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                      Biologico piace sempre di più agli italiani, nuovo record di vendite nella Gdo

                      biologico
                      Continua la crescita del biologico in Italia. A dirlo è AssoBio che – presentando all’assemblea annuale dei soci una ricerca Nielsen – sottolinea come il peso del bio nell’agroalimentare stia aumentando, con un vero e proprio record di vendite nella Gdo, che ammontano a 1 miliardo e mezzo di euro, con una crescita del +15,8% nei supermercati e un +11,7% negli ipermercati. Chi compra e cosa? Le famiglie sono sempre più abituali consumatrici di prodotti bio – 1,3 milioni di famiglie in più nel corso dell’ultimo anno – che acquistano soprattutto uova, ma anche confetture di frutta e bevande vegetali sostitutive del latte. Cosa spinge all’acquisto dei prodotti bio? Rispetto per l’ambiente e qualità sono importanti, ma è la sicurezza a rappresentare il drive più forte per 76 consumatori su 100

                       

                      Dalla Redazione

                       

                      Bio

                      Il biologico in Italia è in ottima salute e continua a crescere. A dirlo è AssoBio, l’associazione nazionale delle imprese di trasformazione e distribuzione dei prodotti biologici, che – presentando all’assemblea annuale dei soci a Milano i nuovi dati di scenario rilevati da Nielsen – sottolinea come il peso del bio nell’agroalimentare nazionale stia aumentando, con un vero e proprio record di vendite nella Gdo, che ammontano a 1 miliardo e mezzo di euro, con una crescita del +15,8% nei supermercati e un +11,7% negli ipermercati. 

                       

                      Numeri mai visti prima nel bio nella Gdo, che dimostrano – al di là del successo di questa tipologia di prodotti negli oltre 1.200 negozi specializzati – quanto oggi per sempre più italiani il biologico sia un’abitudine oramai consolidata, che sull’onda di scelte di consumo più consapevoli, conquista consumatori anche al di fuori delle “cittadelle” dei negozi specializzati.

                       

                      La crescita nel bio non è certo una novità di questi ultimi mesi: come ricorda AssoBio, l’attuale tasso di crescita del settore – ora stabile al +10,5% – fa seguito a un triennio eccezionale, che ha visto un’impennata delle vendite a tassi annui tra il 18 e il 19%. Ora la crescita pare quindi stabilizzata a ritmi più regolari ma ugualmente notevoli se consideriamo che l’alimentare nel suo complesso cresce solo del 2.8%. A livello di prodotti, dei 1522 milioni di maggiori vendite di alimentari nell’ultimo anno, 156 derivano da prodotti bio, mentre in Gdo il numero di referenze biologiche è aumentato del 18%. In quanto invece ai prezzi, si registra una leggera diminuzione: fatto 100 il costo della media convenzionale, quello bio è sceso da 152 a 149, quando era 160 nel 2016. 

                       

                      Una delle considerazioni più evidenti è però la crescente presenza delle famiglie tra le file dei consumatori abituali – nell’ultimo anno 1,3 milioni di famiglie in più -, mentre i prodotti bio vengono acquistati ogni settimana da 6,5 milioni di famiglie (il 26% del totale). Ammontano invece a 21,8 milioni le famiglie (88% del totale) che sono diventate nuovi acquirenti, acquistando almeno saltuariamente prodotti biologici.

                       

                       

                      Bio

                      Ma quali sono i prodotti bio più acquistati nella Gdo? Al primo posto ci sono le uova, seguite da gallette di cereali soffiati e confetture e spalmabili a base di frutta. Seguono poi le bevande vegetali sostitutive del latte, l’olio extravergine d’oliva, il latte fresco, la pasta. Chiudono la classifica la frutta secca sgusciata, lo yogurt intero e i biscotti. Per quanto riguarda invece la distribuzione geografica dei consumi, a crescere di più è il sud (+19,7%), ma la penetrazione è ancora limitata al 2.1%; nel nord est il bio pesa il 4,4% della spesa alimentare e cresce del 14,1%; al centro il peso è del 3,6% e la crescita del 14,9%, a nord ovest quota del 3,5% e incremento del 12,1%.

                       

                      Cosa spinge però i consumatori ad acquistare prodotti bio? Quello della sostenibilità e del rispetto dell’ambiente è citato come motivo d’acquisto da 29 consumatori italiani su 100, mentre 34 segnalano la qualità superiore dei prodotti biologici. Il drive più forte, però, rimane quello della sicurezza, citato da 76 consumatori su 100, che si rivolgono al biologico ritenendolo più sicuro per la salute, più degno di fiducia per la certificazione o su consiglio del pediatra.

                       

                      “L’Italia famosa nel mondo per il suo cibo – spiega Roberto Zanoni, presidente di AssoBio – è anche è il maggior consumatore di pesticidi per unità di superficie in Europa Occidentale, con valori doppi rispetto a quelli di Francia e Germania. A ciò si aggiunge la seria problematica dell’antibiotico-resistenza: batteri pericolosi per l’uomo sono diventati resistenti a farmaci essenziali per l’uomo, in seguito all’impiego massiccio e indiscriminato di queste sostanze negli allevamenti. Il nostro sistema si avvia al collasso, e questo senza neanche la scusa che sia necessario alla salute economica delle aziende agricole, che continuano a chiudere perché i prezzi non sono sufficienti a coprire le spese di produzione, basta pensare alle proteste per il latte, per il grano e per i pomodori. E purtroppo numerose aziende tentano di resistere ricorrendo al caporalato. Per questo non ha senso contestare al prodotto biologico un prezzo più elevato: non si possono usare come termine di paragone prezzi che costringono le aziende a chiudere o le inducono a un inaccettabile sfruttamento dei lavoratori”.

                       

                      “Se poi – conclude – aggiungiamo i costi dell’inquinamento, che in barba al principio di “chi inquina paga” non sono addebitati a chi è responsabile delle contaminazioni delle nostre acque prima con l’atrazina e ora col glifosate, ma vengono scaricati sulla collettività, è evidente che il prezzo indicato sul cartellino non è quello vero”.

                       

                       

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