di Carlotta Benini
La cassetta più utilizzata in ambito ortofrutticolo? È quella di legno, stando ai dati veicolati da Rilegno, il consorzio nazionale per la raccolta, il recupero e il riciclo degli imballaggi di legno (a sua volta parte della più grande famiglia Conai) che ogni anno si occupa della gestione di oltre un milione e 600 mila tonnellate di materiale giunto a fine vita: cassette, ma anche pallet, bobine e casse industriali.
“Sono state ben 400 milioni le cassette di legno per ortofrutta immesse al consumo in Italia nel 2016. Gli utilizzatori come grossisti, commercianti, cooperative, centri di trasformazione, compratori della grande distribuzione possono contare sull’attività del consorzio, che assicura che le cassette non più utilizzabili non finiscano in discarica, ma diventino nuova materia prima, come succede per altri materiali”, esordisce il presidente di Rilegno, Nicola Semeraro, a cui abbiamo chiesto un commento sulla diffusione di questi imballaggi lungo la filiera.
Dunque, presidente, il legno resta protagonista in ortofrutta?
Oggi sembra che l’utilizzo di imballaggi monouso sia diventato un delitto. In realtà non è così, come dimostrano il lavoro svolto e i risultati ottenuti dal sistema Conai in questi 20 anni. I rifiuti di imballaggio vengono raccolti nel circuito della grande distribuzione, ma anche nei mercati e dai dettaglianti, viene riconosciuto ai Comuni un corrispettivo economico e si generano anche posti di lavoro. Rilegno, insieme ai propri consorziati, crede inoltre possibile una nuova crescita del mercato. Crescita che può avvenire facendo sistema e investendo in ricerca e innovazione.
Qual è la diffusione delle cassette di legno nei vari canali distributivi?
Noi possediamo il dato certo dell’immesso al consumo, che attesta qual è la produzione annua di questi imballaggi in Italia. Il quantitativo di produzione suddiviso per il peso medio di un imballaggio singolo fa sì che si possa affermare che le cassette utilizzate lungo tutta la filiera sono, come già sottolineato, 400 milioni.
Qual è il vantaggio del legno rispetto ad altre tipologie di packaging per ortofrutta?
“L’imballaggio monouso è l’unico che permette costi e performance sostenibili. Il legno è per sua natura il vero imballaggio green, non deriva dal petrolio e non contiene additivi chimici. È la natura che trasporta la natura. E, grazie al lavoro di Rilegno, le cassette vengono recuperate e il legno torna a nuova vita in un’ottica di vera economia circolare.
Quindi il monouso è più sostenibile dell’imballaggio riutilizzabile?
Non è nostra intenzione fare confronti, anche se non di rado riceviamo “attacchi” da altri materiali. Ci preme solo riportare il legno a quello che è il suo posto. Lo facciamo con una difesa molto trasparente, quasi sottovoce: bastano i numeri, e sono dalla nostra parte. L’obiettivo ultimo è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica sul fatto che un contenitore realizzato con materiale 100% naturale è la scelta più sostenibile, più igienica e più sicura, anche per il consumatore.
Prima ha parlato di innovazione: avete dei progetti di filiera in questo senso?
Sono due i progetti a cui Rilegno sta lavorando, il primo riguarda una ricerca scientifica sul legno a contatto con gli alimenti, il secondo è un’innovazione tecnologica di sistema legata all’Industria 4.0. Le cassette in legno andranno oltre la loro natura di contenitori per ortofrutta e diventeranno veicoli di informazioni digitali utilizzabili da tutti gli attori della filiera. La tracciabilità è alle porte.
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