di Carlotta Benini
Dopo l’annata anomala 2017, le previsioni per la campagna 2018 sono positive in casa Bio Val Venosta: le rese sono ritornate nella norma e la qualità dei frutti si preannuncia ottima, sia in fatto di sapore e grado brix, che di colorazione. Il brand del consorzio VI.P dedicato alla mela biologica è tra i protagonisti del settore ortofrutticolo in prima linea a Sana 2018, in programma dal 7 al 10 settembre nel quartiere fieristico di Bologna. “Bio Val Venosta si afferma come leader tra i produttori di mele biologiche in Italia e anche in Europa – spiega Gerhard Eberhöfer, responsabile delle vendite area Bio di Val Venosta – per questo la nostra partecipazione al Sana è fondamentale, in quanto si tratta del primo evento fieristico dove possiamo fornire ai nostri clienti le informazioni sul nuovo raccolto e sulla campagna 2018″. Lo spiega in video istituzionale lanciato nei giorni della fiera, e lo sottolinea anche nella chiacchierata che abbiamo fatto durante la prima giornata di Sana, nel corso della quale il responsabile vendite area Bio di Val Venosta ha fatto una panoramica sulle prospettive di sviluppo delle produzioni melicole bio, sulle varietà innovative su cui il consorzio – che ad oggi conta 169 soci produttori bio sui 1.700 totali – sta investendo e sui mercati strategici d’oltreoceano su cui puntare nei prossimi anni. La raccolta è iniziata a fine agosto con Gala, a ottobre arriveranno sul mercato le altre varietà.
Eberhöfer, che previsioni produttive ci sono per la campagna 2018/2019 di Bio Val Venosta?
La previsione della raccolta di quest’anno è buona, anche se qualche punto percentuale in meno rispetto la stima di luglio. La resa per ettaro quest’anno è ritornata “nella norma” dopo due anni di sottoproduzione dovute alle avversità climatiche. Si stima che la merce disponibile per la vendita quest’anno sarà tra le 28-29 mila tonnellate lorde, comprensive quindi mele da tavola e mele destinate all’industria. Se facciamo i confronti con il 2017, annata molto scarsa con 21 mila tonnellate lorde a causa della grandine e delle gelate primaverili, si registra un incremento del 40%.
Com’è la qualità dei frutti?
Il clima è stato caldo per tutta l’estate in valle, questo ha fatto sì che i frutti sviluppassero un elevato grado brix. Fortunatamente a fine agosto in Val Venosta è tornato il fresco, con buoni sbalzi di temperatura tra il giorno e la notte, fattori questi indispensabili che hanno favorito la colorazione delle mele e l‘ottima croccantezza.
Nessun danno da eventi atmosferici?
La grandine ha causato qualche piccolo danno, inoltre si segnala qualche caso di ruggine in varietà come Golden e Pinova: ma in entrambi i casi si tratta di fenomeni non rilevanti, senza considerare poi che il consumatore biologico accetta qualche piccolo difetto nei frutti.
Come procede il piano di sviluppo delle superfici coltivate a bio? Lo scorso anno, sempre a Sana, aveva parlato dell’obiettivo di raggiungere i 900 ettari entro il 2020 (leggi qui).
Le nuove previsioni guardano oltre, al 2021, quando contiamo di raggiungere quota 980 ettari di meleti bio. I nostri areali produttivi sono cresciuti circa dell’8-10% ogni anno: da 500 ettari nel 2016, siamo passati a 540 nel 2017 e agli attuali 620 ettari, a testimonianza che il biologico è un comparto in forte espansione.
Un altro obiettivo annunciato lo scorso anno era quello di arrivare a servire il mercato per 12 mesi: obiettivo tuttavia disatteso a causa dei danni climatici che nella scorsa annata hanno portato a un crollo produttivo. Come vede ora la situazione?
Sono molto ottimista e fiducioso perché finalmente dopo due anni possiamo tornare ad un ritmo “normale” e servire sia il mercato italiano che i clienti esteri più importanti per tutti i 12 mesi, con un prodotto eccezionale e dall’ottima qualità intrinseca.
Su quali varietà state puntando?
Dal punto di vista delle nuove varietà abbiamo buone prospettive: quest’anno stimiamo circa 200 tonnellate di Ambrosia Bio, prodotta in esclusiva europea in Val Venosta, con una previsione nei prossimi anni di 400-500 tonnellate di raccolto, grazie a nuovi impianti e nuovi produttori bio in conversione. Ambrosia Bio è una varietà dolce e aromatica che sarà disponibile da metà ottobre fino a metà dicembre e sarà in vendita per circa due mesi. Il nostro secondo “cavallo di battaglia” è la Bonita Bio, che si distingue per il suo aspetto e la sua consistenza croccante e succosa: si prevede un raccolto di circa 200 tonnellate e l’incremento sarà ancora più forte nei prossimi anni, con una previsione verso le 1000 tonnellate. La commercializzazione della Bonita Bio, che è una esclusiva per l’Europa di VOG e VI.P, partirà non prima di fine gennaio. Anche la Kanzi Bio è un esempio di varietà club in costante aumento: per il 2018 la stima è di 1000 tonnellate con una previsione fra tre anni di arrivare a 2 mila tonnellate. In generale, prevediamo per le varietà club un tasso di crescita nei prossimi anni tra il 15 e il 20%. Prevediamo di avere nei prossimi anni anche qualche quantitativo di mele a polpa rossa bio. Guardando alle varietà più tradizionali, Gala resta la nostra mela numero uno, che ricopre attualmente il 25-30% della produzione.
Quali sono i mercati di riferimento e quelli più strategici?
L’Italia resta il nostro mercato di riferimento, a cui destiniamo il 33-34% della produzione. Poi ci sono i Paesi nordici (Danimarca, Svezia, Finlandia e Norvegia) a cui va il 30% dell’export di mele bio, infine sono paesi di riferimento anche la Germania e l’Inghilterra, la Francia e la Spagna. Una piccola percentuale di export oggi è destinato al Paesi extra UE: siamo presenti negli Emirati Arabi, specie a Dubai, in Israele e anche in Brasile, mercato, quest’ultimo, molto interessante in quanto non ha produzione di mele bio. Anche il Far East è un mercato molto strategico, nel quale intendiamo incrementare la nostra presenza nei prossimi anni: abbiamo la qualità e le varietà richieste dal consumatore asiatico, e anche la capacità logistica per affrontare le lunghe destinazioni.
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