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                      Agrintesa festeggia 10 anni con un valore della produzione che supera 290 milioni

                      Ha festeggiato il suo primo decennio di attività la grande cooperativa ortofrutticola faentina e domenica 28 maggio ha presentato davanti a un folto pubblico e alla presenza delle istituzioni le sfide portate a termine con successo negli ultimi anni. Associata ad Apo Conerpo e a Confcooperative, Agrintesa conta 4 mila soci produttori, 2 mila dipendenti e sviluppa un valore della produzione di oltre 290 milioni di euro. Commercializza 295 mila tonnellate di prodotti ortofrutticoli e 1.350.000 ettolitri di vino

                       

                      Dalla Redazione

                       

                      Un momento dell’evento dei 10 anni coordinato dal conduttore televisivo Patrizio Roversi

                      Ha festeggiato 10 anni di attività Agrintesa, la cooperativa nata nel 2007 dalla fusione di tre realtà di primo piano aderenti ad Apo Conerpo (Intesa, Agrifrut ed Emiliafrutta) che oggi, con 4 mila soci e un valore della produzione di oltre 290 milioni di euro, è un player di riferimento nel panorama ortofrutticolo nazionale ed europeo.

                       

                      In un decennio caratterizzato in gran parte dalla pesante crisi economica mondiale, “si è confermato il grande dinamismo della cooperativa e dei suoi soci – ha dichiarato il presidente di Agrintesa Raffaele Drei in apertura dell’evento celebrativo che si è svolto nella sede di Faenza domenica 28 maggio – che, pur di fronte alle difficoltà del settore, hanno continuato a credere e a investire nella loro attività, puntando con decisione sull’innovazione e la specializzazione”.

                       

                      Nell’ultimo decennio, il comparto ortofrutticolo è stato interessato da cambiamenti davvero radicali: da un lato si sono registrate interessanti opportunità commerciali quali l’apertura di nuovi mercati, lo sviluppo di nuove specie e varietà, l’applicazione di pratiche agronomiche tese al rispetto dell’ambiente ed al costante miglioramento della produzione. Dall’altro, si è assistito a una competitività sempre più spinta tra le diverse aree di produzione, spesso sfociata in pericolose crisi di mercato o gravi difficoltà a valorizzare correttamente determinati prodotti.

                       

                      In un anno Agrintesa commercializza 295 mila tonnellate di prodotti ortofrutticoli

                      “Le scelte compiute nel 2007 da soci, consiglieri e dirigenti delle cooperative da cui è nata Agrintesa – ha affermato il direttore generale, Cristian Moretti – hanno anticipato questi mutamenti e la nostra azienda ha così mostrato di poter affrontare con successo le nuove sfide del mercato globale, sempre più complesso”.

                       

                      “Gran parte degli obiettivi indicati dal Piano Industriale – ha continuato – sono stati raggiunti. È cambiato sensibilmente il catasto dei soci, con riduzioni significative delle superfici coltivate a pesche e nettarine; nello stesso tempo si è registrata la crescita di altre specie come albicocche, susine, ciliegie e kiwi (verde e giallo) a dimostrazione della determinazione della base sociale a condividere le riconversioni varietali suggerite da Agrintesa per rispondere ai nuovi stili di consumo”. Inoltre la cooperativa ha avviato numerosi progetti produttivi, che hanno interessato in particolare kiwi giallo, susine, albicocche tardive, kaki a polpa soda, melo, nuove varietà di pero, nuovi cloni di vigneto.

                       

                      Parallelamente a questi piani di trasformazione realizzati dai soci, la cooperativa ha ristrutturato e concentrato i propri stabilimenti ortofrutticoli, passati dai 15 esistenti prima della fusione agli attuali sei. Nel corso del decennio si sono poi registrati importanti investimenti per la realizzazione di strutture nuove ed efficienti come quella di Bagnacavallo e si è perseguito l’obiettivo di specializzare i centri di confezionamento e vinificazione. Presso lo stabilimento di Castelbolognese, saranno inseriti nuovi impianti di lavorazione altamente innovativi e tecnologici dedicati al kiwi. Tutto ciò ha consentito e consentirà di rispondere sempre meglio alle richieste di qualità e servizio della nostra clientela”.

                       

                      “L’esperienza di questi 10 anni – ha concluso il presidente Drei – può quindi essere letta come una sfida non facile di integrazione tra un modello di reale partecipazione associativa e i progetti di moderna imprenditorialità agricola di dimensione globale”.

                       

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