di Carlotta Benini
Un aglio nero che profuma di liquirizia? Esiste ed è un tesoro enogastronomico esclusivo della Piana del Fucino, dove viene prodotto con passione e con maestria dall’azienda Pamagiagare di San Benedetto dei Marsi (L’Aquila). Questa dinamica realtà agricola a conduzione famigliare è l’unica in regione a produrre il pregiato aglio nero d’Abruzzo e anche il porro nero, ottenuti secondo antichissime tecniche di conservazione. La peculiarità dell’aglio nero d’Abruzzo rispetto a quello tipico di altri territori italiani è l’origine: generalmente questo prodotto si ottiene infatti dall’ossidazione dell’aglio bianco, mentre nella Piana del Fucino si utilizza l’aglio rosso, un tesoro di montagna che per le sue proprietà benefiche può essere considerato un vero e propri superfood.
All’aglio rosso del Fucino che si trasforma nel pregiato aglio nero d’Abruzzo è dedicato un servizio all’interno dell’ultima puntata di Linea Verde (guarda qui), il programma di Rai Uno condotto da Beppe Convertini e Giuseppe Calabrese che domenica 10 aprile è andato alla scoperta della Piana del Fucino, in origine un grande lago della Marsica bonificato definitivamente nella seconda metà dell’Ottocento che da quasi 150 anni è diventato “l’Orto d’Italia”.
Al minuto 38 si può vedere l’intervista di Calabrese, noto al pubblico come Peppone, a Maria Teresa Lima, titolare insieme al marito Patrizio dell’azienda Pamagiagare (che prende il nome dalle iniziali di tutti i componenti famigliari, compresi quindi anche i tre figli Giacomo, Gabriella e Renata). Lima, new entry fra le socie de Le Donne dell’Ortofrutta, racconta alle telecamere di Rai Uno l’origine dell’oro nero del Fucino, le sue peculiari caratteristiche organolettiche e i suoi impieghi in cucina.
Più profumato e aromatico rispetto all’aglio bianco, l’aglio rosso del Fucino viene annerito secondo un antico procedimento di ossidazione naturale, tenendo sotto controllo la sua temperatura e l’umidità. Nel laboratorio aziendale viene “cotto” a basse temperature (si parte da 80 gradi per scendere fino a 45) per un periodo che va dai 25 ai 35 giorni, finché il prodotto si imbrunisce all’esterno e all’interno i suoi spicchi prendono il loro colore tipicamente nero. “Durante questo processo – spiega Maria Teresa Lima – perde l’allicina, che si trasforma in zuccheri”. Vale a dire che non ha più quell’aroma indigesto ad alcuni e diventa al contrario dolcissimo: oltre alla liquirizia, c’è chi ci sente il fungo, il sottobosco, la prugna secca, il fico secco, o l’anice.
L’azienda Pamagiagare, fondata nel 2019, ha scelto di puntare tutto su questa specialità d’Abruzzo, ma oltre all’aglio nero produce anche porro nero, scalogno nero e cipolla nera. Il processo di imbrunimento è lo stesso, variano i tempi a seconda del prodotto da trattare. “Non si tratta di trasformazione ma di essiccazione, quindi non ci sono conservanti, additivi o altro – spiega l’imprenditrice abruzzese nel servizio di Linea Verde -. È un processo di imbrunimento 100% naturale, che si usava già nei tempi antichi”.
Le proprietà dell’aglio nero d’Abruzzo? “Già l’aglio di per sé è ricco di sostanze benefiche per l’organismo – conclude Maria Teresa Lima -, è l’antibiotico naturale per antonomasia. Con il processo di imbrunimento aumentano di circa 20 volte tutti i suoi benefici. È ricco di antiossidanti, ideale per gli sportivi perché è un integratore naturale, abbassa il colesterolo e fa bene al cuore”.
Copyright: Fruitbook Magazine