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                      Assemblea Fruitimprese: “Export in crollo. Settore frenato dal sistema Paese, che deve ripartire”

                      Si è svolta giovedì 11 aprile a Roma l’assemblea annuale di Fruitimprese, che ha puntato i riflettori sulla battuta di arresto che ha subito nel 2018 l’export ortofrutticolo italiano, registrando un calo in valore di oltre 300 milioni di euro. Il settore, nelle parole del presidente Marco Salvi, è quanto mai frenato dall’attuale sistema Paese, che deve ripartire. Maglia nera al comparto della frutta fresca, che da solo ha perso il 16,2% in quantità e l’11% in valore. Sul fronte internazionale Salvi si è soffermato sull’obiettivo prioritario dell’apertura al mercato cinese. Sul fronte interno il presidente di Fruitimprese ha ricordato che “una sigla della Gdo francese, molto presente in Italia, ha dichiarato che nei suoi punti vendita adotterà una linea di condotta mirata a favorire il prodotto transalpino”: l’auspicio è anche che le insegne italiane “pongano maggiore attenzione ai prodotti del nostro territorio”

                       

                      Dalla Redazione

                       

                      Fruitimprese Marco Salvi

                      Il presidente di Fruitimprese Marco Salvi

                      “Sinceramente ci aspettavamo maggiore coraggio da parte del ‘Governo del cambiamento’ nei confronti delle imprese, e in particolare riguardo la burocrazia, il costo del lavoro e l’imposizione fiscale. Da tempo insistiamo sui fattori economici di competitività che ci vedono svantaggiati rispetto ai nostri concorrenti, sia comunitari che extracomunitari, e i dati deludenti dell’annata sono condizionati in maniera determinante da detti fattori. Ciò nonostante, è giusto sottolineare l’impegno del ministero delle Politiche agricole che finalmente ha rivolto un’attenzione particolare alle istanze del settore: l’insediamento del Tavolo Ortofrutticolo Nazionale, le risorse impiegate per la realizzazione del Catasto Frutticolo e per il Fondo agrumicolo sono atti concreti che abbiamo particolarmente apprezzato e che contribuiremo a sostenere e realizzare”.Questo è uno dei passaggi più significativi della relazione del presidente Marco Salvi all’assemblea di Fruitimprese, l’Associazione Nazionale degli Esportatori e Importatori di Ortofrutta, che si è svolta oggi, 11 aprile, a Roma. Una relazione segnata dall’andamento dell’export ortofrutticolo italiano nel 2018, che ha fatto segnare “una preoccupante battuta d’arresto”, con un calo di oltre 300 milioni di euro del fatturato, e di circa 450 mila tonnellate. Il dato più preoccupante riguarda il comparto della frutta fresca che da solo ha perso il 16,2% in quantità (circa 425 mila tonnellate) e l’11% in valore. “I prodotti maggiormente colpiti – ha spiegato Salvi – sono stati i nostri prodotti di punta a partire dalle mele, i kiwi e l’uva da tavola”.

                       

                      Fruitimprese assemblea 2019

                      Fruitimprese, l’assemblea annuale 2019

                      Sul fronte internazionale Salvi si è soffermato, tra l’altro, sul mercato cinese. “L’apertura del mercato cinese è uno dei nostri principali obiettivi. – ha dichiarato il presidente di Fruitimprese – Mentre l’export agroalimentare cresce costantemente, con capofila il vino che rappresenta un terzo del totale, i prodotti ortofrutticoli sono fermi al palo se si escludono le circa 8 mila tonnellate di kiwi che esportiamo annualmente. Il valore totale dell’export verso la Cina è di 24 milioni di euro, a fronte di un import di circa 114 milioni. Il progetto della Via della Seta è stato oggetto della nostra precedente assemblea e continuiamo a nutrire un forte interesse affinché veda finalmente la luce e si possa iniziare a spedire prodotti via ferrovia dimezzando i tempi del trasporto”. “È indispensabile – ha poi sottolineato – concludere in fretta con i cinesi l’iter dei dossier fitosanitari. A fatica stiamo battendo ogni strada possibile per accelerare la conclusione del dossier pere che, a nostro avviso, necessita di una spinta determinante da parte delle istituzioni e della diplomazia. Per raggiungere l’obiettivo è indispensabile sapersi muovere come sistema Paese, a tutti i livelli e in tutti i segmenti della filiera”.

                       

                      Parlando di Europa, Salvi ha ringraziato Paolo De Castro per l’efficace azione svolta in questi anni a Bruxelles per il settore e per tutta l’agricoltura italiana. “Dal punto di vista legislativo – ha sottolineato Salvi – l’approvazione della normativa sulle pratiche sleali nella catena agroalimentare è sicuramente la più grande novità positiva che viene dall’Unione Europea, che ha raddoppiato da 8 a 16 le pratiche considerate sleali prevedendo inoltre la possibilità di aggiungerne a livello nazionale, e in questo senso auspichiamo che tale normativa sia al più presto recepita dalla legislazione nazionale, conservando gli aspetti positivi dell’art.62″.

                       

                      Sul fronte interno, Marco Salvi ha voluto ricordare come “una sigla della distribuzione francese, molto presente in Italia, ha dichiarato che nei suoi punti vendita adotterà una linea di condotta mirata a favorire il prodotto transalpino” e ha aggiunto: “Auspichiamo che anche le nostre sigle, senza venir meno al principio del libero scambio, pongano maggiore attenzione ai prodotti del nostro territorio come del resto avviene in altri Paesi europei per i prodotti locali”.

                       

                      In conclusione, Salvi ha ribadito le proposte di Fruitimprese per il rilancio del settore: innovazione varietale, innovazione tecnologica, riorganizzazione logistica, concentrazione commerciale e più comunicazione “per incentivare i consumi attraverso nuovi metodi e strumenti”.

                       

                      La relazione introduttiva dell’assemblea, nel corso della quale è stato celebrato il 70° anniversario di Fruitimprese, è stata svolta dall’economista Francesco Daveri che ha fatto il quadro macro-economico con il quale il Paese e i suoi settori economici stanno facendo i conti: il 2018 è finito peggio del previsto e il 2019 presenta segni di ulteriore rallentamento. L’indice PMI per l’Italia indica recessione industriale e stagnazione nei servizi. Eppure per l’export l’anno in corso dovrebbe segnare una ripresa. Purtroppo scende il credito mentre sarebbe il momento di premere l’acceleratore della competitività. Daveri prevede: più serenità sui mercati mondiali, un’Europa in frenata, una crescita zero in Italia con un deficit crescente.

                       

                      Sono successivamente intervenuti in una tavola rotonda Davide Vernocchi, coordinatore del settore ortofrutticolo di Alleanza delle Cooperative (ACI), Mattia Onofri della direzione di Euler Hermes, la società del Gruppo Allianz specializzata nell’assicurazione del credito alle esportazioni, che ha recentemente stilato un’analisi del settore ortofrutticolo italiano, e due rappresentanti di imprese protagoniste dell’import-export italiano di ortofrutta, Luca Battaglio della Battaglio Spa e Luigi Mazzoni della Mazzoni Spa. Ha moderato il dibattito il giornalista RAI Franco Di Mare.

                       

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