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                      Caro energia, Pugliese (Conad): “Botta tremenda”. 120 mila imprese a rischio

                      Con l’ultima fiammata dei costi dell’energia elettrica e del gas metano è allarme per il futuro delle imprese italiane: secondo le stime di Confcommercio 120 mila aziende del terziario – Gdo in primis – e 370 mila posti di lavoro sono in bilico. “O si interviene sulle bollette subito, o ci aspettano tempi davvero difficili”, commenta l’amministratore delegato di Conad Francesco Pugliese. “Anche noi – continua – abbiamo ricevuto delle bollette paurose in questi mesi estivi. Parliamo di migliaia di euro in più per punto vendita, una botta tremenda”

                      Dalla Redazione

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                      Non si arresta la corsa sfrenata dei prezzi delle materie prime energetiche e dell’inflazione, con il forte aumento di quest’ultima che ha quasi raggiunto l’8%: aumento peraltro dovuto per l’80% proprio all’impennata del prezzo dell’energia. Lo scenario è molto preoccupante non solo per i consumatori, che presto dovranno fare i conti con un’impennata dei costi delle bollette e del carrello della spesa, ben più vertiginosa di quanto visto finora, ma soprattutto per le imprese italiane – di ogni tipo – che consumano elettricità e gas. I canoni a luglio, rispetto all’estate scorsa, sono risultati quattro volte più alti per l’energia elettrica e otto volte più alti per il metano: e il peggio deve ancora venire (leggi qui l’intervento dell’Ad di Gruppo VéGé Giorgio Santambrogio).

                      Sul caro bollette Confcommercio ha elaborato nuove stime, ben più pesanti rispetto a quanto previsto nell’ultima edizione dell’Osservatorio Energia. Le previsioni dicono che tra le imprese del terziario, sono ben 120 mila, all’incirca, quelle a rischio chiusura da qui ai primi sei mesi del 2023, con relativi 370 mila posti di lavoro in bilico.

                      Tra i settori più esposti, il commercio al dettaglio (in particolare la media e grande distribuzione alimentare, che a luglio ha visto quintuplicare le bollette di luce e gas), la ristorazione e gli alberghi che hanno avuto aumenti tripli rispetto a luglio 2021, i trasporti che oltre al caro carburanti (+30-35% da inizio pandemia ad oggi) si trovano ora a dover fermare i mezzi a gas metano per i rincari della materia prima. A risentire pesantemente della situazione sono però anche i liberi professionisti, le agenzie di viaggio, le attività artistiche e sportive, i servizi di supporto alle imprese e il comparto dell’abbigliamento, nonostante una stagione di saldi marginalmente favorevole.

                      “Una delle poche certezze della Grande Distribuzione è che ci sono dei costi che non si possono tagliare più di tanto. L’energia è uno di questi – commenta su Linkedin Francesco Pugliese, amministratore delegato di Conad, a proposito delle stime comunicate da Confcommercio -. Possiamo efficientare al massimo sull’illuminazione, ma non possiamo, per esempio, pensare di spegnere i frigoriferi e le celle che conservano i prodotti”. “Anche noi, come tutti gli italiani, abbiamo ricevuto delle bollette paurose in questi mesi estivi – continua -. Parliamo di migliaia di euro in più per punto vendita, una botta tremenda. Secondo Mediobanca, il profitto medio della GDO è dell’1% del fatturato, mentre ora l’incidenza del costo dell’energia sta salendo tra il 6% e l’8%. Il rischio è concretamente quello di rendere migliaia di aziende economicamente insostenibili”.

                      120 mila aziende del terziario e 370 mila posti di lavoro sono a rischio. “Se poi alle bollette uniamo gli aumenti dei costi della logistica e di determinati prodotti, è facile capire che la situazione è drammatica – sottolinea l’Ad dell’insegna numero no della Gdo italiana -. Noi come Conad stiamo favorendo azioni a tutela dei nostri soci, ma non può e non deve bastare. In questo periodo di campagna elettorale si sente tanto parlare delle ricette per l’energia, per il futuro, e questo è un bene. Anzi, alla buon’ora! Ma siccome le bollette di oggi non arriveranno tra 15 anni, se non si interviene adesso rischiamo il disastro. Qualsiasi sia il governo, si deve intervenire immediatamente e lasciando da parte meri calcoli elettorali”.

                      Stando sempre alle stime di Confcommercio, complessivamente la spesa in energia per i comparti del terziario nel 2022 ammonterà a 33 miliardi di euro, il triplo rispetto al 2021 e più del doppio rispetto al 2019 (14,9 miliardi). È uno scenario appunto suscettibile di un ulteriore peggioramento, senza interventi specifici e nuove misure di sostegno. “Il nuovo governo dovrà dare risposte immediate – interviene anche il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli -, accelerando soprattutto su Recovery fund energetico europeo e fissazione di un tetto al prezzo del gas”. Tenendo conto anche dell’incertezza sul futuro delle forniture di gas dalla Russia, Confcommercio richiede infine per le imprese una serie di misure di sostegno e interventi ad hoc in grado di evitare una brusca frenata dell’economia nella seconda parte dell’anno.

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