Dalla Redazione
CSO Italy – così è stato di recente rinominato il Centro Servizi Ortofrutticoli di Ferrara – in occasione dell’annuale appuntamento del convegno Europech di Perpignan, in Francia, fa una prima previsione sulla campagna dell’ortofrutta estiva, con uno sguardo alle produzioni dei vari Paesi europei. In accordo con Spagna, Francia e Grecia, è stato stabilito di non anticipare ad Europech i dati su pesche e nettarine delle aree produttive più al Nord, vista la situazione climatica instabile, le gelate e le grandinate che stanno interessando in questo momento i diversi Paesi, con previsioni meteo che al momento non accennano a stabilizzarsi. Le previsioni sono rimandate a fine maggio, nel frattempo vengono forniti i primi dati sul comparto albicocche.
Quest’anno l’andamento climatico è stato piuttosto altalenante in tutta Europa. L’inverno è stato generalmente mite; alcune gelate hanno interessato poi tra fine febbraio e marzo diverse zone, in particolare nella Regione di Murcia in Spagna. In altri paesi, come l’Italia, la fioritura è stata penalizzata da pioggia e sbalzi termici, mentre in Francia si sono verificate grandinate nel mese di aprile. Tutto questo ha contribuito a delineare un quadro produttivo a livello europeo inferiore allo scorso anno: con circa 443.000 tonnellate previste, il raccolto di albicocche si pone sull’11% in meno rispetto allo scorso anno ed in diminuzione del 16% rispetto alla media.
In Grecia si prevedono 54 mila 800 tonnellate, produzioni in crescita dopo l’offerta particolarmente deficitaria del 2015, con quantitativi più prossimi alla media. In Italia, con circa 163 mila tonnellate, le previsioni si posizionano sul -19% rispetto al 2015. Nel Nord Italia la situazione si delinea simile allo scorso anno, mentre nel Sud sembra prospettarsi un calo di circa il 30% sempre sul 2015. In Spagna si prevede un raccolto di circa 110 mila tonnellate, l’1% in meno rispetto allo scorso anno, ma il 32% in più rispetto alla media. Il calo produttivo conseguente alle gelate che hanno colpito alcune aree spagnole sembra essere stato compensato dall’entrata in produzione di nuovi impianti. In Francia si stima un raccolto di 115 mila 600 tonnellate, in flessione del 26% rispetto allo scorso anno e -27% rispetto alla media, con la Regione Rhône-Alpes che sembra essere quella più penalizzata dagli eventi climatici.
“La produzione di albicocche – dichiara Elisa Macchi, direttore di CSO Italy – si sta delineando come molto importante, con un crescente interesse da parte dei produttori in tutti i Paesi europei. Si registra infatti una crescita delle superfici in Spagna, oltre che in Italia e un rinnovo varietale anche in Grecia e Francia. La situazione che si prospetta oggi è solo un’indicazione previsionale dello stato attuale della coltivazione, che sarà aggiornata con dati più precisi tra fine maggio e inizio giugno. Quello che è certo è che non siamo di fronte ad una produzione eccedentaria in Europa”.
Nessuna stima anticipata al summit europeo, invece, per pesche e nettarine. Vista la situazione meteo piuttosto eccezionale, i diversi referenti che forniscono i dati produttivi hanno deciso di non presentare una stima del raccolto, per le incertezze che permangono sull’evoluzione del carico dei frutti.
“Le previsioni verranno fatte entro fine maggio, con il quadro europeo completo – continua il direttore di CSO Italy – Posso affermare comunque che dalle prime indicazioni emerse la produzione è inferiore al 2015 e anche alla media degli ultimi cinque anni”.
Complessivamente, a livello europeo, si delinea un lieve calo delle superfici di pesche e nettarine nei diversi bacini produttivi: Nord Italia, Francia e Grecia. Solo la Spagna vede una stabilità degli investimenti o addirittura un leggero aumento, ma ad un ritmo che rimane lontano dal trend dell’ultimo decennio. In aumento gli impianti di percoche in Grecia, Italia e Spagna. Dopo un decennio difficile, il calo della produzione europea ha contribuito a riequilibrare il mercato; in un contesto di crisi dei prodotti freschi, le percoche, principalmente destinate all’industria, ritornano ad essere interessanti per i produttori.
Per le Regioni dell’Italia meridionale (Basilicata, Campania, Puglia, Calabria) dov’è stato possibile effettuare una prima stima, si denota un calo del 7% rispetto al 2015 per pesche e nettarine (in flessione del 6% sulla media 2010/2014), mentre per le percoche la diminuzione è dell’1% sul 2015 e +1% rispetto alla media considerata. Nel sud della Spagna (Andalusia, Murcia, Valencia) le varietà precoci, che erano in anticipo, sono state interessate da danni da gelo che ne hanno limitato la produzione. L’offerta di pesche, nettarine e pesche piatte dovrebbe essere inferiore del 12% rispetto allo scorso anno, ma superiore del 27% se paragonata alla media grazie ai quantitativi delle pesche piatte che sono raddoppiati rispetto alla media 2010/2014. Per le percoche il calo è del 9% sul 2015 e del 17% rispetto alla media.
Queste condizioni generali in Europa sono dovute, come già sottolineato, all’andamento climatico anomalo, con un autunno e inverno generalmente miti con temperature medie, ben al di sopra del normale. E con gelate che nei mesi di gennaio e febbraio hanno colpito le aree più precoci. Questo ha determinato un significativo anticipo della fioritura per le varietà precoci (circa un mese sul 2015), presentando, in alcune aree, qualche danno da gelo per queste cultivar. Al contrario, per le varietà medie e tardive si è verificato un allungamento della fioritura fino a tre-quattro settimane, contro le due abituali. Attualmente quiondi appare una notevole eterogeneità tra gli impianti con la presenza di diverse fasi vegetative in contemporanea (ancora in fioritura, in allegagione o in differenziazione). Le ultime indicazioni emerse, in relazione al recente ritorno di freddo, lasciano presagire un calendario produttivo simile al 2015.
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