L’INFORMAZIONE INDIPENDENTE PER PROFESSIONISTI E APPASSIONATI DI ORTOFRUTTA
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                      L’8 marzo non ci basta più!

                      Impariamo a promuovere le nostre capacità con qualche mossa di branding sulla nostra immagine manageriale

                      di Alessandra Ravaioli, amministratore RP Circuiti e presidente di Dinamica

                      8 marzo donne ortofrutta

                      Non c’è tanto da festeggiare in questo 8 marzo 2024. C’è piuttosto bisogno di capire come far uscire dal dietro le quinte le tante donne che operano con competenza nel settore ortofrutta. I numeri, in generale,  sono impietosi e riguardano tutte. Stipendi più bassi, minori presenze femminili ai vertici, minore occupazione e quindi minore autonomia. Attribuzione costante e gratuita del ruolo di cura.

                      Eppure non mancano gli studi che dimostrano come una maggiore diversità, non solo di genere, porti effetti molto positivi nelle imprese, anche a livello di bilancio. Le aziende con almeno tre dirigenti donne hanno un aumento mediano del ROE superiore di 11 punti percentuali in 5 anni rispetto a quello delle aziende senza dirigenti donne. Le aziende con almeno il 30% dei dirigenti donne hanno un aumento del 15% della redditività rispetto a quelle senza dirigenti donne. Basta una sola donna in più nella leadership per aumentare il rendimento di un’azienda da 8 a 13 punti base (fonte Sole24 Ore, 13 febbraio 2024).

                      donne ortofrutta Ravaioli

                      Alessandra Ravaioli

                      Quindi, cosa aspettiamo?

                      A questo punto proviamo a dare una spinta all’affermazione femminile con strumenti di branding per valorizzare le tantissime competenze femminili mal sfruttate nelle aziende italiane.

                      In occasione di un importante evento aziendale del dicembre scorso , organizzato da Ioppì, sono stata coinvolta in un intervento per parlare della mia esperienza pluridecennale nel settore e ho potuto pensare con attenzione a quali ingredienti utilizzare per far emergere talenti femminili. L’idea è quella di uscire da dietro le quinte e comportarsi con se stesse come ci si comporterebbe con un brand.

                      Il vademecum che ne ho ricavato è scaricabile qui ed è un regalo a tutte le donne che vogliono affermare le proprie capacità.

                      La premessa che ritengo indispensabile fare è anche la conclusione del vademecum e contiene sei punti chiave per crescere ed affermare la propria leadership e conquistare spazio a tutti i livelli professionali. Ci vuole una strategia: è fondamentale avere ben chiaro dove si vuole andare e come. Serve autenticità perché soprattutto oggi dove impera la comunicazione sui social  è indispensabile essere sinceri e veri in quello che si fa e che si dice, perché cadere in contraddizione porta una immediata caduta di apprezzamento non più risolvibile (il caso Ferragni insegna). È la stessa cosa che si deve fare con un un brand. La purpose di un brand deve essere credibile e autentica. Serve anche l’ empatia perché è vincente, come la coerenza. È indispensabile la conoscenza, perché oggi tutto è sempre più complesso e occorrono strumenti per decifrare la realtà. Serve infine lealtà di genere, per supportarsi e sostenersi senza competizioni e quest’ultimo punto deve essere tenuto sempre in enorme  considerazione dalle donne che vogliono emergere, perché capita che ci si affossi proprio tra donne e certamente è una grande debolezza.

                      Step by step, con azioni mirate a fare emergere la propria diversità, esattamente come si fa con un prodotto a marchio, che va valorizzato per farne percepire le peculiarità uniche, si conquisteranno spazi e posizioni che non potranno che essere una ventata di nuove idee e nuovi modelli di leadership in ruoli decisionali, fondamentali per il settore ortofrutta e non solo.

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