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                      Almaverde Bio: cresce il biologico e decolla l’export con un +22%

                      Paolo Pari, direttore di Almaverde Bio, Società Consortile titolare del marchio leader del biologico italiano, traccia una sintesi dell’annata del biologico nel 2020, caratterizzata da una crescita del 7% rispetto al 2019 e un incremento del 142% negli ultimi dieci anni. L‘ortofrutta gioca un ruolo preponderante nelle vendite di biologico e, per quanto riguarda Canova, la società del Gruppo Apofruit esclusivista del marchio Almaverde Bio, l’elemento da evidenziare in questa annata è la crescita dell’export del 22% sul 2019. Export orientato soprattutto al mercato europeo come Germania, Francia e Svizzera

                      Dalla Redazione

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                      isola Almaverde Bio

                      Se è vero che il 2020 ha messo in evidenza l’importanza di una alimentazione sana ed ha reso tutti più sensibili alla sostenibilità ambientale è altrettanto vero che il comportamento d’acquisto dei consumatori italiani è difficile da interpretare. Così, Paolo Pari, direttore di Almaverde Bio, società consortile titolare del marchio leader del biologico italiano, traccia una sintesi dell’annata evidenziandone luci ed ombre.

                      Nello specifico, secondo la recente indagine Nomisma sul biologico in Italia,  fino ad agosto 2020 si registra a valore 4.258 miliardi di euro con una crescita del 7% rispetto al 2019 e un incremento del 142% negli ultimi dieci anni. Il freschissimo vale 308 milioni di euro ed è generato dalla GDO mentre l’e-commerce vale 46 milioni di euro. Cala però drasticamente il fuori casa mentre cresce impetuosamente l’export che vale 2.619 milioni di euro nel 2020 con una crescita dell’8% rispetto al 2019.

                      “Questa fotografia del valore del biologico italiano – spiega Paolo Pari – va affiancata ad una constatazione che rileviamo ogni giorno in Almaverde Bio – il comportamento del consumatore è difficilmente decifrabile perché condizionato dagli effetti dei diversi decreti sulla mobilità e sulle aperture dei negozi. Se da una parte, durante il primo lockdown abbiamo assistito ad un approccio all’acquisto in cui i consumatori facevano la spesa prevalentemente una  volta alla settimana e caratterizzato dall’effetto scorta, oggi questo atteggiamento sembra meno evidente, e anche se in parte è aumentata la frequenza d’acquisto e non ci sono file al supermercato, resta la volontà di fare tutto più velocemente e quindi diminuisce l’acquisto d’impulso e prevale l’acquisto programmato”.

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                      Paolo Pari, direttore di Almaverde Bio

                      “Ovviamente – prosegue Pari – il driver fondamentale per il biologico resta sempre quello del benessere e del salutismo; sono queste due le motivazioni base che spingono a scegliere il biologico. Le chiusure delle gallerie commerciali, nel mese di ottobre e novembre hanno condizionato molto i grandi ipermercati delle aree metropolitane e non solo, riducendo ovviamente anche le vendite nelle Isole Almaverde Bio presenti in tali aree. Credo – prosegue Pari – che questa situazione, legata agli ultimi decreti, sia temporanea e possa arrivare  una ripresa nell’ultimo periodo dell’anno, con le riaperture, ma qualsiasi previsione può essere smentita molto facilmente in questo periodo”.

                      “Come sempre, l’ortofrutta gioca un ruolo preponderante nelle vendite di biologico e, per quanto riguarda Canova, la Società del Gruppo Apofruit esclusivista del marchio Almaverde Bio, l’elemento da evidenziare in questa annata è la crescita dell’export (+ 22% rispetto al 2019). L’export è soprattutto orientato sul mercato europeo in particolare Germania seguita da Francia e Svizzera. Siamo in un momento chiave per il biologico – conclude Paolo Pari – considerando che il Farm2Fork prevede che almeno il 25% della superficie agricola europea debba essere biologica da qui al 2030 e che oggi ( dati 2019) in Italia, l’area destinata a biologico è il 15,8% della superficie agricola coltivata (Fonte Nomisma) dobbiamo puntare a non banalizzarlo”.

                      Serve innovazione di prodotto, nuovi concept espositivi, nuovi format, declinazioni diversificate, sviluppo del biodinamico e tanta comunicazione diretta al consumatore per spiegare che il bio è produzione sostenibile per eccellenza e coinvolge a 360° i sistemi produttivi ma anche l’ambiente circostante, chi produce e chi consuma. Sarà determinante il legame, sempre più stretto tra produttori e consumatori  che è poi quello che da sempre offre Almaverde Bio”.

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