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                      Assomela: Greenpeace conferma il progresso della produzione italiana

                      Mele Interpoma
                      L’associazione commenta i risultati del report di Greenpeace “L’applicazione di agrofarmaci nella produzione di mele in Europa”: “E’ la dimostrazione che i produttori Italiani di mele sono all’avanguardia e garantiscono i massimi standard di qualità e sicurezza della mela sia per il consumatore che nei confronti dell’ambiente”

                       

                      Mele InterpomaCome già avvenuto con il report “Il gusto amaro della produzione europea di mele” pubblicato il giugno scorso, Greenpeace riporta l’attenzione sulla “mela Europea” con il nuovo lavoro “L’applicazione di agrofarmaci nella produzione di mele in Europa”. Dei risultati di questo report Fruitbook Magazine ne ha già parlato ieri, ma ora arriva il commento di Assomela.

                       

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                      Assomela, in una nota, sottolinea che in Italia Greenpeace ha analizzato 10 campioni di mele, dove sono stati trovati tre soli residui delle sostanze attive Captano, Boscalid e Bupirimate, con livelli sempre molto bassi e spesso vicinissimi al limite di determinazione delle attrezzature di analisi. Nel caso del captano risultano tra 50 e 250 volte, nel caso del boscalid tra 24 e 105 volte e nell’unico caso del bupirimate di 18 volte inferiori rispetto al limite massimo ammesso dalla legislazione. L’associazione osserva inoltre che tre sostanze attive citate non sono incluse tra i potenziali “interferenti endocrini”, non presentano problemi di “bioaccumulo” e non hanno effetti tossici sulle api.

                       

                      I risultati pubblicati da Greenpeace dimostrano quindi, secondo Assomela, che i produttori Italiani di mele sono all’avanguardia e garantiscono i massimi standard di qualità e sicurezza della mela sia per il consumatore che nei confronti dell’ambiente. Questi risultati mettono in evidenza come l’elevato impegno del sistema produttivo delle mele italiane nel cercare costantemente nuove soluzioni per ridurre la dipendenza da sostanze chimiche, optando sempre quando possibile per soluzioni tecniche più naturali e sostenibili, è un fatto concreto. La “produzione integrata avanzata” utilizzata da larghissima parte dei produttori italiani e la progressiva adozione di tecniche di difesa ammesse nel sistema “biologico”, ci consentono oggi di dire con soddisfazione che gli sforzi fatti sono stati premiati. I Produttori italiani di mele, aggiunge la nota, sono peraltro convinti della necessità di proseguire, assieme alle Istituzioni di Sperimentazione e Ricerca, nel loro lavoro di innovazione, proiettato a migliorare i già alti standard di sicurezza raggiunti. Tale impegno si riflette in tutte le tecniche di coltivazione, con attenzione alla qualità delle acque, alla salvaguardia della vita nel terreno, alla qualità dei territori ed alle esigenze delle comunità che risiedono nelle aree di produzione.

                       

                      Va tra tutti citata – prosegue Assomela – la “certificazione ambientale di prodotto” ottenuta dal sistema della mela italiana, che pone in evidenza il basso impatto in termini di utilizzo di suolo, di consumo di acqua ed il positivo impatto nella fissazione del carbonio (carbon footprint). Questo impegno proseguirà anche nel futuro, in coerenza con tutte le istanze che i produttori conoscono ed hanno fatto proprie già da lungo tempo, con la disponibilità ad aprire un confronto aperto, ma scevro da pregiudizi di fondo, con le istituzioni, con le realtà associative e con la collettività sociale. Assomela esprime infine la propria condivisione sulla necessità di raffinare il sistema di valutazione sugli effetti degli Agrofarmaci, che già oggi, sulla base della severa legislazione vigente, offre ampie garanzie di corretto utilizzo. Ma ciò dovrà avvenire con equilibrio e senza inaccettabili strumentalizzazioni.