metri quadri di fondi agricoli, ora tutti sotto sequestro, sparsi tra i Comuni di Bevilacqua, Minerbe, Zevio e Boschi Sant’Anna, tutto in provincia di Verona.

                      L’inchiesta viene condotta dal pubblico ministero Paolo Sachar della Procura di Verona. Il principale indagato è l’imprenditore Luciano Manfrini di Minerbe, proprietario dei fondi finiti nel mirino della Polizia Provinciale. Il cinquantanovenne è accusato di smaltimento illecito di rifiuti. I Comuni interessati dalle indagini hanno già provveduto a sottoscrivere le ordinanze con le quali si dispone il ripristino dei siti contaminati con la loro bonifica. Sono finiti sotto indagine anche alcuni proprietari di fondi che lo stesso Manfrini  aveva affittato. La procura, però, ha già archiviato almeno una di queste posizioni in quanto la titolare del terreno non abitava in zona e non poteva essere a conoscenza di questo smaltimento illecito.

                      Nei terreni agricoli – utilizzati per coltivazioni di frutta, ortaggi e cereali – gli inquirenti hanno trovato rifiuti a una profondità tra uno e sei metri. In particolare: teli di plastica usati per le coltivazioni, tubazioni di plastica per l’irrigazione, teli di tessuto per uso agricolo, materiale ferroso, residui di contenitori di plastica, contenitori di fitofarmaci, fusti metallici rotti con residui di oli esausti, materiale edilizio, pannelli isolanti, legno, materiale plastico vario, colonne e lastre di cemento, rottami metallici di veicoli, elettrodomestici e pneumatici. “Si parla tanto di Terra dei fuochi – ha dichiarato il sindaco di Minerbe, Andrea Girardi – ma rischiamo di avercela in casa. La popolazione va sensibilizzata”.

                      Luciano Manfrini non è un nome nuovo agli inquirenti, essendo indagato anche per l’indagine definita “Asfalto avvelenato“, collegata peraltro a quella della Procura di Verona.  L’accusa in questo caso è di traffico illecito di rifiuti e viene mossa dalla Direzione distrettuale Antimafia di Venezia (leggi l’articolo de Il Mattino di Padova) a Luciano Manfrini e ad altri due imprenditori veronesi: Giuseppe Domenico Tavellin e Stefano Sbizzera, entrambi di Cerea. I tre indagati avrebbero utilizzato 300 mila tonnellate di rifiuti inquinanti per la realizzazione di alcune strade interpoderali in oltre cento comuni di Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna. Strade private, dunque, perlopiù di campagna, legate all’attività di qualche azienda agricola.

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