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                      Quali sono i numeri e i trend della cerasicoltura nei principali Paesi produttori? A Macfrut 2022 sei esponenti di primo piano provenienti dai primi Paesi produttori di ciliegie hanno tracciato una panoramica ricca di dati durante il Cherry Global Player, coordinato da Eugenio Felice, giornalista e direttore di Fruitbook Magazine, nella mattina del 5 maggio. A fare gli onori di casa il presidente del Consorzio Ciliegia IGP di Vignola Andrea Bernardi, con il “modello Vignola”. A seguire una panoramica internazionale che ha visto testimoni la Spagna, che quest’anno vede una significativa riduzione della produzione a causa del maltempo, la Turchia, con una produzione di ciliegie in costate crescita, il Cile, che cresce a livelli esponenziali grazie alla Cina, poi ancora gli Stati Uniti con un approfondimento sulle ciliegie gialle e l’Uzbekistan, che nel 2021 ha visto una produzione di160 mila tons, di cui il 38% dedicato all’export. Filo condutture Unitec, che ha chiuso il convegno con il suo direttore vendite Nour Abdrabbo, che ha sottolineato come le tecnologie siano la chiave di svolta per l’internazionalizzazione della ciliegia

                      Dalla Redazione

                      ciliegie

                      Eugenio Felice, moderatore, e Andres Stewart, agricultural engineer di Frutaria (copyright: Fm)

                      Turchia, Cile, Stati Uniti, Uzbekistan, Spagna e Italia: questi sei Paesi, da soli, producono più di milione e mezzo di tonnellate di ciliegie su una superficie complessiva di oltre 225 mila ettari. Sei dei principali player mondiali si sono riuniti al Cherry Global Player, l’evento organizzato da Macfrut e moderato da Eugenio Felice, giornalista e direttore di Fruitbook Magazine.

                      Ad aprire i lavori il Paese ospitante, l’Italia, con il presidente del Consorzio Ciliegia IGP di Vignola Andrea Bernardi. Il “modello Vignola” è stato il primo esempio in Italia di comprensorio cerasicolo capace di avvalersi delle capacità degli agricoltori e degli operatori commerciali per costituire una filiera produttiva completa, basata su regole comuni. Gli agricoltori che attualmente aderiscono al Piano dei controlli della ciliegia di Vignola IGP sono più di 400 per una superficie di circa 500 ettari; con 13 centri di confezionamento. Le ciliegie prodotte nel comprensorio si distinguono per lucentezza, brillantezza e qualità, mentre l’ampiezza dell’elenco varietale permette una raccolta che si estende per circa 40 giorni. La campagna commerciale inizia a Vignola indicativamente il 15-20 maggio e termina il 10-15 luglio. Nel comprensorio si producono da 6 a 7.000 tons di ciliegie, di cui ne vengono marchiate IGP attualmente circa il 70%; il prodotto è destinato prevalentemente al mercato interno e al consumo fresco, mentre per quanto riguarda l’export, i Paesi più serviti sono Germania, Svizzera e Austria. Il presidente, inoltre, ha evidenziato un trend positivo negli anni, a conferma di una maggior richiesta delle ciliegie di Vignola IGP sui mercati e di una maggiore soddisfazione economica degli operatori.

                      In generale, il trend della produzione in Italia, dal 2010 al 2021, varia da una produzione massima annua di 130.000 tons ad una minima di 93.000 tons, con una media di circa 109.000 tons. La produzione varia in base alle condizioni climatiche – la ciliegia è infatti un frutto estremamente delicato – e vede una superficie abbastanza stazionaria, anche se leggermente in diminuzione negli ultimi 2 anni. Nello specifico, le superfici sono in diminuzione in Veneto e in Campania, mentre aumentano in Puglia e Trentino Alto Adige; tendenzialmente stazionarie l’Emilia Romagna e il Piemonte.

                      A seguire le principali aziende mondiali nella produzione e commercializzazione del ciliegio.

                      Cristian Tagle, president Comité de Cerezas de Asoex e direttore comemrciale di Agrícola San Francisco Lo Garcés (copyright: Fm)

                      Cile. Interessante la panoramica offerta da Cristian Tagle, president Comité de Cerezas de Asoex (l’associazione cilena per l’export ortofrutticolo) e direttore commerciale di Agrícola San Francisco Lo Garcés. Il Cile è da diversi anni leader mondiale nelle esportazioni di ciliegie. Dal 1998 al 2021 la sola Garces Fruit ha visto crescere di 25 volte l’export di ciliegie. Nel 2007 vede il lancio del “protocollo Cinese” che porta, in 15 anni, a vedere una crescita costante del mercato asiatico, tanto che oggi la Cina, da sola, rappresenta il 94% dell’export in tutto l’Oriente. Garces Fruit, fondata 55 anni fa, è ora la più grande azienda in Cile produttrice di ciliegie e la più grande esportatrice di ciliegie a livello mondiale. Quest’anno le previsioni per il Cile sono di imballare 73 milioni di scatole da 5 kg di ciliegie, equivalenti a 365.000 tonnellate. Per quanto riguarda il continente europeo, l’Uk rappresenta il 60% dell’export di ciliegie cilene durante il periodo invernale.

