L’INFORMAZIONE INDIPENDENTE PER PROFESSIONISTI E APPASSIONATI DI ORTOFRUTTA
                      L'INFORMAZIONE PROFESSIONALE PER IL TRADE ORTOFRUTTICOLO
                      L’INFORMAZIONE INDIPENDENTE PER PROFESSIONISTI E APPASSIONATI DI ORTOFRUTTA

                      Bananito: il progetto equosolidale di Altromercato con 250 produttori peruviani

                      In Perù, lungo un affluente del Rio delle Amazzoni, c’è un’oasi incontaminata di biodiversità in cui 250 piccoli produttori coltivano bananito, o baby banana, frutto tropicale a regime biologico che ha permesso di sottrarre 60 ettari di terreni alla produzione illecita di cocaina. Redesign è la cooperativa che sostiene e tutela i piccoli contadini locali e le loro famiglie: grazie a un progetto di Altromercato, mediante Ctm Agrofair, è nata per il bananito peruviano una filiera sostenibile, equa, solidale e di qualità

                      Dalla Redazione

                      bananito Altromercato

                      Foto di Lorenzo Boccagni e Beatrice De Blasi, ©Altromercato

                      La baby banana, o mini banana, è un frutto particolarmente profumato, dolce e tenero. Esistono tante varietà di baby banana, coltivate in differenti parti del mondo. Il bananito sudamericano, per esempio, può provenire dalle Ande colombiane o dall’Ecuador, ma anche dal Perù, dove viene chiamato moquicho o bizcocho. Proprio da qui arriva il bananito Altromercato. Il bananito biologico curato dai contadini del produttore Redesign cresce spontaneamente in una incontaminata oasi di biodiversità, lungo un affluente del Rio delle Amazzoni, nella foresta tropicale del Perù. Qui, grazie a un progetto di Altromercato mediante Ctm Agrofair, i contadini sono stati accompagnati nello sviluppo della produzione e nel miglioramento della qualità tecnica e di prodotto, riuscendo così a garantire condizioni di vita dignitose per tante persone.

                      Il bananito e il progetto di sviluppo di Ctm Agrofair

                      Siamo nella regione peruviana di Huanúco, nella Selva Amazzonica Alta, a più di 500 metri s.l.m. Si tratta di una zona ricca di biodiversità, ma anche molto isolata e povera, che negli anni Ottanta e Novanta era il centro del traffico illecito di coca e punto nevralgico della lotta armata.

                      Per risollevare le sorti di questo territorio, nel 2010 il governo peruviano, in collaborazione con alcune Ong americane, ha avviato un programma per sradicare la coltivazione della coca e sostituirla con quella di cacao e altre colture a crescita rapida, come la baby banana, rispettose della biodiversità locale. Qualche anno dopo Altromercato ha identificato nella zona un cluster di 250 produttori da seguire all’interno di un progetto di sviluppo, volto a favorire la coltivazione biologica ed equosolidale del bananito. Grazie al lavoro svolto insieme a PromPerù, agenzia del governo per la promozione dell’esportazione, è stato possibile lavorare sulle certificazioni bio e fair trade e successivamente dare vita a Redesign.

                      bananito Altromercato

                      Nata per volontà di un gruppo internazionale di professionisti attivi nel Commercio Equo e Solidale, l’organizzazione intendeva appoggiare piccoli produttori locali affinché potessero accedere al mercato, sia coinvolgendoli direttamente nella produzione, sia fornendo assistenza tecnica e formazione. Mediante Ctm Agrofair, la parte di Altromercato che si occupa del commercio di fresco equosolidale, è stato poi avviato un progetto pilota di cooperazione co-finanziato dalla Provincia di Trento e finalizzato al miglioramento dei processi di filiera, in particolare della fase successiva alla raccolta.

                      In uno scenario in cui non vi era gestione agronomica, dove le condizioni di vita erano precarie, le strutture post-raccolta inadeguate e la logistica limitata, il progetto di cooperazione ha portato assistenza tecnica, formazione sulla protezione della coltivazioni dai parassiti, sulla calibrazione e la selezione della frutta, investimenti e sviluppo di processi produttivi controllati.

                      Da allora a oggi sono stati implementati altri progetti di cooperazione grazie alla collaborazione con Ctm Agrofair e ai finanziamenti delle province autonome di Trento e Bolzano. Uno di questi, ad esempio, ha previsto lo sviluppo di una nuova coltivazione, quella delle Cavendish di montagna, per diversificare la produzione nella valle dell’Alto Huallaga e costruire una nuova piattaforma logistica per gestire le esportazioni via mare.

                      L’impatto del progetto del bananito sulle comunità

                      Le varie progettualità di sviluppo socio-economico hanno avuto grande impatto sulle comunità dei produttori, sotto diversi punti di vista. Le colture di baby banana continuano a essere una fonte di guadagno costante e duraturo per gli oltre 250 coltivatori di Redesign e, di conseguenza, costituiscono un ottimo deterrente per le attività illecite un tempo molto diffuse. Lavorando con Redesign i produttori ricevono un pagamento più alto di quello pagato sul mercato locale. L’organizzazione, inoltre, garantisce un prezzo fisso per tutto l’anno che non risente delle fluttuazioni di mercato. I lavoratori ricevono un salario regolare e sono assunti con benefici di legge, assicurazione e accesso al sistema sanitario nazionale. Tutto questo ha permesso, ad esempio, di avere le risorse per ristrutturare le abitazioni precarie, di migliorare i servizi igienici e di favorire l’istruzione dei figli delle famiglie contadine.

                      Interessante è anche l’impatto ambientale. Sono circa sessanta gli ettari certificati bio sottratti alla coltivazione della coca. Ora si punta alla tutela della biodiversità invece che alla produzione intensiva. Inoltre, il progetto di cooperazione “Sviluppo sostenibile e lotta contro il cambiamento climatico nella valle dell’Alto Huallaga (SSLCC)” ha introdotto alcune strumentazioni e buone pratiche per favorire la lotta agli effetti negativi che la crisi climatica ha sulla zona.

                      La storia di Redesign e dei suoi coltivatori testimonia quanto il sostegno del Commercio Equo, attraverso il pagamento di un prezzo giusto e progetti di cooperazione internazionale, possa cambiare il lavoro, e quindi la vita, di tante persone, anche in zone marginali del mondo.

                      Copyright: Fruitbook Magazine