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                      Chiusura T18, i grossisti: “Capiamo la visione, non condividiamo il pessimismo”

                      Anche i grossisti del CAAT commentano la notizia shock della chiusura dell’attività centenaria del Gruppo T18, annunciata i giorni scorsi dallo stesso amministratore delegato (leggi qui). La decisione presa da Edoardo Ramondo è sintomo di un malessere generalizzato di tutto il settore, dice APGO-Fedagro Torino, tuttavia pare troppo pessimistica e, pertanto, non è condivisibile. Il mercato all’ingrosso dell’ortofrutta di Torino, sottolineano i grossisti, ha dato prova di buona tenuta anche durante tutta la pandemia

                      Dalla Redazione

                      T18 Ramondo

                      L’Ad di T18 Edoardo Ramondo abbandona il settore

                      “La chiusura delle aziende del gruppo T18 ha sorpreso un po’ tutti, tuttavia non si può declinare da ciò uno stato di sofferenza generalizzata del settore e ancor meno del Centro Agroalimentare di Torino”. Con queste parole i grossisti del CAAT commentano la notizia shock della chiusura dell’attività centenaria del Gruppo T18, annunciata i giorni scorsi dallo stesso amministratore delegato (leggi qui la news che abbiamo anticipato in esclusiva).

                      “Senza voler né poter giudicare la scelta di Edoardo Ramondo, scelta che cade tra quelle che un imprenditore può legittimamente fare, occorre sottolineare come il mercato all’ingrosso dell’ortofrutta di Torino abbia dato prova di buona tenuta durante tutta la pandemia – scrive l’associazione territoriale APGOFedagro Torino in una nota -, i volumi delle vendite sono cresciuti ed è stato garantito l’approvvigionamento di beni alimentari di prima necessità a tutta la filiera. È innegabile che ci si trovi davanti a un momento storico in cui è necessario evolvere e sviluppare le proprie aziende, questo può spaventare, ma rappresenta anche un’opportunità che certamente alcuni operatori sono più pronti a cogliere, alcuni hanno già colto, mentre per altri ci sono maggiori difficoltà. Ciò nonostante, il settore di compravendita all’ingrosso di prodotti ortofrutticoli pare reggere meglio di altri settori le difficoltà immanenti di un sistema economico globalizzato, in rapida evoluzione e privo di quella stabilità che caratterizzava tutti i mercati fino a venti anni fa”.

                      La visione offerta dall’amministratore delegato del gruppo T18 pare troppo pessimistica e, pertanto, non condivisibile. Certamente le sfide da affrontare sono e saranno molte (nuove esigenze del consumo, rivalutazione dei mercati di piazza, e-commerce e servizi offerti, sicurezza alimentare, etc…), ma rispetto ad altri settori, questo, per le sue caratteristiche intrinseche (alta specializzazione, alta deperibilità e stagionalità della merce, necessità di infrastrutture territoriali importanti) è meno sottoposto alla concorrenza diretta delle grandi multinazionali, purché sappia aggiornarsi costantemente e adeguatamente.

                      “Vorremmo rassicurare tutti che il Mercato all’Ingrosso di Torino dà segnali, seppur lenti, di crescita – continuano i grossisti nella nota – non soltanto in termini di volumi ma anche di sviluppo aziendale, in termini di transizione digitale ed ecologica e i suoi Operatori Grossisti, insieme all’Associazione APGO-Fedagro, sono pronti ad affrontare i nuovi scenari e a coglierne le opportunità”.

                      “Sono rammaricato che un’azienda storica e innovativa come questa abbia chiuso – fa eco il presidente di Fedagromercati nazionale Valentino Di Pisa -, però bisogna cercare di fare il possibile per andare avanti senza abbandonare il campo. Il settore dell’ingrosso ortofrutticolo è vivo e vegeto, nonostante le complessità degli ultimi anni, e bisogna cercare di uniformarsi alle esigenze dei consumatori e dei clienti, adeguandosi ai trend del comparto, dato il valore del tessuto economico imprenditoriale delle piccole e medie imprese italiane e del loro ruolo per l’intero sistema nazionale”.

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