Dalla Redazione
Italia devastata dalla grandine da nord a sud, distrutti frutteti, ortaggi, pascoli, serre e campi di mais. È quanto emerge dal monitoraggio di Coldiretti in relazione all’ultima ondata di maltempo che ha colpito la Penisola i primi giorni di maggio, con tempeste di acqua e ghiaccio. Nell’attuale fase stagionale con le piante da frutto pronte per la raccolta e le verdure in campo, la grandine – sottolinea la Coldiretti – è l’evento più temuto dagli imprenditori agricoli per la perdita dell’intero raccolto dopo un anno di lavoro. In Lombardia, tra le province di Lecco, Como e Varese – spiega la Coldiretti – vigneti e frutteti sono stati falciati da un bombardamento di chicchi di ghiaccio che ha distrutto fino al 90% del foraggio per gli animali, con serre divelte e frantumate e un panorama artico sul lago a Como con fiumi di acqua e ghiaccio.
La tempesta di grandine ha colpito anche l’alto Piemonte devastando serre e fiori sul lago Maggiore. E se in Puglia – rileva la Coldiretti – i tradizionali campi di cipolla sono stati sepolti da chicchi di ghiaccio grandi come noci, in Campania, in provincia di Benevento sale la conta dei danni nelle aree investite dalla bufera di chicchi di ghiaccio grandi come nocciole che ha devastato il 30% delle colture da vigneti a uliveti, dai frutteti con mele e ciliegie pronte alla raccolta fino agli ortaggi, con punte del 100% nell’epicentro della tempesta, che ha anche abbattuto alberi e rotto rami.
L’ultimo evento atmosferico avverso ha riguardato la Sardegna, dove nubifragi hanno causato lo straripamento di fiumi e torrenti, con bombe d’acqua che hanno spazzato via alcune strade rurali e danneggiato intere coltivazioni. Campi di verdure e ortaggi nel nord della regione, nel Basso Oristanese e nel Campidano sono stati allagati e il grano steso al suolo, ma danni si contano anche per il foraggio.
Il clima impazzito – sottolinea la Coldiretti – nel primo quadrimestre del 2018 ha già provocato danni all’agricoltura per oltre 400 milioni di euro. La produzione italiana di albicocche quest’anno crolla del 30%, per effetto del clima pazzo che da nord a sud della Penisola ha costretto a dire addio a quasi una albicocca su tre. Lo afferma sempre Coldiretti in un’altra nota, sottolineando come si inizino a sentire anche sulla spesa gli effetti delle bizzarrie del meteo. Il problema non riguarda solo l’Italia, che è il principale produttore di albicocche dell’Unione Europea, ma anche altri Paesi come la Francia (-14%), la Grecia (-12%), mentre in controtendenza sarebbe la Spagna che mette a segno un aumento del 9%, che dovrà essere però verificato alla luce delle recenti grandinate (in Murcia, infatti, a fine aprile sono stati danneggiati quasi 3 mila ettari di drupacee, come abbiamo sottolineato in un altro articolo). In Italia la Coldiretti stima una produzione inferiore alle 200 mila tonnellate.
Il crollo della produzione è destinato ad avere effetti sui consumi. In queste condizioni per ottimizzare la spesa e non cadere negli inganni il consiglio della Coldiretti è quello di verificare l’origine nazionale, acquistare prodotti locali che non devono subire grandi spostamenti, comprare direttamente dagli agricoltori e non cercare per forza il frutto perfetto perché piccoli problemi estetici non alternano le qualità organolettiche e nutrizionali.
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