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                      Canova, punta al raddoppio delle isole Almaverde Bio nel 2020. Cresce anche Verdèa

                      Canova, società del Gruppo Apofruit specializzata nel biologico e licenziataria del marchio Almaverde Bio per tutto il comparto ortofrutta fresca, ha presentato a Marca Fresh 2020 i progressi del progetto che da quattro anni sta portando avanti nei grandi supermercati italiani (Ipercoop, Iper grande i e Conad): le isole Almaverde Bio, un format vincente perché coinvolge il cliente grazie al design delle isole e la vendita assistita, e propone ai consumatori un vero e proprio tuffo nel mondo del biologico fresco grazie a un vasto assortimento, molto del quale sfuso. Le isole Almaverde Bio, gestite direttamente da Canova, sono in continuo aumento e a queste si aggiunge la novità del biodinamico, sui banchi dagli ultimi mesi del 2019, grazie al marchio Verdèa – Agricoltura Biodinamica, lanciato lo scorso febbraio a Fruit Logistica. Verdèa non è un marchio commerciale, ma identifica il prodotto ottenuto dall’applicazione del disciplinare di produzione biodinamica. È quindi una certificazione spendibile non solo per i prodotti a marchio ma anche per le private label come tratto distintivo di questo tipo di produzione

                      Dalla Redazione

                      isole Almaverde Bio

                      copyright: Fm

                      L’ortofrutta biologica sfusa piace sempre di più ai consumatori italiani. Lo conferma l’esperienza di Canova presentata da Paolo Pari, direttore marketing di Canova, durante l’incontro nell’Agorà di Marca Fresh 2020, con le isole Almaverde Bio e il recente approdo sui loro banchi dei prodotti biodinamici che riportano il marchio Verdèa. Canova, società del Gruppo Apofruit specializzata nel biologico, è licenziataria per tutto il comparto ortofrutta fresca del marchio Almaverde Bio, leader in Italia nel settore dei prodotti alimentari biologici, il primo brand in Italia che ha saputo coniugare la qualità e la sicurezza del prodotto biologico con la garanzia di un marchio noto.

                      Da quattro anni Canova propone dei nuovi format di vendita per lo sviluppo della vendita del biologico grazie a delle isole collocate nel reparto ortofrutta dei supermercati (leggi qui). Sono le isole Almaverde Bio, che nascono per dare al biologico le stesse chance che ha il convenzionale. Il progetto è volto a sviluppare il prodotto biologico in due direzioni: da un lato propone di incrementare la presenza del bio nei grandi supermercati (non specializzati nel bio), dall’altro a incrementare la disponibilità dello sfuso biologico. Questo perché nella Gdo il prodotto bio è venduto principalmente confezionato, e questo presenta tre limiti principali: non tutta l’ortofrutta può essere confezionata, il materiale di confezionamento porta con sé vistosi impatti sull’ambiente e, terzo, ci sono ricadute anche sul prezzo del prodotto perché il confezionato costa di più.

                      isole Almaverde Bio

                      L’isola Almaverde Bio all’Iper la grande I di Vittuone (Mi)

                      Alla base del progetto la stipula di un contratto che regola i rapporti con la società che gestisce il punto vendita (può essere un contratto di affido di reparto, o di somministrazione o estimatorio…). Di fatto, è Canova a gestire un’area all’interno del reparto ortofrutta: “Tutto avviene sotto la nostra responsabilità, il negozio vende per conto nostro e gli viene però riconosciuto l’affitto di quell’area occupata – sottolinea Paolo Pari, direttore marketing di Canova -. In questo modo gestiamo noi l’area di vendita, presidiando l’isola. Canova può così organizzare un piano promozionale settimanale come strumento premiante per valorizzare i picchi produttivi – prosegue Paolo Pari – e ridurre gli sprechi, valorizzare i prodotti di seconda categoria con le attività di “Prodotto convenienza” per i prodotti di seconda categoria, e comunicare i prodotti ai clienti, grazie a momenti formativi, degustazioni e distribuzione di gadget”.

