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                      Campagna kiwi: volumi in calo del 20%. Ma il mercato si prospetta positivo

                      Le stime produttive 2016 elaborate dal Centro Servizi Ortofrutticoli indicano quest’anno un calo di volumi per quanto riguarda il kiwi, una delle produzioni frutticole più importanti del nostro Paese, di cui l’Italia detiene il primato produttivo. La produzione totale si dovrebbe attestare attorno a 469 mila tonnellate, contro le 588 mila dello scorso anno, registrando così un 20% in meno. Ma la qualità dei frutti si prospetta buona, sia per aspetto e sapore, che per conservabilità. Elisa Macchi, direttore CSO: “Ci sono tutti i presupposti per un mercato vivace”

                       

                      Dalla Redazione

                       

                      kiwi fruit on tree

                      Per la campagna kiwi si prevede un calo produttivo del 20% circa. Aumenta invece la qualità

                      “Dopo un’annata difficile per il prodotto italiano, caratterizzata da una produzione elevata, si ritorna quest’anno su livelli più contenuti”. Questa, in sintesi, è la situazione che si prospetta per la prossima campagna del kiwi nelle parole del direttore di CSO Italy Elisa Macchi. Le stime produttive 2016 elaborate dal Centro Servizi Ortofrutticoli indicano quest’anno in Italia un calo di produzione rispetto allo scorso anno. La produzione totale si dovrebbe attestare attorno a 469 mila tonnellate, contro le 588 mila dello scorso anno, registrando così un 20% in meno. La produzione commercializzabile è invece valutata prossima alle 450 mila tonnellate, il 19% in meno rispetto alla passata stagione.

                       

                      Tutti i principali bacini produttivi evidenziano una diminuzione, ma in modo particolare il Lazio, dove, dopo le cifre record dello scorso anno, si ritorna su una produzione più simile al 2014, -30% circa sul 2015. In Piemonte e in Emilia Romagna il calo appare più lieve, rispettivamente pari al -9% e al -14%. Più incisivo, invece, il calo in Veneto, dettato quasi esclusivamente dal problema dell’asfissia radicale, molto presente nella provincia di Verona. Nel complesso delle altre regioni si segnala un’offerta inferiore soprattutto nelle aree del Sud, in particolare in Calabria, nonostante l’aumento delle superfici investite.

                       

                      “Il prodotto – prosegue il direttore di CSO Italy – dovrebbe presentare buone caratteristiche di conservabilità, grazie alle favorevoli condizioni climatiche e quindi ci sono tutti i presupposti per un mercato vivace. Il kiwi è una delle produzioni frutticole più importanti di cui l’Italia detiene il primato produttivo e che sta vivendo, proprio in questi anni, un rinnovato interesse da parte dei coltivatori orientato anche verso nuove varietà, soprattutto a polpa gialla”.

                       

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