di Eugenio Felice
Banco Fresco – Il Mercato del Gusto è sbarcato in Italia nel settembre 2017. Prima con un punto vendita a Beinasco, a 5 chilometri da Torino, poi con un secondo punto vendita vicino allo Juventus Stadium, sempre nel capoluogo piemontese. Chiara la formula, 100 per cento food, per la stragrande maggioranza freschi e freschissimi: frutta e verdura, pescheria, macelleria, salumeria, formaggi. La notizia aveva fatto saltare sulla sedia diversi dirigenti della grande distribuzione italiana, con Francesco Pugliese di Conad che dichiarò: “Se staremo a guardare rimanendo ancora una volta passivi, non solo saremo prede, ma saremo morti”. Dietro l’insegna Banco Fresco in molti hanno visto la longa manus di Grand Frais, il vero category killer, o come lo abbiamo ribattezzato noi category king, della grande distribuzione francese e belga, con 200 punti vendita aperti oltralpe, una specializzazione unica nei freschi e freschissimi e una marcata identità già nel modo di presentarsi, con quell’aspetto da mercato coperto in chiave moderna.
Alle prime due aperture, però, non ne sono seguite altre e non ne sono previste nemmeno per i prossimi mesi. La ragione dello stallo va ricercata probabilmente nel riassetto societario, perché nel marzo 2017, poco prima dello sbarco in Italia, la holding di Grand Frais, Prosol, è stata acquisita per la maggioranza del capitale dal fondo francese Ardian (leggi la notizia), che può vantare attivi per oltre 60 miliardi di dollari. Va detto anche che c’è stata nei media una certa confusione, perché se è vero che nella proprietà di Banco Fresco c’è Denis Dumont, fondatore di Grand Frais, è vero anche che le due insegne sono indipendenti: ovviamente chi conosce la realtà di Grand Frais può notare che le due catene presentano elementi molto simili, come la struttura del negozio, la grande specializzazione in ortofrutta e in generale nel fresco, la quasi totale assenza dei marchi noti, ma Banco Fresco è un progetto italiano indipendente da Grand Frais.
Un passo indietro. Come si può leggere in un articolo pubblicato da CorriereEconomia il 1 ottobre a firma Stefano Righi, fu nel 1992 che Denis Dumont, all’epoca 34 anni e a capo di un’azienda grossista di frutta e verdura, con il quartier generale a Lione, decise di allungare la catena e diventare anche retailer e produttore, fondando quel Grand Frais che oggi è uno dei maggiori player della grande distribuzione alimentare francese con un fatturato stimato di 3 miliardi di euro. Grand Frais non è una catena qualsiasi: secondo gli esperti è il miglior gruppo distributivo alimentare in termini di esperienza di acquisto e consumo del Vecchio Continente. La svolta c’è stata appunto nel 2017, quando la maggioranza della proprietà della holding Prosol è passata al fondo francese Ardian. Dumont, però, che intanto è diventato uno dei grandi azionisti del Credito Valtellinese (leggi la notizia), di sua iniziativa ha avviato il progetto Banco Fresco in Italia che, dopo questo primo periodo di rodaggio, dovrebbe a breve riprendere alla grande con un obiettivo di aperture che secondo quanto riportato da CorrierEconomia potrebbe arrivare a 100 entro il 2023.
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