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                      Bio fenomeno di massa. Ma i numeri in crescita non bastano più. Ecco perché

                      Consumi cresciuti del 20,6% nel primo semestre del 2016, operatori a quota 60 mila (+8,2% rispetto al 2014) e superficie coltivata al 12% della SAU nazionale. Archiviato il Sana, è tempo di riflettere su come guidare il mercato, perché i numeri in crescita non bastano. Ecco l’analisi del prof. Gabriele Canali dell’Università Cattolica che indica tre asset su cui puntare: organizzazione e coordinamento della filiera, nuovo impulso alla ricerca e investimenti sulla formazione del capitale umano

                       

                      di Matteo Stefanini

                       

                      Bio - Obst

                      Il consumo di ortofrutta bio sia diventato di massa: a luglio le vendite hanno superato i 100 mln di euro

                      Archiviato il Sana, il Salone internazionale del biologico che ha chiuso i battenti registrando 47.221 visitatori, è arrivato il momento di puntellare la direzione di marcia del mercato del bio in Italia. Ne è convinto il professor Gabriele Canali del Dipartimento di Economia Agroalimentare dell’Università Cattolica, sede di Piacenza, e consigliere per le Politiche economiche agrarie del ministro Maurizio Martina. Al convegno “L’agricoltura biologica: un’opportunità strategica per il Paese” tenutosi in apertura del Sana, il docente universitario ha proposto la sua analisi alla presenza del viceministro del Mipaaf, Andrea Olivero, suggerendo di correggere la rotta al mercato del biologico in Italia con alcune azioni sul fronte di organizzazione e strutturazione della filiera, ricerca e formazione.

                       

                      E’ stato l’Osservatorio SANA a sfornare le ultime cifre sul biologico in Italia, registrando un aumento del 20,6% dei consumi nel primo semestre 2016, crescita ancor più importante se paragonata al calo dell’1,2% degli acquisti agroalimentari generali da parte delle famiglie italiane. A questo dato va aggiunto il numero degli operatori biologici, balzati nel 2015 a circa 60 mila (+8,2% rispetto al 2014) e la superficie coltivata bio arrivata al 12% della SAU nazionale (1.492 ettari, più 7,8% rispetto al 2014). Sul fronte dell’ortofrutta, nel corso di un convegno promosso da Ccpb, Silvia Zucconi di Nomisma ha spiegato come “il consumo di ortofrutta bio sia diventato di massa: a luglio 2016 le vendite hanno superato i 100 milioni di euro, +17,6% rispetto all’anno precedente, e che: il 74% delle famiglie ha acquistato frutta e verdura fresca biologica in almeno una occasione nel corso degli ultimi 12 mesi”.

                       

                      L’analisi del prof. Canali è partita da un elemento: l’evoluzione del mercato. “Sul biologico – ha spiegato il docente – siamo passati da un mercato per pochi innovatori e pionieri, molto motivati per una scelta di vita, a un mercato ormai allargato. Tuttavia, l’aiuto assicurato alla crescita delle superfici biologiche non ha necessariamente costruito filiere bio, tanto che quando si andava a cercare il prodotto difficilmente si riusciva a reperirlo”. Adesso, ha sottolineato il prof. Canali, “siamo in una fase nuova del percorso di crescita, quella in cui la domanda dopo essere cresciuta progressivamente continua a mantenere tassi di crescita sempre più importanti perché applicati a quantitativi aumentati nel tempo. E quando i volumi sono importanti e pure i tassi di crescita restano tali, stiamo parlando di un mercato fortemente trascinato dalla domanda. Questa è la grande spinta, c’è una grande domanda di biologico nel nostro Paese”.

                       

                      Gabriele-Canali

                      Il prof. Gabriele Canali

                      Ma non è finita qui, perché oltre a questa vasta fetta di consumatori disposta a pagare prodotti a prezzi più elevati rispetto ai prodotti dell’agricoltura convenzionale, “si è affermata in Italia un’offerta da parte del settore produttivo capace di rispondere a questa esigenza del mercato. Il bio non interessa più qualche azienda marginale, convinta dal valore sociale, il bio ormai è un fenomeno allargato”.

                       

                      A fronte di questa nuova situazione, “il mercato del bio deve diventare maggiorenne”. Come? “La prima sfida è quella dell’organizzazione – ha rilevato il docente universitario -. Vanno bene i mercati della vendita diretta, ma non colgono le enormi potenzialità del bio; servono forme di organizzazione efficaci, serve un vero coordinamento di filiera che ancora non esiste. Se vogliamo assicurare che il valore del bio arrivi al consumatore finale, occorre costruire filiere integrate e forti, così che questo mercato sia sempre meno di nicchia e soltanto per chi lo ricerca. In questo senso, è necessaria una vision del futuro biologico, una strategia sul ruolo che il biologico italiano dovrà giocare nell’agroalimentare del domani”.

                       

                      Secondo aspetto che richiede un cambio di passo: la ricerca. “Il bio è diventato grande, la ricerca sul bio è rimasta piccola, considerata figlia di un dio minore – ha rimarcato il prof. Canali -. Non ci sono budget da cannibalizzare, ma l’agroalimentare non può crescere su questo fronte senza essere accompagnato da un’adeguata ricerca che consenta sviluppo e innovazione per il futuro”.

                       

                      Infine, terzo elemento strettamente connesso al secondo, “la formazione e l’investimento sul capitale umano. Deve finire – ha chiosato il professore – il tempo in cui gli agricoltori possono permettersi di reinventarsi biologici da un giorno all’altro perché le colture convenzionali non bastano più a fare reddito. Usciamo dallo schema che fare biologico è produrre come una volta; no, fare biologico significa produrre con le modalità del futuro, applicare l’agricoltura di precisione, ad esempio. Ma per farlo serve formazione, servono conoscenze e investimenti nel capitale umano, e in questo le stesse Università italiane potrebbero fare di più”.

                       

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