dalla Redazione
Il 16 febbraio il Giornale ha pubblicato un’intervista a Marcello Cestaro, definito il Signor Famila, classe 1938. Dopo una descrizione degli inizi dell’attività, avviata dal padre Antonio quando aveva solo 17 anni, con una bottega di prodotti all’ingrosso e tanto voglia di fare, Marcello Cestaro ricorda che il boom è stato negli anni ’60, con i primi accenni di grande distribuzione e la creazione dei primi grandi gruppi di acquisto per spuntare prezzi migliori dai produttori. “Abbiamo lanciato linee – afferma – che la gente ricorderà, come A&O”.
Poi nel 1969 viene fondata la Unicomm, “la mamma e la cassaforte di tutte le attività. Più avanti abbiamo acquisito dai tedeschi il diritto di usare il marchio Famila in Italia. Oggi contiamo su 230 punti vendita, dagli ipermercati ai Cash and Carry, siamo presenti in sette regioni italiane, con un fatturato che supera i due miliardi, diamo lavoro a oltre settemila italiani”. Cestaro nell’intervista dice di capire l’astio di Caprotti per la Coop: “Se la Coop decide di aprire un ipermercato a Bologna o a Reggio Emilia, ci mette un niente. Noi abbiamo comprato un’area a Bassano nel 1990. Lo sa quando abbiamo aperto ai clienti? Nel 2012”.
L’intervista prosegue con un riferimento alla passione calcistica. “Ho litigato con mio fratello solo una volta”, ammette Marcello Cestaro: “Quando io mi sono messo in testa di rifare grande il Padova, di calcio. Lui mi diceva lascia perdere, cosa andiamo a cercare. Sì, abbiamo discusso. Alla fine aveva ragione lui: ci abbiamo lasciato parecchi milioni, nel giochetto. Il calcio è così: se non avesse i giocatori, i procuratori e gli arbitri, sarebbe fantastico”. Per risistemare i conti Unicomm ha venduto a un fondo straniero degli immobili per 200 milioni di euro. E ora? “Apriremo altri dodici centri commerciali entro il 2016 – ha le idee chiare Cestaro – assumendo altre ottocento persone. Il mio sogno vero è questo: portare i 7.200 dipendenti, prima o poi, a 10 mila”.