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                      Annata scarica per le pesche in Europa: a preoccupare gelate e Covid-19

                      Le prime stime relative alle produzioni europee di pesche e nettarine 2020, raccolte come di consueto da Europêch – che coordina i rappresentanti italiani, francesi, spagnoli e greci in occasione di MEDFEL –  indicano un generale calo dei volumi rispetto allo scorso anno, dovuto principalmente alle condizioni climatiche complicate, similmente a quanto successo con le albicocche (leggi qui), tanto che non in tutte le aree dei Paesi europei verrà raggiunto il potenziale produttivo. Inoltre, in tutti i Paesi europei elencati tranne la Francia, le superfici coltivate a pesche stanno progressivamente diminuendo. A preoccupare, inoltre, anche la mancanza di manodopera straniera a causa del coronavirus, che andrà ad aggravare anche i costi di produzione. In Italia, nello specifico, alcune coltivazioni appaiono danneggiate, soprattutto in Emilia Romagna, a causa delle ripetute gelate tra fine marzo e inizio aprile. Si aspetta quindi un calo della produzione soprattutto nel Nord Italia, ma anche in alcune regioni del Sud, come la Campania. Si prevedono comunque volumi inferiori rispetto allo scorso anno, anche a causa della riduzione degli impianti, diminuiti in Italia del 5% rispetto al 2019

                      Dalla Redazione

                      pesche

                      (copyright: Alicja – Pixabay)

                      In Italia, le produzioni 2019 di pesche, percoche e nettarine in Italia si sono attestate rispettivamente su 534 mila tonnellate di pesche da consumo fresco (+6% rispetto al deficitario 2018),  608 mila tonnellate di nettarine (+6% rispetto al 2018) e circa 92 mila tonnellate di percoche (+28% sul 2018). L’offerta dell’anno scorso si è quindi posizionata su buoni livelli nel complesso del Paese, ma le produzioni sono risultate penalizzate dalle diverse grandinate che avevano ridotto il quantitativo da destinare al mercato del fresco.

                      L’inverno appena trascorso è risultato molto mite e nel mese di marzo 2020 vi è stata una fase di bel tempo, caratterizzato da temperature sopra la norma, che hanno comportato al Nord fioriture anticipate, regolari senza particolari problematiche, e molto allungate soprattutto nelle regioni del Sud. Purtroppo tra la fine marzo ed inizio aprile, ripetute gelate hanno penalizzato la produttività 2020 sia per le pesche che per le nettarine.

                      Appaiono danneggiate soprattutto le coltivazioni presenti nelle regioni settentrionali, con un impatto decisamente significativo in particolare in Emilia Romagna e meno compromesse risultano quelle del Veneto e del Piemonte. Segnalati danni da gelo anche in alcune regioni del sud Italia, in particolare in Campania, ma i bacini produttivi centro-meridionali denotano una problematica da gelo decisamente più limitata rispetto al Nord.  A livello produttivo sono ancora in fase di elaborazione le stime per il 2020 in Italia.

                      Nelle regioni meridionali oggi si attendono produzioni 2020 in riduzione rispetto alle buone produzioni 2019 (produzioni totali), ma non in modo significativo. Più deciso invece sembrerebbe il calo delle produzioni nelle regioni del Nord, causato dalla flessione delle superfici in produzione oltre che dalle limitate rese, causa gelate. Attualmente le regioni del sud sembrano evidenziare un’epoca di maturazione simile allo scorso anno, mentre nel nord Italia, al momento è visibile qualche giorno di anticipo.

                      In tema di superfici, si conferma anche nel 2020 la tendenza alla riduzione in atto in Italia ormai da diversi anni, con le flessioni nei principali areali di produzione, causate da espianti non compensati da nuovi investimenti. Per il 2020 le superfici in piena produzione sono stimate in Italia, come totale specie (pesche, percoche, nettarine) poco oltre i 51 mila ettari, -5%  rispetto allo scorso anno.

