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                      Al via il raccolto delle prime arachidi 100% italiane, dal seme allo scaffale

                      Al via il primo raccolto di arachidi 100% italiane, nate dalla collaborazione di filiera tra SIS (Gruppo BF Spa), Noberasco e Coldiretti con Filiera Agricola Italiana Spa (Fdai)Ad oggi, la domanda di arachidi sul mercato italiano è quasi interamente coperta da prodotto importato generalmente da Israele, Egitto e Stati Uniti d’America, ne consegue che una filiera dell’arachide nazionale presenta un enorme potenziale di sviluppo. Più piccola, più scura e con un gusto particolare, l’arachide italiana, che ritorna sul mercato dopo quasi 50 anni, risponde alla sempre maggiore richiesta di prodotti italiani e salutari

                      Dalla Redazione

                      arachidi

                      Con i consumi di frutta secca degli italiani che sono quasi raddoppiati negli ultimi dieci anni per le importanti proprietà salutistiche, arrivano le prime arachidi 100% italiane, dal seme allo scaffale per iniziativa di Coldiretti con Filiera Agricola Italiana Spa (Fdai), Noberasco e SIS, Società Italiana Sementi del gruppo agroindustriale Bonifiche Ferraresi.

                      Alla conferenza stampa di annuncio del primo raccolto hanno partecipato il presidente di Coldiretti Ettore Prandini, l’amministratore delegato di BF Spa e di SIS Federico Vecchioni, il presidente di SIS Mauro Tonello, l’amministratore delegato di Noberasco Mattia Noberasco, il responsabile dell’area economica di Coldiretti Gianluca Lelli e l’assessore all’Agricoltura dell’Emilia Romagna Alessio Mammi.

                      La domanda di arachidi sul mercato italiano è oggi quasi interamente coperta da prodotto straniero, importato generalmente da Israele, Egitto e Stati Uniti d’AmericaUna filiera dell’arachide nazionale presenta dunque un enorme potenziale di sviluppo e vedrà nei prossimi anni tutto il comparto impegnato a riattivare tutti gli aspetti agricoli e industriali necessari a rispondere ad una richiesta dei consumatori che si preannuncia di grande valore e che potrebbe portare alla coltivazione di oltre trentamila ettari sul territorio.

                      L’arachide italiana è più salubre e sostenibile: essendo la coltivazione arachidi italia totalmente nel nostro Paese non deve percorrere lunghe distanze dal luogo di produzione a quello di consumo con indubbi vantaggi qualitativi mentre l’elevato contenuto di proteine la rende particolarmente adatta anche per chi fa sport e segue una alimentazione mirata. Le proprietà delle arachidi infatti sono ormai riconosciute da tempo.

                      “Il primo raccolto di arachidi 100% tricolori dal seme allo scaffale dimostra la grande capacità di innovazione dell’agroalimentare Made in Italy e risponde alla domanda di quell’82% di italiani che cercano sugli scaffali prodotti nazionali per sostenere l’economia e l’occupazione del Paese – ha dichiarato Ettore Prandini, presidente di Coldiretti nel ricordare che – il consumo di frutta secca da parte degli italiani è raddoppiato negli ultimi dieci anni. Questa iniziativa di filiera va dunque nella giusta direzione e rappresenta un modello da seguire anche per altri settori”.

                      Più piccola, più scura e un con gusto particolare e tutto da scoprire rispetto alle tipologie convenzionali, il seme dell’arachide italiana viene depositato in campo nel mese di aprile e raccolta verso la metà/fine di settembre; necessita di terreni torbosi, di temperature elevate e di molte ore di luce, tutte caratteristiche che si sposano perfettamente con il clima italiano. Proprio per queste caratteristiche la regione che ha visto maggiormente svilupparsi questa coltivazione è stata l’Emilia-Romagna e in particolar modo la zona del Ferrarese.

                      “Oggi la protagonista assoluta è l’agricoltura italiana di qualità che, con questo progetto, si riappropria di una filiera ad alto valore aggiunto come quella dell’arachide, persa nel tempo perché ritenuta non conveniente, lasciando così spazio a prodotti di materia prima non certificata. Oggi siamo orgogliosi di annunciare la nascita della filiera dell’arachide italiana che ritorna sul mercato dopo quasi 50 anni – ha dichiarato Mauro Tonello, presidente di SIS –. Far rinascere una filiera significa far ripartire un insieme di competenze, know-how, investimenti in ambito agricolo, industriale e di ricerca applicata fondamentale in un contesto di ripresa economica”.

                      L’essiccazione – procedura fondamentale per la qualità del prodotto – è uno degli aspetti che saranno approfonditi e probabilmente posti al centro di future sperimentazioni, ora che è ripartita la filiera di produzione, trasformazione e distribuzione.  Il recupero di questo prodotto coincide infatti anche con il recupero di un know-how, di una ricerca e di un segmento occupazionale di grande rilievo.

                      “Ancora una volta a rendere possibile un progetto importante come questo è stata la capacità degli operatori della filiera agro-industriale di creare alleanze. Sono loro i protagonisti del futuro dell’agricoltura italiana – ha dichiarato Federico Vecchioni, amministratore delegato di BF Spa e di SIS -, le alleanze costituite da tutti quegli soggetti (come il Gruppo BF Spa, SIS, Noberasco) che sono in grado di unire le forze per raggiungere un obiettivo comune, il benessere del consumatore, sovvertendo quel paradigma che vedeva l’agricoltura, l’industria, la trasformazione e la distribuzione in ruoli sbilanciati, contrapposti ed antitetici.”

                      La sinergia con Noberasco permette la creazione di un accordo di filiera in grado di garantire ai produttori un impegno all’acquisto. “Quello che presentiamo oggi non è solo il lancio di un prodotto decisamente rivoluzionario per l’agrifood come le arachidi italiane – ha spiegato l’amministratore delegato Mattia Noberasco, che rappresenta la quarta generazione imprenditoriale della famiglia – ma un progetto che unisce innovazione, qualità, trasparenza e forte impegno ad investire sul territorio. Vogliamo creare una linea di prodotti made in Italy e grazie a questi accordi di filiera perseguiamo il nostro impegno di educare a stili alimentari salutari il consumatore, che sempre di più vuole essere ed è, parte integrante di scelte consapevoli che partono dalla terra fino ad arrivare alla spesa, quindi alla tavola”.

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