Dalla Redazione
Chi non conosce l’Amaretto Disaronno, con quella bottiglia squadrata e il grosso tappo nero, anch’esso squadrato? È uno dei liquori più famosi al mondo e per questo, come succede per altri prodotti alimentari, icone del made in Italy, viene imitato, per non dire copiato, in modo più o meno lecito. A sorprendere, in questo caso, è che la presunta copia – manca ancora l’ultimo grado di giudizio – venga fatta da un gruppo della grande distribuzione. Non uno qualsiasi, ma da Lidl, che appartiene al gruppo Schwarz che nel mondo fattura oltre 140 miliardi di dollari.
Illva Saronno, proprietaria dell’Amaretto Disaronno, ha già vinto i primi due gradi di giudizio contro Lidl Italia, accusata di contraffazione del marchio e concorrenza sleale, avendo venduto un amaretto, a proprio marchio “Armilar”, dalle fattezze del tutto simili all’originale, compreso il celebre tappo. L’amaretto “Armilar” venduto da Lidl oggi si presenta con una bottiglia e un tappo più convenzionali. Viene prodotto per Lidl in provincia di Modena dalla Casoni Fabbricazione Liquori, una delle più antiche distillerie italiane, con oltre 200 anni di storia.
La causa non si limita ai confini italiani, perché il 90% degli amaretti “Armilar” incriminati è stata venduta all’estero. Per capire di cosa parliamo, basti pensare che quando la Illva Saronno ha chiesto che il prodotto fosse ritirato dal commercio, sugli scaffali Lidl in giro per il mondo c’erano 11 milioni di bottiglie. Oggi viene venduto a 4,79 euro in Italia. Moltiplicato per 11 milioni di bottiglie farebbe oltre 52 milioni di euro. Per questo la causa riguarda anche la capogruppo in Germania, la Stiftung, che è la fondazione tedesca del gruppo Schwarz.
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