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                      Weekend di maltempo, campi e frutteti falcidiati da grandine e bombe d’acqua

                      Un’altra ondata di maltempo nel weekend appena trascorso ha interessato diverse aree della Penisola, con grandine e bombe d’acqua che sabato 25 maggio si sono abbattute su campi e frutteti, dal Veneto, alla Liguria, fino alla Romagna, distruggendo raccolti, seminativi e frutti. Coldiretti e Confagricoltura locali fanno una prima conta dei danni, in un maggio che, purtroppo, anche quest’anno presenta un conto salato agli agricoltori

                      Dalla Redazione

                      grandine

                      Tra temporali e schiarite, anche il weekend appena trascorso è stato caratterizzato da un forte maltempo in varie zone della Penisola, con la grandine che si è abbattuta violentemente in alcuni areali causando ingenti danni all’agricoltura.

                      Veneto

                      Sabato 25 maggipo è stata una giornata di forte maltempo in molte zone del Veneto. Nel Rodigino, in particolare nel Basso Polesine, sono caduti chicchi giganti di grandine, che insieme alle violenti piogge hanno causato la perdita di molti raccolti nella area di pregio orticolo e cerealicolo che va dal comune di Adria a quello di Ficarolo, Porto Viro, Loreo, Gavello.

                      “Sopralluoghi sono in corso da parte degli agricoltori nelle zone colpite dalle avversità atmosferiche per una prima ricognizione dei danni – fa sapere Coldiretti Rovigo, come riporta Il Resto del Carlino -. Formulare stime in questo momento non è possibile perché i fattori da esaminare sono numerosi. Si tratta, infatti, di considerare non solo i danni diretti ma anche quelli indiretti che riguardano il ripristino dei terreni e le risemine. La situazione per l’agricoltura è critica per il perdurare delle condizioni climatiche che non lasciano tregua nei campi. Tutte le fasi di lavorazione dei terreni sono bloccate per il ristagno idrico con le coltivazioni in asfissia. Nell’alta padovana è completamente azzerato il raccolto di fieno maggengo alimento principale degli animali allevati nelle stalle”.

                      Anche la Bassa Veronese sabato mattina è stata interessata da un violento nubifragio. In dieci minuti sono scesi 60 millimetri di pioggia, accompagnati da grandine di piccole dimensioni ma persistente. L’episodio di maltempo ha creato una fitta coltre di ghiaccio a terra, danneggiando le colture presenti in zona, in particolare, erbacee, tabacco, mais e pomodoro. Il maltempo con grandine ha colpito anche i Comuni di Boschi Sant’Anna, Casaleone, Belfiore, Roverchiara, San Pietro di Morubio e Zevio.

                      Bombe d’acqua anche nel Padovano, con il comune di Montagnana particolarmente coltpito: le campagne della zona sono allagate. Anche nella zona dei colli Euganei, infine, sabato è grandinato, con danni che per ora sembrano essere stati limitati.

                      Liguria

                      Maltempo e grandinate hanno coinvolto nella mattinata di sabato 25 maggio anche la Liguria. Nel Tigullio un violento temporale si è abbattuto su Lavagna, Chiavari e Sestri Levante, con tanto di grandinata, che ha causato problemi ai campi e alle colture. “Un paesaggio surreale quello che si è presentato oggi agli occhi dei nostri agricoltori – spiegano Luca Dalpian e Paolo Campocci, presidente e direttore di Coldiretti Genova -. Le forti piogge e gli accumuli intensi di grandine hanno ricoperto e creato problemi dalle coste all’entroterra di tutto il Tigullio. I nostri agricoltori lamentano danni alle coltivazioni e c’è grande apprensione per le nostre colture”. “Il problema di nubifragi e grandinate – continuano – è anche il non riuscire ad avere la possibilità di mettere a posto e aggiustare i campi e gli orti rovinati dall’evento precedente”.

                      Un susseguirsi, dunque, di fenomeni anomali che preoccupano per la resa delle colture. La primavera è infatti una stagione fondamentale per la resa agricola annuale: “Siamo nella stagione della rinascita – proseguono gli esponenti di Coldiretti -, ma come si può pensare che il lavoro di un agricoltore riesca a venir ripagato se non siamo preparati a gestire un’evidente urgenza climatica come questa? Danni ai vigneti, ortaggi distrutti, campi devastati e seminativi spariti: la situazione ci impone di ipotecare l’andamento annuale delle colture e sperare in un intervento politico a favore di deroghe che considerino le condizioni attuali, onde evitare un’ulteriore pioggia sul bagnato”.

                      Romagna

                      Il mese di maggio anche quest’anno presenta un conto salato agli agricoltori romagnoli. Solo nel forlivese, colpito a più riprese da grandinate e piogge intense, la stima è di 80 milioni di euro di danni. Lo afferma Alberto Mazzoni, presidente della Consulta di Confagricoltura di Forlì e vicepresidente di Confagricoltura Forlì-Cesena e Rimini. “Già nei giorni scorsi – spiega -, dopo i primi eventi grandinigeni, i tecnici di Confagricoltura sono stati sul territorio per verificare i danni causati dalle grandinate di inizio settimana, che si erano concentrate soprattutto a Villafranca, dove ci sono stati frutteti che hanno perso l’80% della produzione; e in misura minore a Villagrappa e Villanova, dove invece oggi la grandine si è abbattuta violentemente azzerando le produzioni frutticole. Oggi, inoltre, la grandinata ha interessato un territorio molto più vasto, arrivando fino al cesenate: un fenomeno dalla portata importante che è stato accompagnato da una pioggia davvero violenta. I danni sono su frutteti, ma anche sulle vigne e poi sul grano: steso a terra dal vento e con tutta questa acqua il rischio di muffe e attacchi fungini aumenta. A questo bollettino si aggiungono poi i danni del 20 aprile nella zona di Longiano”. 

                      Davanti a questa situazione è ineludibile una riforma della gestione del rischio in agricoltura. “È quello che chiediamo da tempo – rimarca Mazzoni -. I fenomeni estremi sono sempre più violenti e soprattutto più frequenti, se ne saranno accorti anche i cittadini che i chicchi di grandine caduta sono molto più grossi di quelli a cui eravamo abituati un tempo. Ecco, è facile immaginare gli effetti di questi proiettili sulle nostre coltivazioni. Davanti a questi episodi, anche i sistemi di difesa attiva vanno in crisi, abbiamo visto reti antigrandine crollare per il peso del ghiaccio che si era accumulato. Per gli agricoltori diventa poi sempre più difficile assicurarsi, le compagnie tendono ad avviare le campagne assicurative sempre più tardi, con criteri penalizzanti e con costi molto elevati, ma c’è anche il problema di una contribuzione pubblica che scende”. “Il sistema va quindi riformato – conclude Mazzoni -, perché la difesa passiva tradizionale per come la conosciamo non è più adeguata, mentre il nuovo fondo Agricat riguarda solo gli eventi catastrofali (gelo/brina, alluvione e siccità). Alla politica chiediamo l’attenzione già avuta nei passati eventi catastrofali, perché ci sono aziende che si troveranno praticamente senza produzione e senza reddito”.

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