di Carlotta Benini
Si parla sempre più spesso di ortofrutta e charme, di come – prendendo esempio dal più blasonato mondo del vino – rendere intriganti e seducenti anche frutta e verdura. Ebbene, in Canada c’è un’azienda che, inconsapevolmente, è andata perfino oltre l’impresa, facendo delle sue cipolle un oggetto sexy, addirittura hard, tanto da essere censurato sul web! È successo a Saint John’s, nella East Coast canadese, all’azienda sementiera Seed Company by E.W. Gaze che nei giorni scorsi si è “scontrata” virtualmente con l’algoritmo di Facebook, che ha ritenuto inappropriata la foto di cipolla Walla Walla postata sul social di Mark Zuckerberg per pubblicizzare la vendita online dei semi di questa varietà. La cipolla Walla Walla, così chiamata per l’area dello stato Washington dove è stata coltivata per la prima volta oltre 200 anni fa, è una tipologia caratterizzata dal calibro gigante del bulbo, con tunica marrone chiaro e polpa bianca e succosa, dal sapore delicato e particolarmente dolce.
In maniera piuttosto buffa e anomala, il bulbo a forma di globo e di grosse dimensioni di questa cipolla è stato scambiato da Facebook per un seno femminile, o per un fondoschiena, come riporta la BBC, tanto che l’advertising dell’azienda è stato bannato con la seguente notifica: “Prodotti con posizionamento troppo sessualizzato. Gli annunci non possono presentare prodotti o servizi in modo sessualmente allusivo”.
Che le cipolle facciano piangere è noto, da oggi questo ortaggio sembrerebbe anche avere… un fascino allusivo e malizioso! L’episodio ha divertito Jackson McLean, manager della canadese Seed Company, che ha pubblicato uno screenshot della notifica e lo ha postato sulla pagina Facebook dell’azienda per far ridere un po’ i fan. Nel frattempo McLean si è attivato per far notare al social network di Mark Zuckerberg che il suo algoritmo aveva, come si suol dire, preso un granchio.
La foto è stata quindi sottoposta a verifica da parte di Facebook che, rilevato l’errore grossolano, si è scusato personalmente con l’azienda e ha subito ripristinato la foto. “Il nostro algoritmo usa una tecnologia automatica per evitare che vengano pubblicate foto di nudo – ha dichiarato la responsabile comunicazione di Facebook Canada Meg Sinclair alla BBC -, tuttavia può capitare che questa tecnologia fatichi a distinguere fra una cipolla Walla Walla e… insomma, avete capito! (una certa rotondità femminile, ndr)”.
Poco male ad ogni modo per la Seed Company, che dall’episodio ha tratto un’ondata di popolarità sul web, tanto che in tre giorni ha venduto più semi di Walla Walla che negli ultimi cinque anni. E così è finita che questi bulbi “maliziosi” sul sito dell’azienda sono stati ribattezzati con il nome “cipolle sexy”: ecco come sfruttare al meglio il marketing di prodotto!
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