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                      Bellini (APO Scaligera): «Mele di alta qualità ma non sarà facile collocarle»

                      Gala Buckeye
                      Il raccolto è iniziato a fine luglio nel Veronese con la varietà Gala. Il clima piovoso e fresco degli ultimi mesi ha portato a un livello qualitativo eccellente dei frutti. I quantitativi sono previsti in aumento di circa il 15 per cento anche per le altre varietà di punta, tra cui la Granny Smith. È però sul fronte commerciale che ci sono delle preoccupazioni, come ci spiega Gianluca Bellini, responsabile commerciale di APO Scaligera

                       

                      di Eugenio Felice

                       

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                      Mele Gala della nuova cultivar Buckeye appena coferite in APO Scaligera (Copyright: Fm)

                      Sono iniziati l’ultima settimana di luglio i primi stacchi della varietà Gala presso l’APO Scaligera di Santa Maria di Zevio, una delle realtà di punta della frutticoltura veronese, con un fatturato annuale di circa 45 milioni di euro e un output di mele pari a 120 mila quintali. Le previsioni parlano di un aumento dei quantitativi nell’ordine del 15 per cento rispetto alla passata campagna, anche per le varietà Golden Delicious, Granny Smith, Morgenduft, Stark e Fuji. La qualità per ora è ottima, come non si vedeva da anni: le temperature fresche di giugno e luglio, gli sbalzi termici tra il giorno e la notte, le piogge frequenti, hanno dato ai frutti pezzatura e soprattutto colore. La varietà Golden inizierà ad essere raccolta  verso la fine di agosto.

                       

                      Il Veneto, così come l’Emilia-Romagna, sono le prime regioni italiane a raccogliere le mele, con un anticipo di circa due settimane rispetto al Trentino e all’Alto Adige. Il Veronese, in particolare, può vantare un alto livello qualitativo della varietà  Granny Smith . Se qualità e quantità soddisfano, ci sono delle preoccupazioni sul fronte commerciale. Come ci spiega Gianluca Bellini, responsabile commerciale di APO Scaligera: “Ci sono tutte le condizioni perché questa sia una stagione difficile, sia per le mele che per le pere. Il raccolto europeo è previsto in 12 milioni di tonnellate, con produzioni abbondanti in tutti i principali Paesi produttori ad eccezione della Francia. Per la Polonia si parla addirittura di 3,5 milioni di tonnellate. Crescono inoltre, in qualità e competitività alcuni Paesi, come la Serbia. Intanto alcune cooperative in Alto Adige hanno ancora discrete giacenze di magazzino da collocare”.

                       

                      “Anche sul fronte delle vendite – continua Bellini – ci sono delle criticità. C’è l’instabilità politica di alcuni importanti mercati di sbocco, come il nord Africa. C’è la recentissima chiusura del mercato russo, tra i maggiori importatori mondiali di mele e pere, conseguenza della guerra in corso in Ukraina. Anche il Sud America è meno vicino: nella passata campagna la Spagna e la Francia sono state molto aggressive e hanno sottratto quote di mercato all’Italia, in particolare in Brasile. In nord America i quantitativi inviati per ora sono solo simbolici. In più ci sono le industrie di trasformazione con i magazzini pieni, a causa delle ingenti quantità inviate all’industria da parte dei Paesi dell’Est Europa. Per tutti questi motivi – conclude Bellini – è ragionevole aspettarsi che quella appena iniziata sarà una delle campagne più difficili degli ultimi anni per le mele italiane”.

                       

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