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                      Apofruit apre il 2021 con un progetto quinquennale basato sull’innovazione. Durante la conferenza stampa online del 4 febbraio è il direttore generale Ernesto Fornari a presentare il piano 2021-2025 che punta sulla qualificazione dell’offerta, capace di dare giusta retribuzione ai produttori e di vincere la competizione sui mercati globali. Importanti le novità produttive multiple a disposizione di Apofruit per dare impulso alla superficie coltivata del gruppo, che aumenterà di almeno il 20% nei prossimi 5 anni. Le strategie di Apofruit saranno sempre incentrate sui tre grandi pilastri dell’offerta del Gruppo: politica di marca, biologico e produzione integrata di alta qualità. Attenzione anche al sostegno dei produttori tramite l’utilizzo di finanziamenti di settore, grazie all’utilizzo di nuovi strumenti a disposizione, come l’elaborazione di una scheda standard da destinare all’istituto finanziario. “La nostra mission – afferma il presidente Mirco Zanotti -, è quella di dare la massima redditività ai nostri soci. Farlo, certo, non è semplice nel nostro settore, ma noi lo facciamo dando identità ai nostri prodotti”

                      Dalla Redazione

                       

                      apofruit

                      Mirco Zanelli, Mirco Zanotti, Mario Tamanti e Ernesto Fornari

                      Con la partecipazione record di oltre 500 presenze online tra soci, clienti, giornalisti e istituzioni, il direttore generale del Gruppo Apofruit ha presentato il nuovo piano di sviluppo dell’azienda nel quinquennio 2021-2025. La linea guida su cui si sviluppa il piano di crescita del Gruppo cooperativo di Cesena è l’innovazione varietale a 360 gradi. Sono infatti numerose le varietà che Apofruit mette a disposizione in esclusiva alla propria base sociale per rivoluzionare l’offerta produttiva che riguarderà tutto il territorio nazionale, dal Piemonte alla Sicilia.  Un’offerta produttiva che ad oggi vede una produzione di 169 mila tonnellate e un fatturato di 235 milioni di euro. Tra i principali prodotti della Cooperativa troviamo in testa le mele, con 35.200 tons., poi i kiwi (34.100 tons), patate (20 mila tons), cipolle (16 mila tons), poi pere (9 mila tons) e fragole (8.800 tons). A seguire clementine, pesche, albicocche e uva senza semi.

                      Si parte dalle mele, con le varietà club Pink Lady, Candine e Joya, varietà club che vede il suo periodo di raccolta appena dopo quello della Pink Lady e la sua commercializzazione fino a giugno-luglio. Dalle mele si passa poi a un altro punto forte della produzione di Apofruit: i kiwi. Dal kiwi giallo Zespri, con oltre 1.000 ettari di superficie già investita, per proseguire con la varietà verde Divo e il kiwi rosso HFR 18. Sempre tra le specie frutticole invernali Apofruit propone la pera Fred mentre per gli agrumi, Apofruit propone le nuove arance bionde Lanelate e Fukumoto oltre che il clementino tardivo Tango (leggi qui). Per quanto riguarda l’uva da tavola prosegue lo sviluppo delle varietà senza semi in partnership con quattro costitutori.

                      Per le produzioni estive Apofruit propone di investire sulle ciliegie di qualità coperte, le albicocche tardive (disponibili da fine giugno in poi), le nettarine platicarpe bianche Ondine e il kaki Maxim. Per fragole e piccoli frutti l’innovazione e lo sviluppo si concentrerà invece sulle  fragole Sabrosa e Rossetta, sul mirtillo Fall Creek e sul lampone Adelita. Un progetto di differenziazione nel mercato volto a garantire, sostengono i vertici di Apofruit, un ritorno ai produttori.

