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                      Auchan, inizia la nuova era: al centro insegna unica ed e-commerce

                      Auchan hp
                      Auchan Retail France sarà presto oggetto di un imponente piano di ristrutturazione, che nel corso del triennio vedrà un investimento complessivo di 1,3 miliardi di euro. Ad annunciarlo è Patrick Espasa, ex presidente e ad di Auchan Italia, dal 2015 alla guida della divisione retail del gruppo Auchan Holding, mentre vengono resi noti i dati sul bilancio del 2016, che evidenziano, nonostante le difficoltà degli ultimi anni, un incremento delle vendite nette dello 0,7% con 51,72 miliardi di euro di fatturato. Le parole d’ordine sono “semplificazione” e “phygitale”, neologismo francese con cui si definisce l’integrazione perfetta tra e-commerce e punti vendita fisici. Dopo che l’erede della famiglia proprietaria Mulliez ha lasciato il posto al manager Regis Degelcke, il rilancio del brand da parte del nuovo management non può aspettare

                       

                      di Massimiliano Lollis

                       

                      Che in Auchan France fossero in atto strategie di rinnovamento, dopo alcuni anni di flessione nelle vendite del colosso francese, lo si sapeva da tempo. Noi di Fm lo avevamo osservato già nel novembre scorso (leggi qui), raccontando la strategia di rebranding del gruppo francese che mira a riunire sotto un’unica insegna i suoi differenti brand.

                       

                      Oggi, però, è legittimo parlare di cambiamento storico, dopo le dimissioni dal cda, nello scorso febbraio, di Vianney Mulliez, nipote del fondatore Gérard ed erede della famiglia proprietaria, che ha quindi lasciato il posto al manager Regis Degelcke. Il piano curato da Patrick Espasa, responsabile di Auchan Retail, è infatti la rappresentazione più concreta di questo cambiamento, di cui l’operazione “insegna unica” è sì l’ambito centrale, ma non il solo: l’investimento complessivo previsto per il prossimo triennio ammonta infatti a 1,3 miliardi di euro, di cui 785 milioni saranno dedicati al restyling dei punti vendita, assieme al rebranding di tutte le insegne. È così che i supermercati di proprietà a marchio “Simply” verranno soppiantati da “Auchan Supermarché”, mentre i negozi di prossimità “A2Pas” diventeranno “My Auchan”. L’operazione, oltre che in Francia, viene portata avanti in Russia, in Vietnam e in Senegal, dove i risultati, secondo i vertici aziendali, sarebbero già “promettenti”, mentre la stessa cosa dovrebbe avvenire presto anche in altri Paesi, tra cui l’Italia.

                       

                      La parola d’ordine del piano è “semplificazione”: “Dalle attuali 55 società giuridiche che oggi compongono la nostra realtà” ha spiegato Patrick Espasa nel corso di una conferenza stampa, come riportato dal quotidiano francese Les Echos, “si passerà a 22 nel corso dei prossimi tre anni, per poi ridursi solamente a una decina”. “L’obiettivo della strategia”, ha spiegato, è rendere l’organizzazione di Auchan Retail France “più semplice, più collaborativa ed efficace per favorire l’utilizzo comune delle risorse e il coordinamento tra i suoi diversi formati”.

                       

                      La ristrutturazione può essere una vera e propria svolta, a maggior ragione in seguito alla presentazione, lo scorso 8 marzo, del bilancio 2016 di Auchan Holding, casa madre di Auchan Retail, i cui dati sono, nonostante tutto, incoraggianti. La divisione retail ha infatti registrato un incremento delle vendite nette consolidate dello 0,7%, raggiungendo quota 51,72 miliardi di euro di fatturato. 

                       

                      Soddisfazione è stata dimostrata da Wilhelm Hubner, a capo del gruppo Auchan Holding: “I risultati 2016 di Auchan Retail sono solidi e in miglioramento, e corrispondono alle nostre aspettative. È molto significativo il fatto che nel 2016 abbiamo costruito, assieme a migliaia di dipendenti, la nostra Vision per il 2025, comune a tutti i 14 Paesi in cui il nostro marchio è presente, e fondata su due assi principali: essere un soggetto attivo nella rivoluzione “phygitale” (ovvero l’integrazione tra mondo digitale e fisico nei punti vendita, n.d.r.), grazie a un multi-formato integrato dal digitale, e rispondere in modo innovativo e sostenibile alle nuove aspettative dei nostri dipendenti e consumatori. Il raggiungimento di questa visione è accompagnata dalla volontà di accelerare il nostro sviluppo internazionale con l’obiettivo di un’apertura in un nuovo Paese ogni anno. La ristrutturazione di Auchan è in atto”. 

                       

                      Wilhelm Hubner, presidente di Auchan Holding (fonte: president.tatarstan.ru)

                      Le parole di Hubner confermano la centralità del digitale, che secondo lo stesso quotidiano Les Echo, vale per l’8,5% dei 20 miliardi di euro di ricavi nella sola Francia. Per questo è previsto un approccio che tramite il potenziamento delle strutture e-commerce in tutti i Paesi in cui Auchan Retail è presente, mira all’integrazione di negozi online in tutti i formati, e all’utilizzo di una sola piattaforma web per gli acquisti online – Auchan.fr – per cui sono previsti 134 milioni di euro di investimento. Con il suo catalogo di 300mila articoli, la piattaforma diventerà il collettore unico degli acquisti digitali di Auchan: “Intendiamo essere la prima insegna “phygitale” in Francia”, ha osservato Espasa.

                       

                      Altre novità di rilievo sono la creazione di una centrale d’acquisto unica con Systeme U e Schiever, che sarà battezzata Alliance e che sarà la prima centrale d’acquisto in Francia se dall’Antitrust arriverà il via libera, e la ridefinizione dei servizi centrali, con licenziamenti previsti tra i white-collar del gruppo e l’accentramento delle funzioni al quartier generale di Villeneuve d’Ascg, Lille, con la chiusura di gran parte dei 32 centri sparsi sul territorio francese.

                       

                      Quelli del management di Auchan sono senza dubbio sforzi notevoli e a loro modo rivoluzionari, ma solo con il tempo si saprà se è questa la via giusta verso un concreto rilancio del colosso francese a livello mondiale.

                       

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