Dalla Redazione
App digitali e piattaforme che consentono ai consumatori di evitare che il cibo ancora buono finisca nella spazzatura, condividendolo con gli altri o donandolo. Vetrine virtuali dove è possibile acquistare prodotti vicini alla scadenza a prezzi scontati. O, ancora, piattaforme di food sharing dove il cibo in eccedenza, dai privati o dalle realtà della grande distribuzione e della ristorazione, viene messo a disposizione di associazioni ed enti caritatevoli. Un articolo uscito il 31 ottobre su Italia Oggi Sette descrive nel dettaglio alcune di queste nuove realtà digitali, che offrono varie possibilità per combattere lo spreco alimentare.
Una soluzione anti spreco è quella che prevede l’acquisto di prodotti che stanno per scadere a prezzi convenienti. Last Minute Sotto Casa, ad esempio, è una app che consente ai consumatori di ricevere notifiche dai negozi della propria zona su prodotti vicini alla scadenza o in eccedenza, venduti a prezzi scontati. È attiva a Torino, Genova, Napoli e in Sicilia con 60 mila utenti registrati e alcune centinaia di punti vendita aderenti.
Simile il funzionamento di MyFoody, start up italiana lanciata a marzo scorso per valorizzare i prodotti alimentari che rischiano di diventare rifiuto nella grande distribuzione. Anche questa applicazione mette in connessione, tramite geolocalizzazione, negozi e supermercati che hanno merce disponibile (prodotti in scadenza o in eccedenza e prodotti con difetti estetici o di confezionamento) con i consumatori, permettendo ai vari punti vendita segnalare le proprie offerte. Nella app sono presenti anche contenuti multimediali con ricette anti spreco e consigli su come conservare meglio i cibi per preservarne la shelf life. La rete di punti vendita che ha aderito si trova prevalentemente a Milano, e anche a Torino e Novara. L’ultima adesione è quella di U2 Supermercato, che a fine ottobre ha messo in rete il punto vendita di zona Lambrate a Milano, con una vetrina di prodotti acquistabili direttamente nel supermercato a metà prezzo perché vicini alla scadenza.
Scambiacibo è invece una piattaforma di food sharing nata a Bologna e sostenuta da Coop Alleanza 3.0. Il funzionamento è molto semplice. Chiunque può collegarsi sul sito, inserire i propri dati, la propria geo-localizzazione e appena c’è del cibo che presumibilmente andrà a male fargli una foto, scrivere due righe e lanciarlo in rete. In frigo mi sono rimaste delle zucchine? Invece di buttarle nel pattume, le fotografo, indico la scadenza e il luogo dove trovarle.
Ratatouille, disponibile per ora solo su Apple store, permette di visualizzare su una mappa i frigoriferi più vicini, con cibi messi in condivisione, date di scadenza indicate, orari e giorni in cui passare per il ritiro. Si rivolge non solo a soggetti privati, ma anche a strutture come ostelli della gioventù e studentati.
Ci sono poi piattaforme che danno consigli utili su come utilizzare gli avanzi in cucina in modo creativo, evitando che finiscano nella spazzatura. Eco dal frigo è un sistema che propone ricette a partire da quello che c’è già in casa, selezionando gli ingredienti. Una Buona Occasione (UBO), invece, è una sorta di vademecum online che contiene informazioni utili su 500 cibi, con consigli sulla loro conservazione, informazioni nutrizionali e sulla shelf life, sulla stagionalità, sulla sostenibilità e sule dosi consigliate nella dieta.
Le tecnologia digitale offre infine anche soluzioni per chi, invece di sprecare, preferisce donare gli alimenti in eccedenza a enti e associazioni benefiche. Bring the Food ad esempio mette in contatto chi ha del cibo da donare con gli enti caritativi della sua zona, che possono prenotare ciò che è stato offerto e poi passare a ritirarlo. Breading invece collega i vari enti caritativi con le attività commerciali, che a fine giornata mettono i rete i prodotti freschi avanzati (ad esempio il pane). Infine IFood Share è una piattaforma digitale che permette la condivisione di diversi quantitativi di prodotti da arte di privati, grande distribuzione, piccoli esercenti, aziende agricole e panificatori. Le “ceste alimentari” offerte di giorno in giorno possono essere prenotate da enti e associazioni di volontariato, che si organizzano poi per il ritiro.
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