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                      Spagna verso una parziale abolizione degli imballaggi di plastica in ortofrutta

                      Dvd1072(20/09/21)Frutas y verduras plastificadas para su venta en una gran superficie , Madrid Foto: Víctor Sainz

                      La vendita di frutta e verdura in imballaggi di plastica sarà vietata in Spagna dal 2023? Come scrive El Pais, il governo sta ultimando un decreto reale che mira a ridurre l’inquinamento da plastica promuovendo allo stesso tempo lo sfuso e l’utilizzo di materiali meno inquinanti. La legge, ancora al vaglio, si applicherà ai lotti inferiori al chilo e mezzo, mentre saranno esclusi i prodotti “a rischio di deterioramento quando venduti sfusi”, come fragole e piccoli frutti. L’elenco completo dei prodotti sarà redatto dall’Agenzia spagnola per la sicurezza alimentare e la nutrizione

                      Dalla Redazione

                      plastica ortofrutta

                      Madrid, Foto: Víctor Sainz

                      La vendita di frutta e verdura in imballaggi di plastica sarà proibita sia nei negozi d’ortofrutta che nella GDO in Spagna a partire dal 2023. Questa è solo una delle misure incluse nel decreto reale sugli imballaggi e i rifiuti che il governo sta mettendo a punto e che il ministero della transizione ecologica sta per pubblicare, come riporta El Pais. Tra le misure contenute nel decreto anche la promozione della vendita di prodotti sfusi, compresa l’acqua.

                      Il divieto di utilizzare imballaggi per la frutta e la verdura si applicherà ai lotti di peso inferiore a un chilo e mezzo. Si tratta di un divieto simile a quello contenuto nella legge francese contro i rifiuti, che entrerà in vigore in Francia nel 2022. Come fa sapere una portavoce del ministero spagnolo: “Il governo sta cercando di combattere l’uso eccessivo di imballaggi nel modo più efficace” in un momento in cui l’utilizzo di plastica “ha ormai raggiunto ogni limite”.

                      La vicepresidente Teresa Ribera, ministro della Transizione ecologica, che con il suo dipartimento sta ultimando la bozza del testo, ha già aperto tavoli di confronto con le associazioni imprenditoriali e le più importanti organizzazioni ambientaliste per informarle su alcune delle principali linee d’azione del decreto reale, che dovrebbe servire anche a recepire diverse norme europee e quindi incorporarle nell’ordinamento giuridico spagnolo.

                      Secondo le informazioni disponibili ad oggi, gli alimenti “a rischio di deterioramento quando venduti sfusi” saranno esclusi dal divieto di imballaggi in plastica e l’elenco completo dei prodotti che dovranno sottostare alla norma sarà redatto dall’Agenzia spagnola per la sicurezza alimentare e la nutrizione. Il decreto include anche l’obbligo per le amministrazioni di “promuovere l’installazione di fontane d’acqua potabili negli spazi pubblici” e il dovere di “implementare alternative alla vendita di bevande confezionate” e la “distribuzione di bicchieri monouso” in eventi pubblici sempre a partire dal 2023, secondo le informazioni fornite ai gruppi ambientalisti.

                      Per i dettaglianti il governo prevede misure per promuovere la vendita di prodotti freschi senza imballaggio. Fruttivendoli e supermercati, per esempio, dovranno permettere ai clienti di portare i propri contenitori riutilizzabili da riempire, anche se – a quanto si apprende ad oggi – le condizioni sulla pulizia degli imballaggi e la loro idoneità potranno essere stabilite dai negozi. Tra gli obiettivi generali del decreto reale troviamo anche – secondo le prime informazioni fornite dal governo ai principali attori del settore – la riduzione del 50% nella vendita di bottiglie di plastica per le bevande entro il 2030.

                      Nella documentazione inviata dal ministero alle ONG sono fissati anche degli obiettivi per la promozione di imballaggi riutilizzabili: per esempio, bottiglie di plastica o vetro dovranno essere più resistenti in modo tale che possano essere utilizzate più volte. Nel caso di hotel, ristoranti e caffè, il governo propone che il 50% degli imballaggi venduti nel 2025 siano riutilizzabili; entro il 2030 l’obiettivo dovrebbe essere del 60%. Nel caso delle vendite per il consumo domestico, gli obiettivi sono molto meno ambiziosi: il 10% dell’imballaggio complessivo delle bevande entro il 2025 e il 20% entro il 2030.

                      Una delle grandi battaglie sia di questo decreto reale che della legge sui rifiuti attualmente in fase di elaborazione nel Congresso dei Deputati è l’attuazione di un sistema di deposito, restituzione e rimborso per gli imballaggi, come esiste in alcuni paesi dell’Unione Europea. In Spagna, tuttavia, questo è un pomo della discordia tra alcune organizzazioni ambientaliste, che sono a favore di questo modello, e Ecoembes – la società incaricata di gestire la maggior parte degli imballaggi domestici – che si oppone alla sua attuazione.

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