di Eugenio Felice
Il blocco dei trasporti di questi giorni è da condannare? Riportiamo un commento che ci è giunto in redazione questa mattina. “Ce la prendiamo sempre con i più deboli… Il problema dello sciopero – tra l’altro nemmeno autorizzato dalle associazioni nazionali – non si ripercuote solo sugli scaffali che rimangono vuoti a danno degli italiani, ma soprattutto su quella grande fetta di mercato destinata all’esportazione. Molti clienti in Europa si lamentano per la poca affidabilità che stiamo dimostrando in queste situazioni! Soprattutto non capiscono perché l’insoddisfazione, anche comprensibile, dei trasportatori si debba ripercuotere sulle azienda che producono ortofrutta creando perdite economiche altissime in questo momento già difficile dovuto ai rincari delle materie prime e dell’energia“.
L’Italia è ancora più debole rispetto alle altri origini. Continua così il commento che ci è giunto in redazione: “Tutto questo disagio non fa altro che favorire collaborazioni più strette tra i grandi importatori e distributori europei e altri Paesi produttori quali Spagna, Francia, Olanda e tutto come sempre a discapito dell’Italia che ancora una volta si trova a essere penalizzata. Lo sciopero fatto in questo modo non porta a niente. Avrebbe fatto più effetto un corteo di automezzi al centro di Roma! È proprio il caso di dire che l’ignoranza la fa da padrona!!”. Oltretutto questo sciopero, scomposto e disorganizzato, è fatto anche di minacce alle imprese che vogliono invece continuare a lavorare: sassate dai cavalcavia, gomme squarciate con coltelli da macellaio, audio minatori nelle chat Whatsapp.
Più che una protesta, questa sembra un’azione violenta di incivili, che auspichiamo possa presto finire, nell’interesse degli italiani e della competitività dell’ortofrutta italiana sui mercati europei.
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