                      “Si tratta della più grande trasformazione varietale realizzata in Italia – dichiara il direttore generale Ernesto Fornari. Penso che l’innovazione, in questo momento storico debba partire da un’eccellente qualificazione dell’offerta che sia in grado di dare la giusta retribuzione ai produttori e di vincere la competizione sui mercati globali. Le novità produttive multiple a disposizione di Apofruit e dei propri soci produttori daranno un impulso importante alla superficie coltivata del gruppo che aumenterà, in 5 anni di almeno il 20%. Il valore dei prodotti di altissima gamma avrà ricadute importanti su tutta la compagine sociale. Le strategie di Apofruit – prosegue Fornari – saranno sempre incentrate sui tre grandi pilastri della nostra offerta: politica di marca, biologico e produzione integrata di alta qualità e sarà all’interno di questi tre pilastri che si collocheranno le varietà innovative di cui disponiamo. Penso – conclude Fornari – che siamo di fronte ad un progetto di portata enorme per il nostro settore, in grado di cambiare il volto della nostra offerta ma anche dell’immagine dell’offerta italiana sui mercati globali”.

                      Questi progetti devono essere sostenuti per garantire redditività ai produttori – spiega Mario Tamanti, direttore progetti e finanziamenti Apofruit -. Stiamo lavorando alla costruzione di piani di investimento standard: una sorta di capitolato utile ai nostri produttori. Di fatto una scheda standard da destinare all’istituto finanziario composta da quattro sezioni che i nostri produttori possano completare con: i dati anagrafici dell’azienda agricola e del titolare con età anagrafica, dotazione aziendale, localizzazione e relativo giudizio di vocazionalità delle cultivar interessate; scheda storia dell’azienda in termini di capacità produttiva, conferimenti, livelli qualitativi delle forniture, valore economico dei conferimenti; descrizione del piano di investimento e rispondenza delle caratteristiche tecniche richieste e dei contributi a fondo perduto concessi all’azienda; un business plan con analisi della redditività (indicazione costi di produzione e ricavi). Infine un set di strumenti e informazioni con simulazioni per la verifica della sostenibilità del piano. Se il progetto è buono ci saranno gli investimenti e i guadagni. Di recente abbiamo anche completato la chiusura finanziaria del programma operativo 2020, che ha visto l’erogazione di 4 milioni di euro alle nostre associate, avvenuti in 3 momenti dell’anno, ai quali si andrà ad aggiungere 1 milione per un altro fondo”.

                      Di fatto questi capitolati possono aiutare a far convergere finanziamenti di settore per realizzare progetti di sviluppo che diano un miglioramento del livello di reddito del socio produttore agricolo: liquidità per le aziende agricole, intercettare le misure a sostegno per investimenti in grado di generare reddito e l’adeguamento dei modelli di gestione dei processi produttivi lungo tutta la filiera.

                      “Questi nostri progetti richiedono una programmazione accurata che è già in atto – spiega Mirco Zanelli, direttore commerciale di Apofruit – ma anche il sostegno da parte di Apofruit verso i produttori, attraverso forme di finanziamento quali l’OCM e i PSR per sviluppare sia l’innovazione varietale sia investimenti per la protezione delle produzioni e il miglioramento della qualità. Saremo conseguenti sul mercato – prosegue Zanelli – con una politica commerciale aggressiva e attenta alle esigenze del consumatore in termini di ecosostenibilità anche a livello di packaging. In un momento dove l’agroalimentare europeo si sta attrezzando per rispondere concretamente alle nuove indicazioni del From Farm to Fork, Apofruit unisce l’esperienza passata e la visione di futuro per dare ai propri associati e al Made in Italy le risposte per crescere”.

                      “Proporre innovazione varietale – spiega Mirco Zanotti, presidente di Apofruit – ad oggi significa un impegno lungo nel tempo, silenzioso, soprattutto per la profondità della proposta presentata oggi, che coinvolge tutta Italia, tutti i territori in cui Apofruit è presente. Un impegno volto a garantire una redditività costante ai nostri soci ed essere al contempo attrattivi verso quelle aziende che ci stanno guardando e che sarebbero interessate. La nostra mission, come abbiamo già detto, è quella di dare la massima redditività ai nostri soci. Farlo certo non è semplice nel nostro settore, ma noi cerchiamo di farlo dando identità ai nostri prodotti, attraverso l’innovazione varietale, attraverso una politica di marca volta a fidelizzare i consumatori ma anche attraverso la segmentazione del mercato: dallo sviluppo del biologico a quello del biodinamico, che rappresentano il 30% circa del valore che immettiamo nel mercato. Quest’anno, infine, vedrà tante iniziative, molte incentrate sui corretti stili di vita, visto che il 2021 è l’anno internazionale della frutta e della verdura indetto dalla FAO”.

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