                      In Spagna, dal 2008 al 2020, la superficie coltivata a ciliegie è aumentata da poco meno di 25 mila ettari a quasi 28 mila, mentre la produzione è aumentata da circa 70 mila tonnellate a poco più di 80 mila, con annate eccezionali da quasi 120 mila tons. “Nello specifico, per il 2022 – che ha visto un calo della produzione a causa del maltempo – si stimano 26 mila tons su 7.500 ettari in Extremadura, 7 mila tons su 2.300 ettari in Andalusia, 2.200 tons su 2.500 ettari nella zona di Valencia, 8.200 tons su 2.800 ettari in Catalogna e 30.000 tons su 9.100 ettari nella zona di Aragona” ha spiegato Andres Stewart, agricultural engineer di Frutaria, azienda spagnola con più di 50 anni di esperienza nel settore per una produzione di frutta a nocciolo di 25 mila tons.

                      Per la Turchia, a intervenire è Belit Balci, deputy managing director per AlaraTarim Ürünleri San. Ve Tic.A. Alara è un’azienda nata nel 1984, ora al 100% controllata da The Fruit Farm Group. Alara produce esclusivamente ciliegie e fichi neri, distribuiti ai principali rivenditori in 22 Paesi nei 5 continenti. Conta 3 frutteti di proprietà con 220 ettari piantati a ciliegie delle varietà tra le più richieste in Europa, Regno Unito e Cina. Vanta una capacità di lavorazione di 8.000 tonnellate di ciliegie e 2.500 tonnellate di fichi all’anno e sistemi innovati per la gestione dell’irrigazione che permette – tramite sensori SmartRoot – di distinguere le zone dove ci sono le radici, nelle quali viene rilasciato l’80% dell’acqua e fertilizzante, dalle altre zone. La Turchia vede una produzione di ciliegie sempre più in crescita: dalle 627.132 tons del 2017 a 689.834 del 2021 (TÜİK – Veri Portalı – tuik.gov.tr) mentre l’export di ciliegie turche è cresciuto dalle 68.964 tonnellate del 2015 alle 70.799 tonnellate del 2021, con un picco a 87.728 tonnellate del 2020. Nello specifico, Alara nel 2021 ha esportato 5.562 tonnellate di ciliegie.

                      Uzbekistan. Otabek Akbarov, Uzbekistan ambassador in Italy, ha fatto invece una panoramica della cerasicoltura in Uzbekistan assieme a Shuhratjon Abrorov, fondatore di Fruit House Organics, la più grande delle società private di consulenza sulla frutta in Uzbekistan, che conta 10 agronomi locali, 5 esperti stranieri e che offre consulenza a 50 aziende agricole in Uzbekistan.

                      Le principali aree di coltivazione a ciliegie in Uzbekistan sono nella Valle di Fergana Andijan, Fergana e Namangan. Di fatto un’area che si estende su 80.000 km quadrati (300 km di lunghezza, 170 di larghezza). La produzione totale in Uzbekistan nel 2021 è stata di 160 mila tons, di cui è stato esportato il 38%. Il Paese che più importa ciliegie uzbeke è il Kazakhistan, a seguire Russia e Kirghizistan. Il restante 2,2% è costituito da Cina, Corea del sud, Turmekistan, Polonia, Emirati Arabi Uniti, Bielorussia e Ucraina.

                      USA. “Nel 2020 gli Stati Uniti contavano 85.000 acri (circa 34.400 ettari) adibiti alla coltivazione di ciliegie. Di questi, 52.000 sono nel nord-ovest del Pacifico. Di fatto, circa il 69% del raccolto di ciliegie dolci fresche degli Stati Uniti è prodotto nel nord-ovest del Pacifico. I primi 3 stati produttori di ciliegie sono: Washington, California e Oregon. In California la raccolta delle ciliegie va da fine aprile a inizio giugno, mentre a Washington e in altri stati la raccolta comincia a inizio giugno per proseguire fino ad agosto”, ha fatto sapere Todd George, vice president of production di Stemilt Growers LLC, azienda della famiglia Mathison dal 1964. Stemilt ha sede a Wenatchee, WA, e ha un impianto per le ciliegie a Stockton, CA, oltre ad essere leader nella produzione e commercializzazione di mele.

                      Nel 2020, la produzione di ciliegie fresche degli Stati Uniti ha totalizzato 265.820 tonnellate ed è stata valutata 522 milioni di dollari. Washington ha guidato gli Stati Uniti nella produzione di ciliegie dolci con 163.600 tonnellate, seguita da California (59.360) e Oregon (42.860) (Fonte: NASS 2020 – NASS Data base). Le ciliegie americane vedono come principale destinatario il mercato interno. Nel 2020, infatti, l’83% della produzione era destinato al Nord America, il 5% alla Cina (dato in diminuzione rispetto agli anni precedenti) il 4% alla Corea (stabile) e l’8% ad altri mercati.

                      “Stemilt è leader nelle produzione, lavorazione e commercializzazione di ciliegie gialle, con le ciliegie Rainer e il marchio di proprietà Skylar Rae Cherries. Le ciliegie Rainer sono una piccola percentuale dei volumi di vendita della categoria delle ciliegie negli Stati Uniti, pari al 6,2%, da giugno a metà agosto. Le Rainer rappresentano per noi in media il 10% delle vendite di ciliegie negli Stati Uniti”, ha concluso Todd George.

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