Nel 2016 il secondo distributore inglese avrà in assortimento le prime uve apirene prodotte in Kent, una novità assoluta dato che il Regno Unito non è mai stato tradizionalmente un produttore di uva da tavola. La campagna di Eataly “non mangiamoci il clima” informa che per la prima volta nella storia in Islanda è cresciuta l’insalata e da alcuni anni le grandi case vinicole francesi stanno comprando terre e vigneti nel Kent e nel Sussex per produrre lo champagne

Dalla Redazione

Dal 30 n0vembre fino all’11 dicembre a Parigi si incontrano i governi di tutto il mondo per trovare un accordo sul clima. Il surriscaldamento terrestre è un dato di fatto: il 2015 è stato l’anno più caldo di sempre. Per la prima volta nella storia in Islanda è cresciuta l’insalata, come ci avvisa una bella campagna di Eataly sui principali quotidiani nazionali, mentre tutti gli altri retailer, o quasi, puntano ancora sulla leva del prezzo parlando di fantomatici sconti o prezzi straordinari. La temperatura terrestre dal 1840 è aumentata di un grado mentre il livello dell’acqua dei mari si è alzato di 25 centimetri negli ultimi 50 anni. L’artico si sta sciogliendo. Le grandi case di champagne stanno investendo nell’acquisto di terreni e vigneti nel Regno Unito. Nel Mediterraneo proliferano specie di pesci non autoctone: in Liguria uno dei pesci più pescati è oggi il barracuda. In Val Venosta i meleti si trovano anche sopra i 1.200 metri di altitudine e una delle cooperative che sta crescendo maggiormente nei volumi è la Oveg, vicino al passo Resia (leggi la news).

Di questo cambiamento climatico bisognerà tenere conto nei prossimi anni. Se in certe zone sarà più difficile far crescere determinate specie, si apriranno nuove opportunità per nuove specie. Come la frutta esotica in Sicilia, che già da alcuni anni sta dando, con i mango ad esempio, dei buoni risultati. Asda, secondo retailer inglese dopo a Tesco, ha annunciato che nel 2016 metterà in assortimento la prima uva seedless della storia prodotta in Kent. Le prove svolte per tre anni con l’aiuto di produttori spagnoli su numerose varietà rosse, nere e bianche, hanno dato esito positivo, in particolare su due varietà. “La sfida maggiore è stato raggiungere il giusto grado brix, considerato che le giornate da noi non sono così soleggiate”, ha dichiarato Alberto Goldbacher, category manager uva per Asda. “Il raccolto – ha aggiunto – avverrà tra agosto e ottobre, quindi coinciderà con la fine della campagna spagnola. La produzione nazionale permetterà di ridurre le importazioni dal Brasile e quindi ci consentirà di ridurre il carbon footprint”.

Le parole del category di Asda confermano l’assoluta mancanza di competitività della produzione italiana di uva da tavola, non essendo mai presa in considerazione. Ma non eravamo i primi dell classe per l’uva da tavola?

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