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                      Codacons, Natale costerà 22,3 mld alle famiglie. Rincari fino al 22% per l’ortofrutta

                      Il Natale 2023 costerà 22,3 miliardi di euro alle famiglie, 2,5 miliardi in più (+12,6%) rispetto allo scorso anno: lo rileva il Codacons, sottolineando come alla base ci siano i rincari che pesano su tutti i settori, alimentare in primis. Per la frutta fresca in questa fine 2023 si spende il 10,4% in più (+8,5% le arance, +18,4% le pere, +21,7% la frutta con nocciolo). La verdura rincara del 7,6%, con punte del +10,5% per l’insalata

                      Dalla Redazione

                      Codacons Natale frutta

                      Il Natale 2023 costerà complessivamente 22,3 miliardi di euro alle famiglie italiane, circa il 12,6% in più rispetto allo scorso anno. Lo afferma il Codacons, che fa i conti sulla spesa che dovranno affrontare gli italiani tra alimentari, pranzi, cenoni, viaggi e ristoranti.

                      Quest’anno le famiglie metteranno sotto l’albero un totale di 7,5 miliardi di euro in termini di regali destinati ad amici e parenti, con una spesa in aumento del 12% sul 2022. Per il tradizionale cenone della Vigilia e pranzo di Natale si spenderanno oltre 2,8 miliardi, circa il 6% in più rispetto allo scorso anno. Milioni di italiani si metteranno poi in viaggio durante le festività natalizie generando un giro d’affari stimato in 11,6 miliardi di euro (+15% sul 2022), mentre ammonterà a circa 370 milioni di euro la spesa complessiva per il pranzo di Natale nei ristoranti italiani (+5% sul 2022).

                      In totale, quindi, a parità di consumi il Natale 2023 costerà appunto 22,3 miliardi di euro alle famiglie, +2,5 miliardi rispetto allo scorso anno. “A far crescere la spesa degli italiani non è certo l’incremento dei consumi – sottolinea il Codacons -, ma sono i pesanti rincari dei prezzi che interessano diversi settori, dagli alimentari ai viaggi, passando per ristorazione e strutture ricettive”.

                      Ortofrutta, rincari fino al +21,7%

                      Per quanto riguarda la tradizionale cena della Vigilia e il classico pranzo di Natale, il Codacons segnala ad esempio come l’olio d’oliva costi oggi il 49,8% in più rispetto allo scorso anno, la carne il 3,8% in più, mentre i prodotti ittici – immancabili sulle tavole natalizie – rincarano del 3,3%, con punte del +8,9% per i frutti di mare conservati o lavorati. Il riso costa l’8% in più, il pane +4,5%, ma per la frutta fresca si spende addirittura il 10,4% in più (+8,5% le arance, +18,4% le pere, +21,7% la frutta con nocciolo). La verdura rincara del 7,6% con punte del +10,5% per l’insalata; volano del +18,7% i prezzi delle patate.

                      E per le bevande gassate occorre mettere in conto una maggiore spesa del 10,5%. Più caro del 4,5% il classico brindisi di Natale con lo spumante.

                      Va peggio nel settore dei viaggi: se le tariffe di alberghi, motel, pensioni rincarano del 9,2%, i prezzi dei pacchetti vacanza aumentano del 19,9%, i voli nazionali del 29,2%, i treni dell’8%, i pullman del 4,2%.

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