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                      Covid, nuovo lutto in Gdo. Santambrogio (VéGé): “Vaccinate i nostri commessi”

                      Dopo la morte per Covid del direttore del Todis del quartiere Marconi a Roma e di un dipendente Carrefour, un nuovo lutto colpisce i commercianti della Capitale, che oggi piangono la scomparsa di Vincenzo Raco, sindacalista da sempre vicino ai diritti dei lavoratori. Aveva 56 anni e lavorava come commesso al Carrefour di piazzale degli Eroi a Roma. “Purtroppo non è l’unica vittima e spero sia davvero l’ultima”, chiosa Giorgio Santambrogio, Ad del Gruppo VéGé, lanciando il suo appello al Governo, al Comitato Scientifico, al Commissario per l’Emergenza: “Vaccinate le nostre commesse e i nostri commessi! Devono essere considerati una categoria a rischio”

                      Dalla Redazione

                      Covid Gdo

                      Ogni giorno incontrano a distanza ravvicinata – talvolta fin troppo – centinaia di clienti, lavorando in spazi chiusi, spesso affollati, maneggiando banconote, carte di credito, bancomat, con tutti i relativi rischi. Negli ultimi 14 mesi non si sono mai fermati, nemmeno durante i lockdown più duri, perché il loro lavoro serve per garantire agli italiani un servizio fondamentale come quello della spesa. Eppure, nel piano vaccini, i commessi della grande distribuzione non sono considerati fra le categorie da mettere in sicurezza con priorità: questa obiezione, che da mesi si fa largo fra i lavoratori del  largo consumo, oggi è purtroppo rinsaldata da una nuova, tragica notizia. È scomparso infatti i giorni scorsi Vincenzo Raco, 56enne commesso del supermercato Carrefour di piazzale degli Eroi a Roma, a seguito delle complicazioni derivanti dal Covid-19.

                      Ad annunciarlo sono la Filcams Cgil, di cui Raco faceva parte, e il Cobas nazionale. “Basta contare i morti, ci vogliono vaccini e tutele per tutti”: insieme i sindacati sottolineano ancora una volta la necessità di inserire tra le categorie prioritarie da vaccinare i commessi della Gdo, che ogni giorno vengono a contatto con migliaia di persone, come riporta Roma Today.

                      La scomparsa di Vincenzo Raco ha destato molta commozione nel settore, già colpito da altri due recenti lutti. A inizio aprile era venuto a mancare Rudy Reale, direttore del Todis di via Oderisi da Gubbio a Roma, un supermarket molto frequentato dagli abitanti del quartiere Marconi. Aveva 61 anni ed era ricoverato da un mese per le complicanze del Covid, come ricorda il Corriere della Sera. Il giorno precedente, sempre a Roma, era deceduto il commesso di un Carrefour: si chiamava Riccardo e anche lui è una vittima della pandemia.

                      Due morti ravvicinate che hanno riacceso l’attenzione sul tema della vaccinazione prioritaria per i lavoratori del settore, chiesta da tempo dalle sigle sindacali. E auspicata con forza anche dai top manager della Gdo.  “Vincenzo lavorava in un punto di vendita della Grande Distribuzione. Ieri è morto di Covid. Purtroppo non è stato l’unico e spero sia davvero l’ultimo – scrive con cordoglio su Linkedin Giorgio Santambrogio, amministratore delegato del Gruppo VéGé -. Mentre a nome di Gruppo VéGé desidero inviare il mio abbraccio commosso alla sua famiglia e ai suoi colleghi, voglio ancora una volta rinnovare con forza, anche per rispetto nei confronti della sua memoria e del suo sacrificio (come delle altre vittime) il mio appello al Governo, al Comitato Scientifico, al Commissario per l’Emergenza. Vaccinate le nostre commesse e i nostri commessi! Devono essere considerati una categoria a rischio”.

                      “Non si sono mai fermati: anche nelle ore più buie del lockdown hanno continuato a lavorare assicurando a tutti, quello di cui avevano bisogno, e lo hanno fatto a stretto contatto con il pubblico. Hanno chiesto solo una cosa: di essere vaccinati – continua Santambrogio -. Lo hanno chiesto loro, lo abbiamo chiesto noi per loro, ma ad oggi non c’è stata nessuna risposta. Un appello ignorato per una categoria invisibile di lavoratrici e lavoratori. Perché continuare a ignorarli? Perché adesso che si inizia finalmente a parlare di vaccinazione, dopo gli anziani e i fragili, delle forze produttive (Figliuolo dixit), non vengono citati loro per primi? Qualcuno ce lo può spiegare?” 

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