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                      Apofruit: annata difficile per il kiwi, bene gli asparagi e ora stabili le fragole

                      Mirco Zanelli getta uno sguardo generale sulle ultime campagne: quella invernale, che volge al termine con risultati non del tutto soddisfacenti – anche se è ancora presto per fare un bilancio ufficiale – e quella primaverile in corso. E, guardando ai mesi futuri, il nuovo direttore commerciale di Apofruit sottolinea come la prospettiva per un comparto estivo da anni ormai in sofferenza sia quella di investire su segmentazione dell’offerta e su produzioni di qualità, più vicine al gusto dei consumatori

                       

                      di Carlotta Benini

                       

                      fragole solarelli

                      Con 100 ettari, i soci di Apofruit in Metaponto rappresentano il 12% della produzione di Candonga

                      Procede a pieno ritmo la campagna primaverile di Apofruit Italia, il colosso cooperativo con quartier generale in Romagna, a Cesena, che vede nelle fragole e negli asparagi i due prodotti di punta della stagione. Fra brevi considerazioni su una campagna invernale che si sta concludendo fra luci e ombre, e uno sguardo ai prossimi mesi estivi, cercando di capire come innovazione e rinnovamento varietale possano essere lo strumento per risollevare un comparto in sofferenza già da diverso tempo come quello di pesche e nettarine, abbiamo fatto una chiacchierata con il nuovo direttore commerciale del gruppo, Mirco Zanelli. Quarantenne, cesenate, profondo conoscitore dell’organizzazione dei vari livelli produttivi e commerciali di Apofruit, in cui ha iniziato a lavorare nel 1995, maturando in tutti questi anni competenza ed esperienza, Zanelli a gennaio ha preso il testimone da Ilenio Bastoni, attuale direttore generale.

                       

                      zanelli ok

                      A sinistra il nuovo direttore commerciale di Apofruit Mirco Zanelli, accanto al direttore generale Ilenio Bastoni

                      Come sta andando la campagna fragole?

                      L’esordio ha visto un avvio anticipato, con risultati positivi anche dal punto di vista del mercato. Poi la campagna ha subito un contraccolpo, subito dopo Pasqua, a causa di un eccesso di offerta e di una sovrapposizione di prodotto dalle diverse aree di coltivazione. Questo, unito a una forte presenza del prodotto spagnolo e a consumi un po’ rallentati, ha portato a un mercato non brillante in questa seconda parte della commercializzazione. Ora stiamo assistendo a una normalizzazione delle produzioni e delle vendite.

                       

                      E’ vero che siete il più grande produttore di Candonga in Basilicata?

                      I nostri produttori dell’area di Scanzano Ionico, con 100 ettari, rappresentano il 12 % della produzione del territorio. E’ una quota sicuramente importante, concentrata in un’unica realtà produttiva e commerciale che fa sì di poter diversificare al massimo l’offerta sui diversi canali di vendita, sfruttando specializzazione ed elevati standard qualitativi.

                       

                      Un commento sulla campagna commerciale degli asparagi?

                      L’avvio è stato positivo per via di una crescita graduale della produzione. Parlando di volumi, ancora non siamo in piena campagna in tutte le aree, e il clima non eccessivamente caldo sta diversificando le produzioni. Complessivamente dovremmo andare a liquidare circa 8-9 mila quintali di prodotto.

                       

                      I piccoli frutti stanno crescendo all’interno del vostro paniere: li considerate un prodotto strategico?

                      Sono effettivamente in forte sviluppo dal punto di vista dei consumi. Di mirtilli e lamponi vengono apprezzati indubbiamente il gusto e il sapore, ma anche le proprietà salutistiche e nutraceutiche di cui i consumatori sono sempre più consapevoli. Pertanto vanno considerate con attenzione le opportunità che essi posso offrire, anche in riferimento alla produzione dei nostri diversi territori.

                       

                      Solemio KIWI - contenitore rinfusa

                      Il kiwi Solemio per i mercati asiatici

                      Effettivamente è ancora prematuro fare bilanci, ma sicuramente è stata una delle annate più difficili degli ultimi tempi per questo prodotto.

                       

                      Per quali motivi?

                      Per una concomitanza di cause: eccessiva produzione concentrata in alcune aree geografiche e al contempo eccessiva presenza di calibri medio piccoli. Aumento considerevole della produzione di altri Paesi, Grecia soprattutto, che sono diventati competitor sui nostri stessi mercati, anche a causa della presenza dell’embargo russo. Inoltre in avvio di campagna si sono riscontrate delle difficoltà nell’export verso i Paesi asiatici, per via del cambio sfavorevole per loro e della difficoltà da parte di alcuni clienti affidati in quei territori, in seguito alla crisi finanziaria.

                       

                      Dal kiwi Solemio, studiato proprio per i mercati del Far East, al nuovo kiwi rosso commercializzato in esclusiva da Origine, avete comunque lavorato molto su questo prodotto negli ultimi anni. L’innovazione paga?

                      Chiaramente preparare linee di qualità e di prodotto riconosciute e apprezzate per qualità e diversificazione fa sì che, anche in momenti di forte crisi di mercato, si possa mantenere un livello più alto rispetto alle referenze standard.

                       

                      Diamo invece un ultimo sguardo alla campagna estiva: a chiusura dell’annata 2015 la prospettiva – a livello nazionale – era quella di estirpare degli impianti. Ora, guardando ai mesi futuri, fra i vostri soci quali sono le aspettative?

                      Se vogliamo parlare delle produzioni estive dei nostri territori, in sofferenza ormai da diversi anni, quello che si sta determinando è un calo delle superfici coltivate con varietà ormai obsolete, superate sia dal punto di vista produttivo che qualitativo. E’ necessaria una maggiore segmentazione dell’offerta in funzione dei cambiamenti del mercato, con una particolare attenzione a produzioni qualitativamente più elevate e più vicine al gusto dei consumatori.  Ad esempio il progetto Extra pesche nettarine, lo scorso anno, ha dato origine a una quintuplicazione dei quantitativi ritirati dai nostri produttori su questa quota di prodotto.

                       

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