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                      Bioplus, uva da tavola biologica in Sicilia. Quest’anno anche senza semi

                      Dolce, biologica, italiana e quest’anno, per i clienti che ne facessero richiesta, anche senza semi: è l’uva da tavola prodotta e commercializzata da Bioplus, azienda di Canicattì, Sicilia, che da dieci anni produce uva da tavola biologica, tra i pochi a coltivarla in una delle zone più vocate d’Italia come testimonia l’ottenimento della indicazione geografica protetta – IGP. Diverse le varietà prodotte, tra cui Italia, Vittoria, Red Globe, Apulia, Luisa e Scarlotta. Venduta principalmente nei mercati esteri, prima tra tutti la Francia, poi Belgio e Svizzera, ora l’uva di BioPlus guarda anche al panorama italiano della GDO, considerando l’attenzione del consumatore per i prodotti di origine nazionale

                      Di Valentina Bonazza

                      Bioplus

                      Filari di un vigneto Bioplus (Sicilia)

                      È iniziata verso metà giugno, con ottime premesse, la commercializzazione dell’uva biologia Vittoria per Bioplus, azienda di Canicattì , comune della provincia di Agrigento in Sicilia, specializzata nella produzione, confezionamento e distribuzione di uva da tavola biologica di alta qualità. “Io sono nato come produttore di uva da tavola convenzionale da lunga tradizione famigliare – ci spiega Francesco Petralito, titolare di Bioplus -. Dieci anni fa abbiamo però deciso di diversificare la nostra produzione ed è nata così BioPlus, con lo scopo di fornire al consumatore uva biologica di qualità”.

                      Bioplus infatti è tra i pochi a produrre uva certificata biologica a Canicattì: “In questa zona della Sicilia – spiega Francesco Petralito -, è presente una forte produzione di uva convenzionale, ma siamo invece in pochi, molto pochi, a produrre uva da tavola biologica in Sicilia”. Produzione che vede in testa le varietà Italia, Red Globe e Vittoria ma non solo: “Abbiamo iniziato da poco la stagione di vendite con l’uva Vittoria, con una settimana di anticipo rispetto alle due di ritardo dello scorso anno – sottolinea Francesco Petralito -. Il prodotto è buono e di qualità, penso che questa stagione ci possa dare buone soddisfazioni dopo due stagioni complicate”.

                      Il mercato, infatti, sta reagendo bene anche in termini di prezzi e il lockdown e le misure di contenimento non hanno colpito Bioplus: “Certo, abbiamo adottato tutti i protocolli di sicurezza, però fortunatamente non abbiamo riscontrato problemi nel reperire manodopera, così come non abbiamo avuto difficoltà con i mercati”. Quest’anno inoltre vede una novità: “Per il primo anno proponiamo anche uva bianca e rossa da tavola biologica senza semi – prosegue Francesco – tante le varietà, come Luisa, Apulia e Scarlotta”. Bioplus significa uva 100% italiana, prodotta in Sicilia a Canicattì e zone limitrofe, in un comprensorio di 50-60 km attorno alla zona, per un’estensione di circa 100 ettari e 2 milioni di chili prodotti all’anno.

                      Bioplus

                      Il mercato in cui opera Bioplus è principalmente estero, per il 70% circa composto da Francia, poi Belgio e Svizzera, solo una piccola parte è destinata al mercato nazionale. “In Italia ad oggi vendiamo poco, non è mai stato il nostro mercato principale. È un mercato piccolo che vogliamo però ampliare, grazie anche alla ricerca di partner commerciali italiani in GDO e alla cresente attenzione degli italiani per l’ortofrutta di origine nazionale. Il Covid ha accelerato certi cambiamenti e mutato le priorità, quindi pensiamo che i tempi siano maturi per cui anche un prodotto di nicchia come il nostro possa essere valorizzato dalla GDO italiana”.

                      Bioplus

                      Oltre all’attenzione verso la terra e il suolo, grazie ai metodi di coltivazione biologica, Bioplus presta attenzione anche al packaging, in modo tale che possa avere il minor impatto possibile sull’ambiente. “Prevalentemente lavoriamo con packaging in cartone di varie misure in base alle necessità, come le cassette da 6 kg che contengono due vaschette in cartone da 3 kg l’una o la cassetta da 6 kg che contiene 4 buste di carta che contengono 1,5 kg d’uva l’una. In alternativa, per tutta la sezione vaschette, come quelle da 500 grammi o 750 grammi, utilizziamo plastica 100% riciclabile”.

                      E in futuro? “Ad oggi abbiamo delle aziende partner con le quali collaboriamo per la commercializzazione di ortaggi. In futuro – conclude Francesco – ci piacerebbe ampliare il progetto con la produzione biologica di altri prodotti del territorio come arance e limoni, sempre per il mercato estero”.

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