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                      “100 volti dell’ortofrutta italiana”: in un libro uno spaccato inedito del settore e dei suoi protagonisti

                      Bestack 100 volti ortofrutta

                      Cento professioniste e professionisti che operano a vario titolo nel settore ortofrutticolo, dalla produzione al retail, dalle istituzioni alla rappresentanza. Cento racconti di vita e di carriera, di strategia e di visione, di ispirazioni e aspirazioni ma anche di paure e timori, e in mezzo tanti aneddoti, pensieri, segreti svelati e qualche sogno nel cassetto. “100 volti dell’ortofrutta italiana”: non è un saggio e non è un romanzo, è un libro – realizzato dal Consorzio Bestack  – che, con un’operazione culturale unica nel suo genere, racconta le persone di un settore tanto affascinante e denso di passioni quanto complesso come quello ortofrutticolo.

                      Il volume, edito da Il Ponte Vecchio e disponibile in libreria e online a partire dal 22 gennaio, sarà presentato in anteprima esclusiva mercoledì 17 gennaio a Bologna a Marca Fesh, il format dedicato all’ortofrutta curato da SGMarketing all’interno di Marca by BolognaFiere. Alle 14.30 nell’Agorà di Marca Fresh (padiglione 29) il giornalista Alessandro Franceschini dialogherà con il direttore generale del Consorzio Bestack Claudio Dall’Agata, ideatore e curatore del libro e autore delle cento interviste in esso contenute, e con alcuni dei protagonisti intervistati per spiegare genesi, ruolo e opportunità di questo progetto editoriale. Un libro che conduce il lettore in un ideale viaggio nell’ortofrutta del BelPaese, toccando tutte le eccellenze e i territori vocati, da nord a sud, per un grande racconto corale che parla di donne, di uomini e di imprese, di intuizioni e innovazioni, di evoluzioni storico-aziendali e di passaggi generazionali, guardando alle prospettive di sviluppo e ai nuovi trend del settore.
                       
                      Bestack 100 volti ortofrutta

                      “Credo che per realizzare progetti insieme, in questo caso nella filiera ortofrutticola, sia prima di tutto necessaria una sana relazione di qualità tra le persone, valore profondo che si costruisce con il tempo. Ecco, questo è un libro che parla innanzitutto di relazioni – spiega il direttore del Consorzio Bestack Claudio Dall’Agata (in foto sotto) -, e poi è un’operazione culturale, nel senso etimologico del termine: racconta ambiti e visioni ai più sconosciute, perfino agli operatori del settore. Io  ho imparato molto dalle chiacchierate con gli interlocutori che si sono concessi in queste pagine, sia dal punto di vista personale che professionale”.

                      “Terza cosa – continua Dall’Agata -: credo che sia sempre più importante interpretare il proprio mestiere in maniera laterale. In questo senso, allo stesso modo in cui la confezione racconta il prodotto che contiene, le sue caratteristiche e origini, penso che sia compito di chi si occupa di imballaggi raccontare chi i prodotti li pensa e li produce. Perché le persone, in fin dei conti, sono l’estensione del prodotto stesso. Ecco allora che, questo libro, lo possiamo intendere come una ‘scatola di persone’, che contiene tanti regali, perché il tempo concessoci dai cento intervistati è stato effettivamente un dono”.

                      La genesi del libro

                      In periodi di distanziamento sociale, continuare a incontrare in modalità virtuale alcuni protagonisti e protagoniste della filiera ortofrutticola italiana, per mantenere viva la relazione e scambiare idee, visioni e strategie, al fine di approfondire la conoscenza reciproca e lavorare meglio in futuro. Con questa idea, durante il lockdown della primavera 2020, il Consorzio Bestack ha avviato sul proprio blog una rubrica online di notizie e opinioni, che nel giro di un anno si è arricchita di una striscia settimanale in cui Claudio Dall’Agata, direttore del consorzio, si confrontava ogni settimana con un personaggio diverso del settore ortofrutticolo. Un produttore/trice, un/a manager, una figura istituzionale, un/a professionista del marketing e della comunicazione: in ogni intervista, di settimana in settimana, chi parlava si raccontava con sincerità, rompendo gli schemi della comunicazione istituzionale.

                      Al confine tra racconto e intervista, quelli contenuti nelle oltre 600 pagine del libro “100 volti dell’ortofrutta italiana” sono testi che dipanano il profilo dell’interlocutore o dell’interlocutrice in maniera non convenzionale, più intima, svelando sia i valori che la visione professionale del singolo. Oltre due anni per raccogliere tutti i testi, con ruoli professionali che per alcuni protagonisti, nel frattempo, sono cambiati, mentre sono rimasti intatti i valori.

                      “Cento: un numero tondo, epico, che meritava di essere celebrato assieme alle altrettante protagoniste e protagonisti di questa avventura editoriale – conclude il direttore di Bestack Claudio Dall’Agata -. Come la confezione veste la frutta e la verdura che contiene, questo volume racconta cento persone che stanno dietro e dentro le aziende della filiera ortofrutticola, la loro storia e la loro visione. Il cartone ondulato è sempre sullo sfondo, una presenza discreta, un filo conduttore che cementa idee e proposte, visioni e strategie. Un libro che vuole essere un ringraziamento per tutti coloro che hanno accettato di dialogare senza rete, per raccontare di sé e descrivere il settore ortofrutticolo di oggi e quello che sarà”.

                      Un pensiero solidale

                      “100 volti dell’ortofrutta italiana” è un volume di 616 pagine pubblicato dalla casa editrice Il Ponte Vecchio che sarà disponibile in fiera il 17 gennaio, al termine della presentazione, e dal 22 gennaio in libreria e online, al prezzo di copertina di 25 euro. I diritti saranno devoluti a C.A.B. Ter.Ra, cooperativa agricola braccianti di Ravenna ricordata per il gesto eroico compiuto durante l’alluvione di maggio 2023 in Romagna, quando contribuì a mettere al sicuro la propria città permettendo la rottura dell’argine del canale Magni verso i propri terreni, sacrificando colture e raccolti.

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