                      Non tutti i punti vendita possono però usufruire delle isole, ma “solo quelli che rispettano certe caratteristiche di fatturato e di dimensioni – spiega Paolo Pari -, questo per permettere la resa economica del progetto”. In base alle caratteristiche del punto vendita Canova propone tre opzioni di format: l’isola o “Reparto” con vendita assistita, l’isola o “Reparto” con vendita presidiata e il libero servizio (parziale). L’isola o “Reparto” con vendita assistita richiede che le vendite complessive del reparto raggiungano almeno i 4 milioni di euro, in quanto il valore atteso dell’incidenza del bio deve sostenere il costo del servizio, assicurato per tutto l’orario di apertura; il punto vendita deve fornire uno spazio adeguato ad ospitare oltre 100 referenze fra sfuso e confezionato, compresa la IV gamma e, infine, devono essere allestite le bilance dedicate fruibili esclusivamente dal personale di servizio. L’isola o “Reparto” con vendita presidiata è rivolta ai punti vendita con un fatturato di reparto compreso tra i 3 e 4 milioni di euro, prevede un’assistenza alle vendite limitata alle fasce orarie di maggiore affluenza e un’assistenza completa nella giornata di sabato; anche questi punti vendita devono adibire uno spazio per allestire un’isola in grado di ospitare oltre 100 referenze fra sfuso e confezionato (compresa la IV gamma). Infine, il libero servizio (parziale): pensato per quelle strutture che possono ospitare circa 60 referenze, l’isola verrà poi presidiata dal personale impiegato per 4 ore al mattino per l’allestimento del banco e per l’invio degli ordini, l’isola deve essere ben visibile e identificabile, possibilmente senza continuità con l’esposizione del convenzionale e deve essere dedicata una bilancia dedicata fruibile dal consumatore.

                      In effetti, una corretta offerta di ortofrutta biologica sfusa significa anche proporre una gamma più ampia e migliorare il rapporto qualità prezzo: un’opportunità quindi per migliorare il servizio e aumentare il numero dei consumatori in un mercato ancora in crescita e con potenzialità inespresse. Il progetto implementa così le vendite bio di prodotti freschi dalla I gamma alla I gamma evoluta, fino alla IV e V gamma, grazie anche alla partnership che è stata stretta con OrtoRomi per la produzione di estratti e zuppe fresche bio.

                      isole Almaverde Bio

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                      Ad oggi, le isole Almaverde Bio sono circa 40, presenti nelle Ipercoop, Iper grande i e Conad, e sono in aumento: “prevediamo che potrebbero anche raddoppiare – sottilinea Paolo Pari – per la fine del 2020″. Da poco, inoltre, Canova ha introdotto i primi corner di prodotti provenienti dall’agricoltura biodinamica nelle Isole Almaverde Bio, grazie al sistema di certificazione Verdèa (leggi qui): un sistema di certificazione presentato lo scorso febbraio a Fruit Logistica volto alla crescita e alla diffusione dell’agricoltura biodinamica.

                      Verdèa è costituita da una rete di imprese storicamente impegnate nel settore della produzione agricola biologica e biodinamica e si rivolge a tutti gli operatori che vogliono intraprendere o hanno già intrapreso la via della produzione biodinamica: Apofruit, Canova, O.P. Terra di Bari, S.F.T. e Coop. Sole. Il marchio Verdèa – Agricoltura Biodinamica, non è un marchio commerciale, ma vuole identificare il prodotto ottenuto dall’applicazione del disciplinare di produzione biodinamica e quindi essere una certificazione spendibile non solo per i prodotti a marchio ma anche per le private label come tratto distintivo di questo tipo di produzione, così come accaduto con il biologico (leggi qui). Il complesso percorso avviato prevede una profonda preparazione tecnica di tutti coloro che opereranno all’interno della filiera a partire dai produttori stessi. La scelta innovativa di Canova e del Gruppo Apofruit, soci di maggioranza del Consorzio Verdèa, contribuirà così a dare una ulteriore svolta sostenibile nella cultura di prodotto offrendo ai consumatori più esigenti qualità garantita e recupero di una modalità produttiva che, in parallelo con il biologico, mette in primo piano i ritmi della natura e la circolarità dei processi di produzione.

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