                      GRECIA

                      Per quanto riguarda la Grecia, quest’anno, la produzione di pesche e nettarine sembra normale, senza una particolare diminuzione dei quantitativi. Dopo un inverno mite e siccitoso, si sono verificate piogge in marzo e durante la fioritura. A metà marzo una gelata (-3°C) ha colpito le varietà più precoci, senza arrecare troppi danni a livello globale. Il maltempo si è protratto con piogge e basse temperature fino a metà aprile. Questo andamento climatico ha comportato un ritardo rispetto allo scorso anno di 7-8 giorni. Attualmente i volumi sembrano vicini a quelli del 2019, ma questo dovrà essere confermato a metà maggio.

                      Un altro grave problema in questa annata è quello della mancanza di manodopera. I lavoratori stagionali provenienti dall’Albania, a causa del coronavirus, non potranno tornare a lavorare in Grecia e se non viene trovata una soluzione, ciò rappresenterà un problema serio.

                      Anche in Grecia le superfici di pesche diminuiscono, sembra a causa dei bassi prezzi alla produzione degli ultimi 3 anni. Il potenziale produttivo delle nettarine sembra rimanere stabile o in lieve aumento, perché meglio valorizzate sui mercati. Le pesche piatte restano sugli stessi livelli dello scorso anno, con volumi che rimangono molto limitati, mentre le percoche si confermano stabili. I produttori stanno ancora affrontando i ritardi dei pagamenti da parte delle assicurazioni a seguito dei eventi meteorologici avversi degli anni passati, denotando problemi di liquidità.

                      SPAGNA

                      Anche in Spagna il problema principale quest’anno per i produttori è senza dubbio la mancanza di manodopera a causa dell’impatto del Covid-19. In alcune regioni come l’Aragona e la Catalogna il fabbisogno di manodopera straniera è un elemento essenziale. Gli operatori spagnoli chiedono al loro governo di mettere in atto le misure necessarie che consentano a questa manodopera estera (area Schengen e Romania) di poter lavorare in Spagna, come hanno fatto alcuni paesi europei (Germania, Regno Unito e Irlanda). Il problema della manodopera estera e le misure di sicurezza addizionali richieste, genereranno costi di produzione maggiori del 20-30% sia per la raccolta che nei magazzini di lavorazione.

                      In Catalogna, le gelate di inizio primavera, hanno danneggiato la produzione con perdite (frutti congelati e caduti), penalizzato inoltre lo sviluppo dei frutti presenti. L’impatto è eterogeneo nell’area di Lleida (le aree più colpite sono quelle più vicine ai fiumi e nelle vallate). Danni più evidenti per varietà precoci e medie, in particolare su nettarine e pesche piatte.

                      Oltre alle condizioni climatiche avverse, contribuirà alla diminuzione anche l’abbattimento delle superfici in atto dal 2019. Le previsioni di produzione non sono ancora disponibili (in atto la cascola dei frutti), ma ad oggi le prime valutazioni indicano una diminuzione del raccolto rispetto allo scorso anno.

                      FRANCIA

                      In Francia, nonostante il clima avverso di questo inverno 2019/2020, l’impatto su pesche e nettarine è stato meno significativo rispetto alle albicocche. Gli impianti di pesche e nettarine sembrano essere stati in grado di affrontare meglio la mancanza di ore di freddo invernale. Le gelate hanno interessato i bacini di produzione meno importanti per pesche e nettarine rispetto alle albicocche (valle del Rodano, Vaucluse).

                      Nelle pesche e nettarine, si osserva una fioritura normale con un minor fabbisogno di diradamento. Sulle varietà precoci ci si attende un carico di frutti  normale, mentre sulle varietà medie/tardive potrebbe esserci un carico di frutti deficitario. Con un diradamento leggero e con un carico di frutti inferiore si dovrebbe sviluppare un calibro superiore al normale. Per quanto riguarda le superfici, dopo una progressiva diminuzione del potenziale francese, si nota una ripresa negli ultimi 2-3 anni, con un tasso di rinnovo del 7-8% nelle aziende facenti parte AOP del Pesca e Nettarina. Favoriti i nuovi investimenti grazie ai buoni risultati economici degli ultimi 3 anni, un migliore controllo della Sharka e una situazione più complicata per la coltivazione delle albicocche.

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