L’INFORMAZIONE INDIPENDENTE PER PROFESSIONISTI E APPASSIONATI DI ORTOFRUTTA
                      L'INFORMAZIONE PROFESSIONALE PER IL TRADE ORTOFRUTTICOLO
                      L’INFORMAZIONE INDIPENDENTE PER PROFESSIONISTI E APPASSIONATI DI ORTOFRUTTA

                      Apo Scaligera, campagna fragole alle porte. Noro: “C’è prudente ottimismo”

                      Si apre a Pasqua la nuova stagione delle fragole veronesi di Apo Scaligera, cooperativa di Zevio che con 5 mila tonnellate a campagna è tra i principali produttori italiani di questo frutto. Le previsioni produttive sono in linea con quelle dello scorso anno; dal punto di vista varietale si consolida la produzione di Garda e di Callas, ma soprattutto di Agnese, varietà di cui Apo Scaligera ha l’esclusiva, messa a punto in collaborazione con il CREA, ci spiega il presidente Luigi Noro, con cui abbiamo parlato anche di sostenibilità, di food safety e di packaging

                      Dalla Redazione

                      fragole Apo Scaligera

                      È ai nastri di partenza la campagna fragole di Apo Scaligera, che nell’incertezza del momento storico che stiamo attraversando – con il settore ortofrutticolo stretto nella morsa dei rincari a cui si aggiungono la nuova spinta inflazionistica e le tensioni geopolitiche del conflitto russo-ucraino – guarda ai prossimi mesi con “prudente ottimismo”.  Ce ne parla Luigi Noro, presidente della cooperativa con sede a Zevio (Verona), che con 5 mila tonnellate a campagna è tra i maggiori produttori italiani di fragole.

                      Presidente, quando inizia ufficialmente la campagna 2022 e che previsioni produttive ci sono?
                      Viste le attuali condizioni climatiche prevediamo di partire attorno a Pasqua con una produzione allineata all’incirca alla scorsa stagione.

                      A livello varietale, ci sono delle novità?
                      Per quanto riguarda le varietà abbiamo consolidato la produzione di Garda e di Callas, ma soprattutto di Agnese, una delle ultime varietà messe a punto da Apo Scaligera in collaborazione con il CREA e di produzione esclusiva della nostra cooperativa.

                      fragole Apo Scaligera

                      Quali sono i punti di forza e distintivi della fragola prodotta dai soci di Apo Scaligera?
                      La nostra cooperativa segue l’intero ciclo produttivo, dal vivaio fino alla confezione per il consumatore finale: un controllo totale della filiera che dà garanzie al consumatore sull’origine e sulla qualità e la salubrità del prodotto.

                      Quali sono le criticità di questa campagna?
                      Viviamo come tutti l’incertezza e le tensioni geopolitiche di queste ultime settimane. Superato il Covid si sperava in un po’ di normalità, invece ci troviamo a fare i conti con lo spettro di un’altra crisi economica, appesantita da spinte inflazionistiche e forse anche da qualche azione speculativa che in questi frangenti non manca mai. Noi manteniamo un profilo prudentemente ottimista. Speriamo che il meteo ci sia favorevole e che la voglia di normalità faccia muovere i consumi di un prodotto, la fragola, che nella nostra stagione produttiva arriva quasi ad acquisire il valore di una ricorrenza.

                      Dati i noti rialzi dei prezzi delle materie prime e dell’energia, è lecito aspettarsi prezzi di vendita più alti?
                      Le aziende agricole hanno assorbito per lungo tempo i progressivi incrementi di costi sia dei materiali che della manodopera, stringendo i denti e sopportando fin troppo i capricci dei mercati.  Questo ha già portato grandi cambiamenti di direzione da parte dei produttori nel corso degli ultimi anni, cambiamenti testimoni del fatto che le aziende agricole sono arrivate al limite. I mercati sono sempre più esigenti in termini di qualità, packaging, servizi. Tutto ciò non può essere garantito con prezzi uguali o minori al passato. Il peso dei costi andrebbe quanto meno condiviso con tutti gli attori della filiera. Perché sostenibilità a 360 gradi prevede anche che ci sia una sostenibilità economica per tutti.

                      Parlando di sostenibilità ambientale e residui chimici sui frutti, su cosa state lavorando?
                      La sostenibilità per chi vive dei prodotti della propria terra non è una moda, ma una costante applicata da sempre. La difesa del territorio è la prima garanzia di reddito degli agricoltori. Il team di tecnici che coordina e sostiene i nostri soci nelle coltivazioni è costantemente aggiornato sugli sviluppi normativi. In campagna non è facile, i problemi non mancano mai, ma lavoriamo costantemente per ridurre al minimo gli interventi garantendo il risultato qualitativo ottimale per il consumatore finale.

                      Dal vostro punto di vista, ci potrà essere in futuro un imballaggio diverso dal classico cestino di plastica?
                      Per quanto riguarda l’imballaggio, siamo convinti che, al di là delle invenzioni del momento, più marketing oriented che concretamente efficaci, la vera sostenibilità passi da materiali completamente riciclabili e dalla massima standardizzazione, che permette la riduzione di scarti, sprechi, trasporti e ottimizza la logistica in generale. Considerando inoltre la difficile congiuntura che ha colpito tutta la filiera delle materie prime e degli imballaggi, puntiamo al cestino tradizionale, ormai prodotto con materiale totalmente riciclabile.

                      Copyright: Fruitbook Magazine